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di Giuliano Castagneto e Francesca Vercesi
Banca Investis (la ex BIM) ha acquisito il 100% del Fante Group, società italiana di consulenza finanziaria indipendente specializzata nei servizi di corporate finance (si veda qui il comunicato stampa). È stato, quindi, sottoscritto un accordo vincolante per acquisire tutto il capitale del gruppo di financial advisory dai soci fondatori e manager, ossia Roberto Testore, (l’ex ad di Finmeccanica, Fiat Auto e Trenitalia), presidente, e Paolo Fassio, amministratore delegato, in precedenza head of product di UBS per il mercato italiano. Al Fante Group fanno capo le società operative Fante Advisory, Fante Restructuring e Pantheon, oltre alla partecipazione di minoranza in Fante Logistica Srl.
Il corrispettivo per l’acquisizione non è stato per ora reso noto ma sarà corrisposto per il 50% al closing e per il restante 50% sotto forma di earn-out al raggiungimento di determinati obiettivi di risultato ante imposte di Fante nei tre anni successivi al closing. Il closing dell’operazione, atteso entro il 30 giugno 2022, è soggetto ad alcune condizioni sospensive, tra cui il nulla osta della Banca d’Italia.
Banca Investis è stata assistita da Pedersoli Studio Legale e da PwC, rispettivamente per i profili legali e finanziari, inclusa la due diligence. Fante si è avvalsa di Studio Legale Pavesio e Associati con Negri-Clementi.
Fante, fondata nel 2008 da Testore e Fassio è un gruppo di consulenza indipendente che integra competenze trasversali nelle aree del corporate finance, M&A, debt advisory, restructuring advisory e advisory industriale e strategico. I due manager, con i quali sono stati sottoscritti specifici management agreement, continueranno a operare in Fante rispettivamente con il ruolo odierno di presidente e amministratore delegato, riportando direttamente all’amministratore delegato del gruppo Banca Investis, Claudio Moro.
In coerenza con le linee guida del piano strategico 2020-2025 di Banca Investis, “l’operazione, finanziata ricorrendo ai mezzi propri, risulta funzionale a rafforzare il posizionamento nei settori della consulenza in cui opera Fante e a creare e sviluppare un polo per i servizi di corporate & investment banking”, ha spiegato la private bank torinese guidata da Moro.
Negli ultimi cinque anni, Fante ha chiuso oltre trenta operazioni, grazie a un team di circa 20 risorse di cui oltre 15 professional dedicati alle attività di advisory di corporate finance e a un importante network di senior advisor e industry expert. Agli attuali settori di specializzazione (automotive, TelCo, food & beverage, technology, utilities, luxury & fashion, railway e IT) se ne potranno aggiungere altri, anche grazie all’integrazione nel Gruppo Banca Investis.
Attraverso l’operazione si rafforza dunque il nuovo modello strategico-operativo di Banca Investis nelle tre aree di business in cui si articola il gruppo: wealth management, asset management e corporate & investment banking.
Rientra in questa strategia anche la cessione della joint venture assicurativa con UnipolSai , cioè BIM Vita, che vede BIM al 30%, messa sul mercato nel marzo dello scorso anno. L’operazione secondo alcune stime potrebbe valere 30 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).
L’acquisto di Fante Group è un ulteriore passo sul percorso di definitivo rilancio di BIM, la quale lo scorso dicembre ha concluso con successo un aumento di capitale da 23 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa di allora), e poche settimane dopo, quasi a volersi lasciare definitivamente alle spalle il passato con le sue difficoltà, ha cambiato ragione sociale assumendo il nuovo nome di Banca Investis (si veda qui il comunicato stampa) che però sarà effettivo a partire dal prossimo 31 agosto (si veda altro articolo di BeBeez).
Questa operazione avviene inoltre pochi giorni dopo la chiusura, lo scorso 29 marzo, dell’opa obbligatoria su BIM lanciata lo scorso febbraio a 0,049 euro per azione dal fondo britannico Attestor (che già aveva l’87,2%) tramite il veicolo Trinity Investment Designated Activity Company, che in questo modo ha raggiunto il 96,5% (si veda qui il comunicato stampa) dando il via allo squeeze out, dopo il quale Bim dirà addio a Piazza Affari (si veda altro articolo di BeBeez). Un’operazione, del resto, che ha avuto come obiettivo “perseguire i propri obiettivi in un contesto caratterizzato da una maggiore flessibilità gestionale e organizzativa, con tempi di decisione e di esecuzione più rapidi anche al fine di cogliere possibili opportunità di mercato e finalizzate alla crescita per linee esterne”.
Ricordiamo che il controllo di BIM era passato nelle mani di Attestor nell’ottobre 2017, quando aveva comprato da Veneto Banca un primo 68,807% del capitale della private bank quotata a Piazza Affari, pagandolo 0,22411 euro per azione per un totale di circa 24,1 milioni più un earn-out e accordandosi per acquistare successivamente, entro due anni, un altro 2,606%, al verificarsi di una serie di condizioni (si veda altro articolo di BeBeez). Attestor, attraverso il veicolo Trinity Investment Designated Activity Company, il 31 dicembre 2019 aveva poi versato 27,1 milioni di euro in conto futuro aumento di capitale di Banca Intermobiliare, da utilizzarsi, unitamente a un primo versamento 9,7 milioni eseguito il 30 settembre 2019, nell’ambito dell’aumento di capitale deliberato dal Consiglio di amministrazione di BIM il 21 gennaio 2020 (si veda altro articolo di BeBeez). Con quest’ultimo versamento, si era completato il rafforzamento patrimoniale da 44,1 milioni di euro effettuato da Trinity e deliberato nell’aprile 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).
BIM ha chiuso il 2021 con una raccolta totale da clientela in aumento del 10,6% a 5 miliardi di euro nel 2021 dai 4,5 miliardi del 2020 e soprattutto con un aumento del 38% circa del margine di intermediazione (64,8 milioni di euro) grazie in particolare all’operatività finanziaria e alle commissioni. La banca ha chiuso quindi il bilancio con un ritorno all’utile che non si vedeva dal 2013. In particolare, l’utile netto è stato di 9,4 milioni di euro che si confronta con la perdita netta di 11 milioni dell’anno prima (si veda qui il comunicato stampa di allora).