Pessina Costruzioni, la storica società italiana del settore edilizio, è stata ammessa al concordato preventivo in continuità dal Tribunale di Milano (si veda qui il decreto del Tribunale) che ha convocato per il prossimo 14 luglio l’adunanza dei creditori per approvare la proposta concordataria.
Il 13 marzo scorso sempre il Tribunale di Milano ha ammesso al concordato in bianco anche Acque Minerali d’Italia, controllata anch’essa dalla famiglia Pessina e presieduta da Carlo Pessina (si veda qui il decreto del Tribunale). Contestualmente, il tribunale ha fissato per il 18 giugno 2020 il termine per la presentazione delle proposta concordataria e nominato un commissario giudiziale per vigilare sull’attività della società, che nel frattempo svolgerà le attività di ordinaria amministrazione in continuità aziendale.
Sul fronte Pessina Costruzioni, le attività aziendali continueranno intanto per garantire i livelli occupazionali e il completamento delle opere. Tra i cantieri ammessi alla continuità, rientrano il velodromo di Spresiano (provincia di Treviso), strutture sanitarie (come il nosocomio di La Spezia, il padiglione chirurgico dell’ospesale romano Bambin Gesù e l’ospedale Salesi di Ancona). Per recuperare redditività e diversificare geograficamente il business (troppo concentrato in Italia), Pessina ha già partecipato a un bando in Danimarca, dal valore di 265 milioni, per la costruzione di un ospedale; uno in Francia, pari a circa 38 milioni, per la realizzazioni di uffici e attende l’esito di una gara a Tirana (84 milioni) per lo sviluppo del nuovo ospedale pediatrico.
La società aveva presentato la richiesta di concordato in bianco il 24 luglio scorso (si veda altro articolo di BeBeez ). La crisi e la conseguente richiesta di concordato da parte di Pessina sono state dovute soprattuto alla pesante sotto-produzione registrata dai cantieri negli ultimi 12 mesi, complici anche alcune situazioni delicate come quella dell’ospedale di La Spezia: avviato 4 anni fa, ha fino a oggi generato 6 milioni di euro, rispetto a un valore complessivo di 120 milioni, generando una perdita di fatturato annua compresa tra i 30 e i 40 milioni. A ciò si aggiunge la difficile situazione del settore delle costruzioni in Italia, che ha portato alla crisi anche colossi come Astaldi e Trevifin.
Nell’ottobre 2018, Pessina Costruzioni aveva approvato un piano di sviluppo che prevedeva alcune operazioni finanziarie tra le quali il salvataggio della società di costruzioni altoatesina Oberosler in concordato, di cui ha rilevato i cantieri e 50 dipendenti. Il piano prevedeva il perfezionamento di alcuni passaggi chiave entro il febbraio 2019. Termine poi slittato di qualche mese, mettendo ulteriormente in difficoltà Pessina Costruzioni e rendendo necessario il ricorso al concordato in bianco.
Fondata da Carlo Pessina nel 1954, Pessina Costruzioni fa capo alla famiglia Pessina. Oggi l’azienda è guidata dal presidente Massimo Pessina e dall’amministratore delegato Guido Stefanelli. E’ stata tra i pionieri italiani del project financing; opera anche nei settori di costruzioni, infrastrutture e ristrutturazioni. Ha sedi a Milano e Roma e al momento ha un portafoglio ordini consolidato che vale 890 milioni, dei quali il 96% concentrato in Italia. La società è 47ma in Italia nella classifica dei costruttori per ricavi 2017, con 67,7 milioni di euro di valore della produzione, in calo di oltre il 22% dal 2016, e con un ebitda di 952 mila euro, in crollo del 92% (si veda qui la classifica stilata dalla società di consulenza specializzata Gualmari).
Quanto ad Acque Minerali d’Italia, l’azienda aveva depositato il 3 marzo scorso al Tribunale di Milano la domanda di ammissione al concordato in bianco, a seguito dell’istruttoria da parte dei consulenti di Mediobanca (si veda altro articolo di BeBeez). Il ricorso al concordato in bianco, scrivevano in una nota i sindacati, “consentirà la continuità aziendale e la continuità occupazionale in tutte le aziende del gruppo. Il ricorso a questo strumento si è reso necessario per permettere la ristrutturazione del debito e la conseguente ripartenza, con la presentazione di un Piano di rilancio complessivo nei prossimi 120 giorni”. Inoltre, si legge ancora, “la scelta di ricorrere a procedure concorsuali da parte della proprietà, secondo i sindacati lucani di categoria, è necessaria proprio perché vi è una volontà dichiarata di non voler chiudere nessun stabilimento in Italia, e tanto meno di procedere a riduzioni di personale, l’obiettivo è, e resta quello di ritornare a lavorare a pieno regime entro le prossime due settimane”. Recentemente si erano diffusi voci circa una possibile cessione di quote di minoranza dei marchi Gaudianello, Norda e Sangemini a SanBenedetto spa, ma ora il concordato potrebbe rimescolare le carte.
Acque Minerali d’Italia nel marzo 2016 aveva formalizzato l’acquisizione da Fonti del Vulture (joint venture tra Coca-Cola Hbc Italia e The Coca-Cola Company) dello stabilimento lucano di acque minerali di Monticchio Bagni (marchi Toka, Solaria e Felicia), arrivando complessivamente a contare oltre 20 brand e a operare con otto stabilimenti di produzione dislocati in tutto il territorio italiano, con 26 sorgenti a disposizione e 27 linee di produzione per l’imbottigliamento. Nel settembre 2016 Acque Minerali d’Italia aveva emesso un bond da 6 milioni a 5 anni a tasso fisso con struttura amortizing, che è stato interamente sottoscritto dal fondo Antares AZ1, gestito da Futurimpresa sgr, controllata da Azimut Holding (si veda altro articolo di BeBeez). Acque Minerali d’Italia, con sede a Milano, ha chiuso il 2018 con ricavi per 121,2 milioni di euro, un ebitda di 4,94 milioni e una posizione finanziaria netta di 74,8 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus, una volta registrati gratuitamente).
Ricordiamo infine che la famiglia Pessina controlla all’80% lo storico quotidiano l’Unità, che ha interrotto le pubblicazioni per la terza volta in 17 anni nel giugno 2017, affossato da un’enorme mole di debiti. Nell’aprile 2019 il noto giornalista televisivo Michele Santoro aveva presentato un’offerta per rilevare il quotidiano (si veda l’Agi).