![Il bond Trevi Finanziaria all'ExtraMot Pro](https://bebeez.it/files/2018/01/Schermata-2018-01-19-alle-06.37.20.png)
I fondi di private equity scaldano i motori in attesa dell’aumento di capitale di Trevi Finanziaria Industriale, il gruppo leader mondiale nell’ingegneria del sottosuolo e attivo anche nel settore delle perforazioni, quotato a Piazza Affari, partecipato al 16,85% da Cdp Equity e controllato dalla famiglia Trevisani con il 32,73%. Il Consiglio di amministrazione del gruppo lo scorso novembre aveva infatti giudicato necessario un rafforzamento patrimoniale nell’ambito di un piano di ristrutturazione che vada a riequilibrare la situazione finanziaria e che sarà implementato dal chief restructuring officer Sergio Iasi, nominato poco prima di Natale.
I ricavi consolidati erano scesi nel semestre a 460 milioni di euro (dai 519,3 milioni del primo semestre 2016), soprattutto a causa di un calo di 49,3 milioni nel settore oil&gas, che risente del perdurante trend negativo del settore a livello mondiale, che influisce sull’acquisizione di nuovi ordini, nonché del mancato avanzamento a seguito della cancellazione della commessa di YPFB, per la fornitura di tre impianti di perforazione in Bolivia.
L’ebitda è stato negativo per 18,8 milioni, in crollo di 81,2 milioni da un ebitda positivo per 62,3 milioni nel primo semestre 2016, con la conseguenza di registrare una perdita netta di ben 118,3 milioni (da una perdita di 23,6 milioni nel semestre 2016). Un risultato dovuto anche dalla svalutazione delle imposte differite attive (derivanti da perdite fiscali e da variazioni temporanee) per circa 12 milioni a a seguito delle valutazioni di recuperabilità effettuate al 30 giugno 2017.
Il tutto accade a fronte di un indebitamento finanziario netto di ben 565,9 milioni (dai 440,9 milioni di fine 2016), con il peggioramento riconducibile prevalentemente al settore oil&gas e al minore volume di cessioni pro-soluto effettuate rispetto a fine 2016. Già al 30 giugno la maggior parte dei debiti verso banche era stata riclassificata a breve termine, proprio perchè il gruppo aveva proposto agli istituti di credito la sottoscrizione di un accordo di standstill, per consentire di gestione il processo di riorganizzazione del settore oil&gas.
Nel frattempo il Cda ha deliberato di posticipare l’approvazione su base volontaria dei dati finanziari relativi al terzo trimestre dell’esercizio, anche in attesa del completamento dell’analisi sulle eventuali rettifiche da apportare ad alcune poste di bilancio della società, con l’obiettivo di approvare i conti al più presto e comunque entro fine febbraio.
Tra i soggetti potenzialmente interessati a supportare Trevi nel percorso di ristrutturazione ci sarebbe il fondo QuattroR. Secondo quanto riferito da Debtwire, infatti, il fondo specializzato in turnaround ha dato mandato a Leonardo & Co-Houlihan Lokey per valutare un possibile intervento in fase di aumento di capitale di Trevi Finanziaria. Quest’ultima a propria volta ha nominato come advisor per la ristrutturazione Vitale & Co e lo studio legale Lombardi Segni e Associati. Quanto alle banche creditrici, hanno nominato Rothschild e lo studio legale Molinari e Associati. Infine i consulenti di PwC starebbero effettuando una due diligence per verificare le effettive esigenze di cassa.
Le dimensioni dell’aumento di capitale dovrebbero essere tra i 200 e i 300 milioni di euro e si dice che la famiglia Trevisani sia pensando di cedere la partecipazione in Cantieri del Pardo, proprio per fare cassa per sottoscrivere l’aumento.
Intanto il bond da 50 milioni quotato all’ExtraMot Pro è crollato sino a poco sopra quota 64 centesimi, sotto i minimi di un mese fa attorno a 68,9, all’indomani della nomina del Cro. Meglio, invece, va il titolo in borsa, dove ieri ha chiuso a quota 0,3995 euro, in rialzo dell’1,68% e al di sopra dei minimi di un mese fa a quota 0,2894 euro.