Mentre continuano a rincorrersi le voci di interesse dei fondi di private equity internazionali per Nexi (si veda altro articolo di BeBeez), la paytech quotata a Piazza Affari questa mattina ha diffuso i risultati per i nove mesi 2023, buoni e in linea con le attese, e annunciato la vendita del business eID che fornisce soluzioni di identità digitale nei paesi nordici a banche, aziende e al settore pubblico. A comprare è il gruppo pubblico francese IN Groupe, fornitore leader a livello mondiale di identità e servizi digitali sicuri (si vedano qui il comunicato stampa e qui la presentazione agli analisti).
La cessione del business eID nordico avverrà per un corrispettivo massimo di 127,5 milioni di euro, di cui una componente upfront pari a 90 milioni e fino a un massimo di 37,5 milioni sotto forma di earn-out, subordinati al raggiungimento di certi obiettivi finanziari. Questo business, già riclassificato da inizio anno come asset destinato alla vendita, si prevede che genererà circa 11 milioni di euro di ebitda run rate nel 2023. Il closing dell’operazione è previsto entro l’estate del 2024, subordinato a diverse condizioni sospensive, ivi inclusa l’approvazione regolamentare in Danimarca.
Quanto ai risultati dei nove mesi, i ricavi si sono attestati a 2, 45 miliardi di euro (+7% dai nove mesi 2022), con un ebitda di poco meno 1,27 miliardi (+10,2%) e un ebitda margin del 52% (+ 149 punti base), a fronte di un debito finanziario netto sceso a 5,35 miliardi e un rapporto PFN/ebitda in calo a 3,1 volte, che diventa 2,8 volte pro-forma, se si includono le sinergie run-rate. Confermata infine la guidance per fine anno e quindi una crescita dei ricavi di oltre il 7%, unaumento dell’ebitda di oltre il 10%, un excess cash generation di almeno 600 milioni e leva finanziaria netta pari a 2,9 volte l’ebitda (2,6 volte pro-forma, il tutto con un utile per azione normalizzato in crescita di oltre il 10%.
Ricordiamo che Il 2022, invece, si era chiuso con 3,26 miliardi di ricavi (+7,1% dal 2021), un ebitda di 1,613 miliardi (+14,2%) e un debito finanziario netto di 5,396 miliardi, con una leva quindi di 3,3 volte o 2,9 volte pro-forma(si veda qui il comunicato stampa).
Quanto alle possibili offerte di nuovi investitori in arrivo, ricordiamo che oggi l’azionariato di Nexi è saldamente in mano a fondi di private equity. Primo azionista è infatti il fondo Hellmann & Friedman con il 19,94%, seguito da CDP Equity con il 13,57%; c’è poi con il 9,42% Mercury UK, la holding che raggruppa le partecipazioni dei fondi di private equity Advent International, Bain Capital e Clessidra, che prima della quotazione a PIazza Affari della paytech, ne erano azionisti di riferimento (si veda altro articolo di BeBeez); e c’è infine con il 2,12% GIC, fondo sovrano di SIngapore.
Ricordiamo che a seguito della fusione per incorporazione in Nexi della danese Nets, il 1° luglio 2021 (si veda qui il comunicato stampa), i fondi soci di Nets (Hellmann & Friedman, GIC, Bain Capital e Advent International) avevano reinvestito e quindi sono diventati soci di Nexi. L’azionariato della paytech si è poi ulteriormente evoluto in coincidenza con la fusione con la SIA (si veda altro articolo di BeBeez). Il principale azionista di SIA era infatti CDP Equity, con l’82,8%, affiancata da Poste Italiane con il 17,2%. A seguito della fusione, efficace da inizio 2022 (si veda qui il comunicato stampa), entrambe si sono ritrovate socie di Nexi.
Da tempo le quotazioni di mercato depresse, a fronte di un business che invece va a gonfie vele, hanno attratto l’interesse dei fondi di private equity internazionali. Era già successo lo scorso anno, quando si parlava di trattative con Silverlake (si veda altro articolo di BeBeez), mentre a metà ottobre si parlava di una potenziale offerta in arrivo da parte di CVC Capital Partners (si veda altro articolo di BeBeez). Dopodiché da allora è tornata in auge anche l’ipotesi Silverlake, mentre circolano in questi giorni i nomi di Brookfield, CPP Investments (Canada Pension Plan Investment Board) e Francisco Partners (si veda MF Milano Finanza).
Ieri il titolo Nexi ha chiuso la sessione di Borsa su Euronext Milan a 5,998 euro per azione, dopo aver toccato il minimo storico lo scorso 27 ottobre a 5,372 euro. Una cifra che si confronta con il massimo storico segnato a 19,40 euro per azione nel luglio 2021. La discesa delle quotazioni, quindi, è stata davvero enorme, trainata da un contesto che come noto negli ultimi due anni si è rivelato particolarmente pesante per tutto il settore tech, dopo i picchi di valutazione toccati nel 2021. Questa mattina il titolo ha aperto in volo, al momento quota oltre i 6,38 euro con un apprezzamento del 6,4%.
(articolo modificato alle ore 9.15 del 9 novembre 2023 – si aggiunge la quotazione del titolo a inizio seduta)