In Italia sono meno di un terzo le donne tra i dirigenti delle imprese italiane. Eppure, i dati ormai lo attestano, un peso della componente femminile nel management superiore al 30% si accompagna a migliori performance dell’azienda in termini di margine operativo lordo (+18,5%), tasso di infortuni (-40%), profili di rischio inferiori e un tasso di turnover in entrata superiore del 138% rispetto alle aziende a guida maschile.
Sono alcuni dei dati presentati al discorso di apertura della 14ma edizione del CreditVillageDay (CVDay), intitolato “Women in credit. Building a new era: tra accelerazioni e ripensamenti”, di cui BeBeez è stato media partner. All’evento, che si è tenuto il 24 novembre scorso al Crowne Plaza Hotel di San Donato Milanese, sono state presentante numerose best practice aziendali in materia di diversità di genere, a cominciare dall’adozione di specifiche politiche ESG tese a favorire l’occupazione e le pari opportunità (si veda qui il comunicato stampa).
Nel dettaglio, nella tavola rotonda dedicata alla “Smaterializzazione del posto di lavoro” sono stati analizzati i nuovi modelli organizzativi del lavoro, a cominciare dallo smart working, riflettendo su come il lavoro agile abbia già influito sulla gestione logistica degli edifici, la riorganizzazione degli spazi e i diversi comparti dell’indotto. Gli spazi cambieranno e di conseguenza cambierà il valore degli immobili che è da sempre soggetto ai trend del momento. I grandi centri direzionali stanno perdendo centralità mentre sul residenziale si registra un boom di richieste di immobili grandi, con spazi esterni e in location più periferiche che erano state un po’ messe da parte dal mercato. Alcuni processi, come il restructuring, erano impostati in modalità a distanza già da tempo e questo ha permesso, soprattutto in Italia dove ogni azienda è caratterizzata da pluriaffidamenti, una più ampia partecipazione alle riunioni. Di positivo c’è anche il fatto che il lavoro agile contribuirà ad aumentare l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro, consentendo di conciliarlo meglio con le esigenze della vita familiare.
Nella sessione dedicata all’innovazione tecnologica nell’industria del credito, è emerso che è sempre più centrale per tutte le aziende, dalle più piccole alle più grandi, aumentare la digitalizzazione dei processi e investire sulle nuove tecnologie che devono essere percepite come un “accompagnamento” all’attività umana per innalzare il livello di performance. Senza dubbio ci sono diverse attività, come i marketplace e le piattaforme di scambio di dati, che hanno beneficiato di intelligenza artificiale e robotica, ma non sono mancati esperimenti meno riusciti, che hanno mostrato i limiti dell’applicazione tecnologica a favore dell’intervento umano.
L’ultima tavola rotonda si è concentrata sul mercato del servicing. Il suo titolo, “Servicer: big better than small?”, fa riferimento al fatto che oggi un numero limitato di grandi player che hanno in gestione volumi molto significativi di crediti e che si caratterizzano per l’elevata standardizzazione dei processi, si accompagnano a un esercito di servicer di dimensioni ridotte, che a loro volta possiedono caratteristiche e compentenze molto specifiche, hanno una profonda conoscenza del territorio e garantiscono ottime performance. Un panorama complesso e in continua evoluzione in cui ogni operatore dovrà mettere in campo specifiche strategie per affrontare le sfide future e non deludere aspettative di affidabilità, performance e sostenibilità, che diventeranno sempre più centrali nella gestione dei crediti.
L’attenzione è stata puntata verso le committenti che dovrebbero guardare molto di più a parametri oggettivi che a quelli meramente quantitativi, non più sufficienti a rappresentare la realtà. L’invito è a considerare l’organizzazione della struttura, l’efficienza dei processi, le performance e, non ultimo, il rispetto della sicurezza dei dati piuttosto che il solo fatturato o il numero di pratiche lavorate. Non fa bene a nessuno acuire la contrapposizione piccolo/grande per non rischiare di lasciare fuori dal mercato operatori piccoli ma efficienti che puntano a crescere. Anche perché questi servicer in tanti casi rientrano dalla finestra attraverso affidamenti in subappalto. Infine, non va trascurata la sicurezza informatica. I cyber attacchi più recenti, infatti, hanno dimostrato che grande non è sinonimo di sicuro.