Intermonte Partners sim spa, holding di controllo di Intermonte SIM, ha presentato ieri a Borsa Italiana la domanda di ammissione a quotazione su AIM Italia (si veda qui il comunicato stampa). L’ammissione alle negoziazioni avverrà a seguito del perfezionamento del collocamento istituzionale iniziato lo scorso 6 ottobre (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che più di 60 azionisti di Intermonte venderanno 13,75 milioni di azioni ordinarie, che comprese quelle oggetto di opzione greenshoe, rappresentano il 42,8% del capitale. Le azioni saranno quotate a un prezzo compreso tra 2,60 e 2,90 euro per azione, per una capitalizzazione complessiva di mercato della società, al netto delle azioni proprie, compresa tra circa 83,6 milioni, sulla base del prezzo minimo e, circa 93,2 milioni sulla base del prezzo massimo. Il range, incluse le azioni proprie, corrisponde a una capitalizzazione complessiva tra circa 94,1 milioni e circa 105,0 milioni.
Intermonte Partners, guidata dall’amministratore delegato Guglielmo Manetti, aveva annunciato lo scorso settembre l’avvio dell’iter di quotazione su Aim Italia, con l’obiettivo di rendere la struttura del capitale più flessibile, valorizzare al meglio il proprio modello di partnership, sostenere l’ulteriore crescita sul mercato anche per linee esterne, in particolare nel segmento dei canali digitali e nell’investment banking, e attrarre nuovi talenti anche tramite azioni e piani di stock option (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel processo di ammissione alla quotazione, Intermonte è assistita da Intesa Sanpaolo, tramite la divisione IMI Banca, che agirà in qualità di global coordinator e bookrunner e da BPER Banca in qualità di Nominated Advisor (Nomad). Lo studio legale Gatti Pavesi Bianchi Ludovici è il consulente legale incaricato di seguire l’operazione, mentre BC Communication è l’advisor per la comunicazione.
Nel primo semestre 2021 Intermonte ha accfesciuto i ricavi del 60,8% a 24,2 milioni di euro (dai 15 milioni del primo semestre 2020), mentre l’utile netto di pertinenza del gruppo ha registrato una crescita del 205,7% a 5,5 milioni (da 1,8 milioni). il tutto con un rapporto costo del lavoro/ricavi stabile al 45% e un rapporto costi/ricavi al 63,3%. Il bilancio 2020, invece, si era chiuso con circa 41 milioni di euro di ricavi, un margine operativo di 21,7 milioni e un utile netto di 9,2 milioni.
Quanto ai coefficienti prudenziali CET1 Capital Ratio, Tier 1 Capital Ratio e Total Capital Ratio, a fine 2020 risultavano essere tutti superiori al 26,6%, quindi di gran lunga superiori ai requisiti regolamentari minimi (rispettivamente 4,5%, 6% e 8%). Le cose quest’anno su questo fronte sono comunque migliorate ulteriormente, con il Total Capital Ratio salito al 41,2% al 30 giugno 2021.