E’ fissata per il prossimo 29 settembre l’udienza davanti al Tribunale di Milano per l’omologa dei piani concordatari di Moby e della controllata CIN (si veda qui il comunicato stampa), dopo che le rispettive adunanze dei creditori li hanno approvati tra giugno e luglio.
Ricordiamo infatti che l’adunanza dei creditori di Moby aveva dato il via libera al piano concordatario della compagnia del gruppo armatoriale controllato dalla famiglia Onorato lo scorso 20 giugno (si veda qui altro articolo di BeBeez). Mentre l’adunanza dei creditori di CIN ha dato il suo ok in due tappe (si vedano qui i comunicati stampa di giugno e di luglio). In particolare il via libera di Tirrenia in amministrazione straordinaria, principale creditore di CIN, è arrivato lo scorso 15 luglio. Proprio grazie al voto favorevole da parte di Tirrenia in A.S. è stata ottenuta la maggioranza dei creditori aventi diritto al voto (96%) ed è stata raggiunta la maggioranza di voti favorevoli al piano.
Ricordiamo che CIN con Tirrenia in AS aveva un debito residuo a saldo dell’acquisizione del 60% di Tirrenia-CIN che nel 2012 ancora non era di Moby e che Moby doveva ancora a Tirrenia. Quest’ultima era stata valutata 376,9 milioni di euro di cui 135 milioni erano stati pagati al closing dell’operazione nel luglio 2012 e altri restanti 62 milioni pagati nel febbraio 2016 in occasione del rifinanziamento del debito (si veda altro articolo di BeBeez). I restanti 180 milioni dovevano essere pagati in tre rate: la prima rata da 55 milioni andava pagata nell’aprile 2016, la seconda da 60 milioni entro l’aprile 2019 e la terza da 65 milioni nell’aprile 2021. Ma tutte le tre rate non sono mai state pagate.
La situazione è stata poi sbloccata quando il gruppo MSC, che fa capo all’armatore Gianluigi Aponte, ha annunciato che andrà in soccorso del gruppo Moby sottoscrivendo un aumento di capitale da 81 milioni di euro per il 25% per metterlo in condizione di pagare quanto dovuto da Moby e dalla controllata CIN a Tirrenia in AS (si veda altro articolo di BeBeez). Nel dettaglio (si veda qui altro articolo di BeBeez), il totale degli 81 milioni che sarà versato nelle casse di Moby sarà composto per 22 milioni da cash che resterà nelle disponibilità della società e per 59 milioni che saranno utilizzati come finanziamento supersenior pre-deducibile da erogare a CIN, la quale utilizzerà quei capitali per pagare Tirrenia in amministrazione straordinaria. Quest’ultima, come già previsto nella precedente proposta concordataria, incasserà inoltre 23 milioni di euro da una società veicolo di nuova costituzione (ShipCo), a cui saranno trasferite gran parte delle navi di Moby e CIN, le cui partecipazioni saranno detenute dai soli creditori ipotecari ossia istituti di credito e bondholder. A quel punto Tirrenia incasserà quindi un totale di 82 milioni di euro come pagamento di tutto quanto dovuto dal gruppo Moby. MSC si è inoltre riservata il diritto di incrementare l’aumento di capitale per un massimo di ulteriori 69 milioni di euro e arrivare così al 49% del capitale, senza diritti di governance.
Ricordiamo che l’Assemblea degli obbligazionisti aveva già votato a metà giugno per il 66,5% a favore della delibera proposta a fine maggio (si veda qui il comunicato stampa) e cioé dell’approvazione della proposta di concordato preventivo in continuità aziendale diretta di Moby e di CIN (si veda qui il comunicato stampa).
L’omologa dei due piani concordatari di Moby e CIN è ora condizione necessaria perché divenga efficace anche l’Accordo paraconcordatario firmato lo scorso 14 luglio, che prevede il rimborso degli obbligazionisti e dei finanziatori senior, una volta che siano stati eseguiti i due piani concordatari (si veda qui il testo, disponibile agli abbonati di BeBeez News Premium e BeBeez Private Data). L’accordo paraconcordatario è stato siglato da Moby e CIN, dalla holding Onorato Armatori srl, dall’armatore Vincenzo Onorato, dall’Ad Hoc Group (AHG – composto da Aptior Capital Master Fund, BlueBay Asset Management, Cheyne European Strategic Value Fund e System 2 Master Fund), obbligazionisti del bond da 300 milioni di euro a scadenza 2023 e cedola 7,75%, quotato alla Borsa del Lussemburgo; dalle altre istituzioni finanziarie obbligazioniste dello stesso bond; dalle istituzioni finanziatrici senior (AMCO, Banco BPM, Kerdos spv (Prelios), Unicredit, Goldman Sachs International); dalle banche underwriter di nuova finanza che verrà erogata attraverso una spv di cartolarizzazione; e da Banca Finint e Finint Investments sgr, rispettivamente nel ruolo di retainer della cartolarizzazione e di gestore di un nuovo fondo chiuso a cui sarà apportata gran parte della flotta di Moby e CIN (la ShipCo di cui sopra).
