Parte oggi il bookbuiding di Intermonte Partners, la holding di controllo di Intermonte sim, che quoterà in borsa il 42,8% del capitale. Lo ha annunciato ieri la società, a valle della presentazione a Borsa Italiana della comunicazione di pre-ammissione sul segmento Aim Italia (si veda qui il comunicato stampa). L’annuncio della quotazione era stato dato la scorsa settimana (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel dettaglio, più di 60 azionisti di Intermonte venderanno 13,75 milioni di azioni ordinarie, che comprese quelle oggetto di opzione greenshoe, rappresentano il 42,8% del capitale. Le azioni saranno quotate a un prezzo compreso tra 2,60 e 2,90 euro per azione, per una capitalizzazione complessiva di mercato della società, al netto delle azioni proprie, compresa tra circa 83,6 milioni, sulla base del prezzo minimo e, circa 93,2 milioni sulla base del prezzo massimo. Il range, incluse le azioni proprie, corrisponde ad una capitalizzazione complessiva tra circa 94,1 milioni e circa 105,0 milioni.
Nel contesto della quotazione su Aim Italia, la società, gli azionisti venditori e il top management assumeranno taluni impegni di lock-up, in linea con la prassi di mercato per operazioni similari, per i primi 12 mesi su tutte le proprie azioni; inoltre, ciascun azionista di Intermonte titolare di azioni ordinarie rappresentanti più dell’1% del capitale sociale votante della società, assumerà un ulteriore impegno di lock-up, per i successivi 12 mesi, sul 50% delle azioni ordinarie dagli stessi possedute alla data di inizio delle negoziazioni. Inoltre il top management (Guglielmo Manetti, Fabio Pigorini, Andrea Lago, Guido Pardini e Dario Grillo) e i soci fondatori (Alessandro Valeri e Gian Luca Bolengo) sottoscriveranno un patto parasociale che prevede un lock-up di 36 mesi a partire dalla data di inizio delle negoziazioni, con riferimento a 7,7 milioni di azioni dagli stessi complessivamente conferite nel patto, pari al 24% circa delle azioni in circolazione, rappresentative del 21,3% circa del capitale sociale.
Intermonte Partners aveva annunciato lo scorso settembre l’avvio dell’iter di quotazione su Aim Italia, con l’obiettivo di rendere la struttura del capitale più flessibile, valorizzare al meglio il proprio modello di partnership, sostenere l’ulteriore crescita sul mercato anche per linee esterne, in particolare nel segmento dei canali digitali e nell’investment banking, e attrarre nuovi talenti anche tramite azioni e piani di stock option (si veda altro articolo di BeBeez). Nel processo di ammissione alla quotazione, Intermonte è assistita da Intesa Sanpaolo, tramite la divisione IMI Banca, che agirà in qualità di global coordinator e bookrunner e da BPER Banca in qualità di Nominated Advisor (Nomad). Lo studio legale Gatti Pavesi Bianchi Ludovici è il consulente legale incaricato di seguire l’operazione, mentre BC Communication è l’advisor per la comunicazione.
Intermonte lavora su quattro aree di attività (Investment Banking, Global Markets, Sales & Trading, Digital Division & Advisory) e di recente ha ulteriormente allargato il business ai club deal, grazie alla partnership con QCapital (si veda altro articolo di BeBeez), società che organizza investimenti in private equity da parte di gruppi di singoli investitori, fondata lo scorso aprile da Stefano Miccinelli (presidente, storico co-fondatore di Investitori Associati e poi partner di Bain&Co), Renato Peroni (anch’egli veterano di Investitori Associati e Bain&Co), Massimo Busetti (già senior partner di BCG), Giovanni Pedersoli (partner di Pedersoli Studio Legale) e Francesco Niutta (già partner di Fineurop Soditic, che ha il ruolo di amministratore delegato) (si veda altro articolo di BeBeez). Obiettivo della partnership tra Intermonte e QCapital è applicare al public market lo stesso approccio utilizzato per organizzare club deal di private equity e quindi investire in minoranze di società italiane già quotate oppure in pre-ipo.
Intermonte vanta oggi una delle posizioni patrimoniali più solide tra le società finanziarie italiane (Total Capital Ratio 41,2% al 30 giugno 2021) con notevole eccesso di capitale utilizzabile per cogliere possibili interessanti opportunità di crescita per linee esterne in settori strategici come il canale digitale e l’investment banking e sostenere una generosa politica di dividendo, che negli ultimi due anni ha portato a un payout medio superiore al 90%. Nel primo semestre 2021 Intermonte ha accfresciuto i ricavi del 60,8% a 24,2 milioni di euro (dai 15 milioni del primo semestre 2020), mentre l’utile netto di pertinenza del gruppo ha registrato una crescita del 205,7% a 5,5 milioni (da 1,8 milioni). il tutto con un rapporto costo del lavoro/ricavi stabile al 45% e un rapporto costi/ricavi al 63,3%.
Alla crescita hanno contribuito tutte le business unit. Il Sales & Trading (35% del totale) ha chiuso il primo semestre a 8,5 milioni (+10,1% dai 7,7 milioni del primo semestre 2020). Segue poi la divisione Global Markets (33% del totale) che ha chiuso a 7,8 milioni (+ 94,5% da 4 milioni). E’ stato però l’Investment Banking (26% dei ricavi) a registrare la maggiore crescita dei ricavi, più che triplicati a 6,4 milioni (da 2,1 milioni), grazie alla quotazioni dei cantieri navali The Italian Sea Group, alla conclusione dell’attività di advisory al Credito Valtellinese, all’interno dell’opa condotta da Credit Agricole e a diverse operazioni di accelerated book building. Quanto alla business unit Digitale & Advisory (6% dei ricavi), il fatturato è cresciuto del 20,3% a 1,4 milioni (da 1,2 milioni) grazie all’ottima performance di T.I.E. (The Intermonte Eye), divisione specializzata nell’offerta di contenuti e outlook esclusivi sui mercati finanziari e su soluzioni di investimento), come risultato della crescita dell’attività commerciale nei confronti del segmento dei promotori finanziari e a una crescente fidelizzazione di questi ai servizi digitali offerti.
Guglielmo Manetti, amministratore delegato di Intermonte ha commentato: “L’ipo è un passo importante nell’evoluzione del nostro modello di partnership che ci consente di rafforzare il posizionamento come operatore di riferimento leader nel segmento delle pmi, e accelerare lo sviluppo del business, in particolare nei servizi digitali e nell’investment banking, anche per linee esterne. La struttura più flessibile del capitale aumenterà il commitment dei partner e favorirà l’attrazione di nuove competenze e talenti indispensabili per continuare il nostro percorso di crescita.”