H-Farm, piattaforma di innovazione italiana con sede a Roncade (Treviso) e quotata su Aim Italia, punta sulla rinascita di Postalmarket, la storica azienda di vendite per corrispondenza (si veda qui il comunicato stampa).
H-Farm, quindi, affiancherà nell’avventura Stefano Bortolussi, che che nel settembre 2017 aveva rilevato da BNP Paribas lease group solutions spa i marchi Postalmarket per 24mila euro, e Francesco D’Avella, founder & ceo di Storeden, startup che permette alle aziende di realizzare in pochi minuti un proprio ecommerce professionale sincronizzato con i migliori marketplace, dato che la piattaforma è integrata con Amazon, Ebay, Facebook e Instagram e che nel 2018 ha acquisito Blomming, un’altra startup italiana attiva nel medesimo segmento (si veda StartupItalia).
Bortolussi e Storeden sono infatti soci di Postalmarket srl, rispettivamente al 70% e al 30%, dal maggio 2020, quando società Bortolussi ha apportato i marchi Postalmarket (si veda qui Il Sole 24 Ore).
Postalmarket era stato lanciato nel 1959 da Anna Bonomi Bolchini, ispirandosi al modello statunitense di vendita per corrispondenza. La società poi aveva subito un progressivo declino. Bortolussi si era interessato alle sue sorti fin dal 2004, occupandosi del marketing quando il marchio fu rilevato da Riccardo Di Tommaso. Postalmarket poi era fallita nel 2015 e Bortolussi l’aveva appunto poi rilevata da BNP Paribas,
La nuova versione del catalogo cartaceo sarà ricco di foto e contenuti, non solo di consigli sullo shopping, ma anche di contributi giornalistici sui più rilevanti trend d’acquisto del momento, scritti da autorevoli firme del settore. Postalmarket per la prima volta sarà disponibile anche in versione digitale: sarà un portale del made in Italy, dedicato alle imprese italiane di grandi e medie dimensioni per la vendita classica da e-commerce, fino ad arrivare ai piccoli commercianti e alle loro associazioni di categoria, che punta a intercettare una fascia di acquirenti più giovane, facendo conoscere così l’affidabilità dello storico brand e la capacità di scegliere il meglio dell’offerta italiana, moda, accessori, intimo, oggetti per la casa, cibo e bevande, hobbistica.
Bortolussi, presidente di Postalmarket, ha spiegato: “Vogliamo creare il più grande portale del made in Italy. Vi si potranno trovare brand affermati, ma anche emergenti: l’importante è che i prodotti siano eccellenze italiane. Torneremo nelle case degli italiani con nuove modalità di distribuzione, tra edicola e abbonamento, già dalla stagione autunnale; sarà un catalogo con un piano editoriale strutturato e della dimensione di circa quattrocento pagine, dove i “mondi” del consumo saranno raccontati attraverso la bussola valoriale della rinascita. Per la nostra generazione è una sorta di ritorno al passato, un sogno da bambini che si materializza ancora”.
Riccardo Donadon, fondatore di H-Farm, ha aggiunto: “Questo progetto proietta Postalmarket in un futuro multicanale, dove il brand sarà in grado di rinascere provando a trasferire gradualmente la sua credibilità verso un’utenza più giovane che ritrovi il gusto di comprare dei prodotti selezionati che possano rappresentare il meglio dell’offerta italiana. Metteremo a disposizione la nostra competenza in campo digitale per far decollare questo progetto e ci stimola molto il fatto che il catalogo cartaceo possa fare la sua parte nel supportare la progressiva transizione culturale verso il digitale, anche di quella fascia di utenti più restii a utilizzare internet per fare un acquisto, che magari quest’autunno supportati dai figli e nipoti impareranno a comprare italiano, fidandosi di un brand a loro familiare”.
H-Farm in questi anni ha investito con successo oltre 28 milioni di euro in più di 120 imprese innovative e digitali. Tra queste ricordiamo Depop, l’applicazione mobile utilizzata dagli appassionati di acquisti e vendite di moda e accessori online nata nel 2011 da un’idea di Simon Beckerman e sviluppata in H-Farm, che è diventata un unicorno. Depop è stata infatti acquisita nel giugno scorso da Etsy, il marketplace americano quotato al Nasdaq, per 1,625 miliardi di dollari (si veda altro articolo di BeBeez). H-Farm aveva ceduto la sua partecipazione residua in Depop nel gennaio 2019 (si veda altro articolo di BeBeez), dopo una prima exit parziale avvenuta nel gennaio 2018, contestualmente all’aumento di capitale di Depop da 20 milioni di dollari, che era stato sottoscritto dal nuovo investitore Octopus Ventures, oltre che da alcuni dei precedenti azionisti e cioé dai fondi Balderton, Creandum, HV Holtzbrinck Ventures, Red Circle Investments e Lumar. A valle dell’aumento di capitale, TempoCap, fondo di venture Usa specializzato in tecnologia, aveva acquisito quote dai soci di Depop, mentre H-Farm aveva appunto deciso di vendere parte della sua partecipazione sul mercato secondario, ottenendo un ritorno cash pari a un multiplo di 5 volte circa rispetto all’investimento iniziale (si veda altro articolo di BeBeez).
Inoltre H-Farm nel dicembre scorso ha chiuso l’aumento di capitale e l’emissione del prestito obbligazionario convertibile, finalizzati a reperire risorse per realizzare il piano industriale 2020-2024 presentato il 25 agosto 2020 (si veda altro articolo di BeBeez). Nel dettaglio, H-Farm ha raccolto complessivamente 18,6 milioni di euro, battendo le previsioni del piano fissate a 15 milioni, ma restando al di sotto del massimo di 20 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione si era resa necessaria di fronte alle difficoltà finanziarie per i ritardi di H-Campus (si veda altro articolo di BeBeez), i cui lavori sono iniziati nel settembre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez) e si sono conclusi nel settembre 2020 (si veda altro articolo di BeBeez).