A quest’ultimo proposito, ricordiamo che, come già riportato da BeBeez, nella Memoria di modifica della proposta concordataria (si veda qui il testo, disponibile per gli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data), si leggeva già che la ShipCo doveva essere strutturata come fondo chiuso di investimento o come Sicaf, che sarebbe stata gestita da Finint Investments sgr e che si sarebbe accollata l’intero debito di Moby nei confronti dei bondholder e dei finanziatori senior oltre che il debito di CIN verso Tirrenia.
Ora, nell’Accordo Paraconcordatario, tutta l’operazione è esplicitata nei minimi dettagli. In particolare si legge che l’operazione prevederà:
i) la costituzione di un fondo chiuso (ShipCo);
ii) la cessione da Moby e CIN a ShipCo della maggior parte della loro flotta (9 navi per 333,5 milioni di euro), in cambio della fornitura di nuova finanza e l’assunzione di debiti;
iii) la fusione di Moby e CIN (OpCo);
iv) il noleggio da ShipCo a OpCo della flotta acquistata e la vendita di alcune navi tra il 2022 e il 2025;
v) il riacquisto (a determinate condizioni) della rimanente flotta da parte di OpCo entro il 2025.
Ricordiamo che complessivamente i debiti finanziari del gruppo ammontano complessivamente a circa 664 milioni di euro, di cui 320 milioni di euro dovuti come detto agli obbligazionisti (inclusi gli interessi), 180 milioni allo Stato e altri 163 milioni alle banche. Questi debiti saranno cancellati, rispettivamente, per circa 59 milioni, 117 milioni e 98 milioni. Soltanto il debito verso Tirrenia in AS sarà come detto rimborsato upfront per i restanti 82 milioni, mentre il debito rimanente delle banche (circa 104 milioni) e dei bondholder (circa 204 milioni) sarà rifinanziato come junior debt.
E’ prevista poi l’erogazione di nuova finanza senior per 63,2 milioni di euro da parte dei bondholder dell’AHG, alcune banche e Banca Finint ed è prevista inoltre la possibilità per i sottoscrittori della nuova finanza di elevare al rango senior sino a 60 milioni di euro dei loro crediti pregressi, il tutto con cedola cash del 7% all’anno e cedola PIK del 5% da pagare a scadenza al 2025. I finanziatori della nuova finanza riceveranno inoltre degli strumenti finanziari partecipativi (SFP) per un valore minimo di 25 milioni di euro e che, nel caso di qualsiasi sovraperformance, potrebbero consentire il pieno recupero dei crediti vantati in sede di concordato. In ogni caso, al termine dell’operazione, il debito finanziario complessivo del gruppo sarà composto da 123,2 milioni di senior debt e da 307,6 milioni di junior debt. Considerando poi l’aumento di capitale da parte di MSC, a fine operazione il debito finanziario netto del gruppo sarà di circa 316 milioni.
Ricordiamo che nel contesto dell’operazione, è previsto anche che il gruppo ceda a terzi entro fine anno il ramo d’azienda rimorchiatori per almeno 50 milioni di euro e sette navi tre il 2022 e il 2023 per un valore complessivo di 113,6 milioni di euro.
Intanto nelle scorse settimane la Corte Suprema dello Stato di New York ha rigettato tutte le cause intentate a fine settembre 2021 da Moby, assistita dallo studio legale Quinn Emanuel Urquhart & Sullivan, contro Morgan Stanley e due dei suoi più importanti trader in credito distressed, Massimo Piazzi e Hillel Drazin, oltre che contro Antonello Di Meo, ex trader di Sound Point Capital Management (si veda qui il provvedimento della Corte di NY). La Corte, quindi, ha riconosciuto piena legittimità e correttezza dell’operato di Morgan Stanley, i due trader e Di Meo.
Moby diceva infatti di essere in possesso di registrazioni audio, procurate da una società di investigazioni, dalle quali emergeva un loro disegno mirato ad assumere il controllo del gruppo armatoriale, acquisendo bond sulla base di informazioni riservate, a discapito di altri creditori (si veda qui la denuncia alla US District Court del Southern District di New York (case 21-cv-8031). La mossa di Moby arrivava a pochi giorni di distanza da un accordo siglato con un terzo degli obbligazionisti (si veda qui il comunicato stampa), che aveva come obiettivo quello di trovare un’intesa sulla ristrutturazione del debito, prima del voto sul piano concordatario da parte di tutti i creditori. Secondo il documento depositato alla Corte di New York, Morgan Stanley, al momento delle registrazioni, deteneva in proprio bond per un valore nominale pari al 10% del totale, che diventavano però un pacchetto pari al 26% del totale, tenuto conto della posizione sui libri di Sound Point Capital Management, con cui la banca aveva siglato un accordo segreto. L’obiettivo dell’accordo era quello di ostacolare il via libera all’accordo di ristrutturazione del debito, accordo che infatti poi non si è raggiunto e si è passati alla soluzione del concordato preventivo.