Borderless Capital, venture capital con sede a Miami che investe nell’ecosistema Algorand, ha effettuato il closing del veicolo Planets.Fund a quota 10 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa). Il fondo è dedicato alla costruzione di un’economia basata sui green data grazie a PlanetWatch.
Quest’ultima è una società franco-italiana fondata nel 2020 in Francia da Claudio Parrinello come spin-off del Centro europeo per la ricerca nucleare (CERN). La società gestisce la prima rete decentralizzata al mondo per il monitoraggio della qualità dell’aria, al chiuso e all’aperto, basata sulla blockchain di Algorand, che si avvale della collaborazione dei PlanetWatchers, ossia i gestori dei sensori connessi alla rete PlanetWatch, e che sono remunerati per l’invio dei dati tramite l’utility token di PlanetWatch, chiamato Planets.
Gli investitori del Planets.Fund, oltre a Borderless Capital che ha il ruolo di anchor investor con 1 milione di dollari, sono fondi internazionali del calibro di SkyBridge, JUMP Capital, Kenetic Capital, Algorand Inc, Meld Ventures e Youbi Capital, insieme ad alcuni business angel tra cui Robert Matza, Steven Tannenbaum, Joseph Naggar e Deeb Salem (partner di GoldenTree); Woodrow Levin (ceo di Extend.com), Sam Frankfort (partner di Benvolio Group), Steve Kokinos (ceo di Algorand), Kenzi Wang (fondatore di Cere e managing partner di Hyperedge Capital), Sonny Signh (cofondatore di BitPay) e alcuni memebri del network di business angel Genesis Capital.
Borderless Capital, insieme ad Eterna Capital e ad Algorand aveva già investito in PlanetWatch nell’aprile 2020 attraverso Eterna Borderless Venture Studio, un veicolo di investimento destinato a finanziare nuovi progetti che costruiscono applicazioni sulla piattaforma sviluppata da Algorand Inc. (si veda altro articolo di BeBeez). In totale, PlanetWatch aveva incassato 1,3 milioni di euro nel 2020 attraverso un round pre-seed del gennaio 2020, tre contributi a fondo perduto in gennaio, aprile e agosto, un round seed a maggio e infine un prestito in settembre (si veda Crunchbase).
I dati raccolti dai sensori di PlanetWatch sono trascritti su blockchain Algorand, creando un archivio certificato globale della qualità dell’aria. La rete dei PlanetWatchers conta ad oggi oltre 20 mila sensori sparsi in tutto il mondo, dato in costante e rapido aumento. PlanetWatch è stata lanciata sulla rete Algorand MainNet nell’agosto 2020. Il Planets.Fund, che manterrà una posizione di lungo termine nei token Planets e nell’equity della società, sta pianificando di investire i capitali raccolti per implementare una rete globale di migliaia di sensori di qualità dell’aria PlanetWatch in tutto il mondo.
Parrinello, ceo di Planetwatch, ha dichiarato: “Attualmente stiamo costruendo la più grande rete di monitoraggio della qualità dell’aria al mondo, quindi le risorse del fondo saranno fondamentali per accelerarne la realizzazione”.
David Garcia, ceo e managing partner di Borderless Capital, ha aggiunto: “Siamo consapevoli che l’inquinamento atmosferico costituisce una delle minacce più gravi per la salute pubblica, con 9 persone su 10 in tutto il mondo che vivono in luoghi in cui gli inquinanti superano i limiti stabiliti dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Planets.Fund nasce proprio con l’intento di accelerare lo sviluppo di un monitoraggio responsabile della qualità dell’aria su blockchain Algorand, l’unica carbon-negative del mercato, che ci aiuterà a mitigare il problema con dati affidabili e allo stesso tempo a creare valore per i nostri investitori, per la rete PlanetWatch e principalmente per il pianeta Terra”.
Algorand, ideata nel 2017 da Silvio Micali, docente di informatica al MIT e vincitore nel 2012 del prestigioso premio Alan Turing, una sorta di Nobel per l’informatica, è una blockchain di terza generazione, dopo Bitcoin ed Ethereum. Consuma molta meno energia delle due precedenti e ha risolto il cosiddetto “Blockchain Trilemma”, ovvero il problema di raggiungere contemporaneamente alti livelli di decentralizzazione, sicurezza e scalabilità. Il suo Pure-Proof-of-Stake, il protocollo di consenso distribuito, consente di gestire oltre 1000 transazioni al secondo, finalizzare blocchi in meno di 5 secondi e considerare le transazioni contenute in ogni blocco come immediatamente affidabili. PlanetWatch utilizza Algorand sia come deposito dati, che diventano immodificabili, che per il tracciamento e ricompensa per tutti i flussi.
Tra gli investitori in Algorand rientra Eterna Capital, operatore specializzato in investimenti in blockchain, fondato a Londra nella primavera del 2018 dall’italiano Andrea Bonaceto (cofondatore di HiredGrad, piattaforma di reclutamento del personale supportata dall’Imperial College Incubator, oltre che coautore delle prime opere d’arte digitali Nft realizzate in collaborazione con un robot, si veda altro articolo di BeBeez) e da tre giovani ex analisti di BlackRock: Nassim Olive, Asim Ahmad e Mattia Mrvosevic. Eterna Capital a fine ottobre 2020 ha lanciato con Albemarle Asset Management (boutique di investimento britannica con sede a Londra e sinora specializzata in strategie equity) il nuovo fondoVenture Capital Eterna Blockchain II, che investirà in progetti sulla tecnologia distributed ledger.
Insieme ad Algorand e a Borderless Capital, nell’aprile 2020 Eterna Capital ha lanciato Eterna Borderless Venture Studio, un veicolo di investimento destinato a finanziare nuovi progetti che costruiscono applicazioni sulla piattaforma sviluppata da Algorand Inc. (si veda altro articolo di BeBeez). Nell’ottobre 2020, sempre insieme a Borderless Capital e alla Algorand Foundation, Eterna ha lanciato l’Algorand Europe Accelerator, allo scopo di finanziare progetti early stage di applicazioni dedicate alla piattaforma sviluppata da Algorand (si veda altro articolo di BeBeez). Nel novembre 2020 Algorand e InfoCert, certification authority che fa capo a Tinexta, hanno stretto una partnership per lo sviluppo dell’identità digitale basata su blockchain (si veda altro articolo di BeBeez). Lo scorso marzo Algorand e Siae (Società Italiana Autori ed Editori) hanno lanciato la tokenizzazione del diritto d’autore (si veda altro articolo di BeBeez). L’accordo tra le due società risale al 2019.