Groupama Asset Management sgr con il suo fondo di direct lending Supply Chain Fund ha superato il miliardo di euro di erogato in finanziamenti alle pmi italiane dall’inizio dell’attività nel 2016. Lo ha annunciato ieri Alberico Potenza, direttore generale di Groupama am sgr, in occasione del suo intervento al Caffé di BeBeez in aroma web su Private capital e assicurazioni (si veda qui il video dell’evento e qui il comunicato stampa).
Nel dettaglio, il fondo ha acquistato nel complesso 19.550 fatture di cui 8.061 nel 2019 per un totale di 420 milioni e oltre 5300 fatture quest’anno per altri 200 milioni.
Ogni anno il fondo raccoglie impegni di investimento per l’anno successivo e, al 30 settembre 2019, nell’ultima tornata di sottoscrizioni, aveva raccolto impegni per 60 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Di quel totale, circa 20 milioni di euro erano stati sottoscritti da Cattolica Assicurazioni, HDI Assicurazioni (Gruppo Talanx), ITAS Mutua e dal fondo pensione Previbank, a cui si è aggiunto il rinnovo dell’impegno del gruppo assicurativo Groupama per 40 milioni. Negli anni precedenti il fondo aveva ottenuto la fiducia, oltre che della casa madre, anche da altri due diversi fondi pensione, e cioé Alifond, fondo pensione negoziale del settore alimentare (all’interno di un mandato di gestione preesistente) e Byblos, fondo pensione dei lavoratori dipendenti delle aziende grafiche, editoriali, della carta e del cartone, cartotecniche e trasformatrici.
L’importo sottoscritto dagli investitori viene reinvestito dal fondo in media quattro-cinque volte nell’arco di un anno, essendo la duration media delle fatture di circa 70-90 giorni. Per questo motivo la potenza di fuoco del fondo è molto più elevata sia del valore degli impegni di investimento raccolti sia degli impegni effettivamente richiamati: i richiami dall’inizio dell’attività a oggi sono stati per circa 100 milioni.
Il Supply Chain Fund è il primo fondo di direct lending specializzato nell’acquisto di crediti commerciali. E’ il primo fondo di credito in Italia ad aver ottenuto a febbraio 2016 il via libera di Banca d’Italia e resta unico nel suo genere anche a livello europeo. Il Supply Chain Fund interviene in ottica di filiera, finanziando il circolante delle imprese attraverso accordi “su misura” con aziende di grandi e medie dimensioni, in relazione ai crediti vantati dai loro fornitori, con le fatture che sono originate e gestite dalla piattaforma fintech Fifty Finance srl, società fondata da Michele Ronchi e partecipata dalla stessa Groupama am sgr e da Tesi Square spa (si veda altro articolo di BeBeez).
Il portafoglio del fondo vede oggi una prevalenza di debitori attivi in settori poco o per nulla impattati dalla crisi Covid-19. In particolare, si tratta di aziende di medie o grandi dimensioni dei settori energy, tlc, farmaceutico e alimentare (verso la GDO), sebbene siano presenti in portafoglio anche posizioni nel settore automotive. Potenza ha anche detto che il 53% delle operazioni condotte dal fondo è di factoring diretto e il restante 47% di reverse factoring, con le posizioni pro-soluto che rappresentano il 60% e con l’80% dei debitori che si collocano nelle due fasce di rating più elevate.
“In questo momento di particolare difficoltà per molte imprese italiane, il reverse factoring si è rivelato un’ottima soluzione per preservare da un lato la salute delle filiere dei fornitori delle aziende medio-grandi e dall’altro per ottimizzare i flussi di cassa delle stesse aziende capo-filiera”, ha commentato Potenza, sottolineando che “l’investimento nel Supply Chain Fund è assimilabile a quello in un prodotto obbligazionario a brevissimo termine, con un merito di credito elevato e un rendimento obiettivo lordo pari al tasso euribor 3 mesi più 300 punti base (200 punti base netto, ndr), con un profilo rischio-rendimento interessante in particolare per le compagnie di assicurazione, tenuto anche conto del basso tasso di assorbimento di capitale di vigilanza richiesto dalla direttiva Ue Solvency II per questo tipo di investimenti”.
Il tema del costo del capitale di vigilanza da allocare per gli investimenti alternativi non è in effetti per nulla secondario per chi deve decidere come allocare il portafoglio di una compagnia assicurativa e infatti gli interventi di ieri al Caffé di BeBeez vi hanno dedicato parecchia attenzione. Nei prossimi giorni BeBeez pubblicherà un approfondimento.