Prosegue il nostro viaggio tra i cantautori italiani al tempo del confinamento, ai quali BeBeez chiede di lasciare un videomessaggio per i suoi lettori (lo trovate in fondo all’articolo). Il sesto incontro con la musica è con Paolo Belli, che dice: “Nutriamoci di musica per ossigenare l’anima”
Nato musicalmente verso la metà degli anni Ottanta, con il debutto ufficiale al Festival di Sanremo del 1989 con i Ladri di Biciclette, Paolo ha esplorato gran parte delle diverse sfaccettature del mondo dello spettacolo. “Ero un ragazzo che aveva dei sogni e si sono avverati; ne avevo molti e li ho realizzati, guadagnandomeli sul campo: ho studiato molto, fatto tanta gavetta, cercando di crescere sempre, come a casa: ci tenevo ad avere una bella famiglia e sono quarant’anni che sto con mia moglie, per amore certo ma anche con impegno”, ci ha raccontato.
La musica, da sempre al centro della sua vita, è diventata negli anni il filo conduttore naturale che gli ha permesso di cimentarsi con la televisione; inizialmente con Giorgio Panariello nelle tre edizioni di Torno Sabato, poi negli ultimi 14 anni al fianco di Milly Carlucci per Ballando con le Stelle, oltre le molte edizioni di Telethon in qualità di protagonista come co-conduttore e interprete musicale, le esperienze di intrattenimento con le rubriche realizzate al seguito di diverse edizioni del Giro d’Italia e le recenti esperienze con Lo Zecchino d’Oro, conducendo gli speciali di Natale degli ultimi 4 anni.
Amante del teatro, si è sperimentato per la prima volta nel 2007 con Dillo con un Bacio, e ritrovato a dieci anni di distanza con Pur di fare Musica, “sit-com musicale” scritta e diretta da Alberto Di Risio, con grande successo di critica e pubblico.
Uomo da palcoscenico, solo negli ultimi 10 anni ha toccato oltre 500 le piazze. Negli anni è stato per tre volte sul palco del Festival di Sanremo, per ben cinque edizioni sul palco del Concerto del 1^ Maggio a Roma e ha vinto due edizioni del Festivalbar. Le ultime uscite discografiche sono del maggio 2019 con Sei il mio giorno di Sole e marzo 2020 con Fuori la Paura, brano interpretato con i Nomadi – su Youtube dal 3 aprile scorso – i cui proventi delle vendite sono stati destinati all’Ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia per la lotta al contrasto al Covid19.
È anche l’interprete dell’inno ufficiale della Juventus F.C. che accompagna da 10 anni la squadra nei suoi incontri casalinghi. Impegnato da sempre nella solidarietà, attraverso l’associazione “Rock no War”, la “Nazionale Italiana Cantanti”, di cui è stato presidente, e altre iniziative magari meno visibili ma in grado di donare sollievo e contributi alle persone meno fortunate. Nell’ottobre del 2012 Paolo Belli, per la casa editrice Aliberti, ha pubblicato la propria biografia, scritta a quattro mani con la giovane scrittrice Elisa Casseri, dal titolo Sotto questo Sole, come mi è successo tutto quello che mi è successo.
Questo confinamento è arrivato nel momento della programmazione dei grandi concerti estivi. Adesso cosa succede?
“La categoria dello spettacolo e della musica versano in gravi difficoltà e prima di un anno non ne saremo fuori. L’arte si può certamente condividere virtualmente ma il bisogno del contatto con le persone è altrettanto forte, in particolare per me e per il mio genere di spettacolo. Se posso arrivare alla gente attraverso le piattaforme non è vero il contrario e le emozioni si nutrono di scambi. A me piace un’arte ‘sanguigna’ anche per il tipo di trasmissione televisiva che faccio dove il contatto con le persone è diretto. Dal punto di vista economico si annuncia un disastro soprattutto per tutti coloro che lavorano dietro le quinte. Intorno a me ad esempio si muovono e vivono 24 famiglie.”
Probabilmente in questo periodo si ascolta più musica. Che impatto sta avendo lo stop ai concerti sul mondo e sul mercato della musica?
“Ogni momento tragico genera di solito una creatività straordinaria e accadrà anche questa volta per le vibrazioni che sono attivate ma non riesco a leggere i social come una buona soluzione se sono sostitutivi dello spettacolo dal vivo perché la piazza è impagabile. Quanto all’ascolto della musica credo che la ascoltiamo quanto prima seppur in modo diverso, su canali diversi, prevalentemente on line da casa, per non dire esclusivamente, ma non ne possiamo fare a meno perché è l’ossigeno dell’anima e in questo ci accontentiamo di sentirla come possiamo. Certo non si può fare a meno di respirare.”
Cosa stai facendo musicalmente in questo periodo?
“Le prime due settimane non avevo voglia di fare nulla perché ero angosciato, poi come tutti ho sentito il bisogno di suonare, di fare dirette e così è iniziato lo scambio con il pubblico. In modo diverso ho continuato a fare quello che faccio di solito, intrattenere gli altri per intrattenere me stesso, insieme ai miei musicisti, attraverso piattaforme che permettono una presenza collettiva virtuale. Faccio molta bicicletta, viaggiando con l’immaginazione e scrivo molto, tirando fuori tutto quello che ho dentro e per ora lascio che sia.”