Exergy spa, azienda del settore energie rinnovabili del Gruppo Maccaferri con sede a Olgiate Olona (Varese), è finita all’asta, a seguito dall’ammissione al concordato preventivo da parte del tribunale di Bologna a inizio giugno (si veda altro articolo di BeBeez).
L’asta per Exergy si terrà il prossimo 25 settembre. La vendita si articolerà attraverso due lotti, ma per il secondo saranno accettate offerte solo nel caso che non ne arrivino di valide per il primo, riferisce il quotidiano Il Resto del Carlino.
Il primo lotto comprende l’intero complesso aziendale e l’acquisizione della controllata Exergy Turkey, a una base d’asta di 16 milioni di euro, che potrà ridursi di 3 milioni di euro al massimo “in considerazione dell’accertata prosecuzione da parte dell’aggiudicatario delle commesse in corso e dei contratti di after sales, nonché della liberazione di Exergy ed Exergy Turkey dai loro residui obblighi nei confronti dei committenti e dello svincolo delle relative garanzie”. La società ha chiuso il 2017 con ricavi per 23,4 milioni di euro, un ebitda negativo per circa 600 mila euro e un debito finanziario netto di 28,7 milioni.
Oltre che per Exergy, è stata aperta a inizio giugno la procedura di concordato con riserva anche per Seci holding, la holding con cui la famiglia Maccaferri controlla il gruppo; per Seci Energia, che è la sub-holding del comparto energetico; e per Enerray (si veda qui il comunicato stampa).
Successivamente hanno chiesto il concordato anche la società di costruzioni Sapaba, il produttore di zucchero Sadam e la società di factoring Felsinea Factor, per un totale di 400 dipendenti coinvolti sui 4.500 totali del gruppo Maccaferri, che contestualmente ha rassicurato che era terminata la fase di entrata in concordato delle società (si veda altro articolo di BeBeez).
Il piano di ristrutturazione della holding prevede la concentrazione dell’attività del gruppo su questi settori più redditizi, come le Officine Maccaferri, il Sigaro Toscano e la Samp. L’azienda dovrà presentare il piano di riorganizzazione del gruppo entro il 4 novembre 2019.
Chi si aggiudicherà Exergy dovrà mantenere presso lo stabilimento di Olgiate Olona tutti i circa 50 dipendenti per almeno 12 mesi dopo l’acquisizione. Se la prima asta andrà deserta, saranno accettate offerte per un altro lotto, comprendente l’intero complesso aziendale, che implica di mantenere almeno 35 lavoratori per almeno tre anni e stipulare un accordo sindacale. A oggi, non sarebbero ancora giunte offerte vincolanti, ma secondo indiscrezioni, sarebbero interessate grandi imprese del settore, tra cui General Electric.
Si dice che il settore dell’energia abbia sofferto per la riuscita non buona degli investimenti in Brasile, dove il gruppo era coinvolto con Enel Green Power nella realizzazione del più grande parco fotovoltaico in America, e in Serbia, dove con la crisi economica e il crollo del prezzo dell’energia l’investimento sull’idroelettrico da fornire all’Italia attraverso un accordo con il Mise non ha dato i risultati sperati.
Il gruppo, presieduto da Gaetano Maccaferri e guidato dal ceo Lapo Vivarelli Colonna, è presente nel mondo con 55 stabilimenti, ha chiuso il 2017 con un fatturato pari 1,039 miliardi di euro, 118 milioni di ebitda e un debito di 750 milioni di euro, contratto per la maggior parte con Banca Intesa Sanpaolo, Banca Imi, Unicredit e Banco Bpm e che include anche i 187,5 milioni di euro di bond di Officine Maccaferri e i minibond di Sampistemi spa.