F2i sgr, principale gestore italiano di fondi infrastrutturali, ha siglato un accordo per l’acquisizione di Compagna Portuale Monfalcone (CPM), terminalista dell’omonimo porto friulano (si veda qui il comunicato stampa), dalla famiglia Maneschi. L’operazione sarà realizzata da FHP, holding portuale di F2i, controllata dal Terzo Fondo F2i (42%) e dal Fondo F2i-Ania (58%), che aveva effettuato il primo closing a quota 320 milioni di euro nel febbraio 2020 (si veda altro articolo di BeBeez) e che è ancora in raccolta, con un obiettivo di 500 milioni.
Nell’acquisizione, F2i è stata assistita da: VSL Club (advisor industriale); Cleary-Gottlieb e Studio Zunarelli (advisor legali); Prothea (advisor finanziario); Virtax (advisor fiscale);PWC (advisor contabile); Willis (advisor assicurativo); Rina (advisor tecnico); REAG (advisor immobiliare); Ramboll (advisor ESG).
CPM ha chiuso il 2020 con ricavi per 10,5 milioni, un ebitda di 1,3 milioni e una liquidita nettà di circa 300 mila euro (si veda qui l’analisi di Leanus dopo essersi registrti gratuitamente).
F2i stava trattando l’affare con la famiglia venditrice dal gennaio scorso (si veda ShippingItaly). L’operatore friulano si aggiunge alle attività portuali già gestite da F2i sgr a Carrara, Marghera e Chioggia riunite in Porto di Carrara spa, acquisita nel 2019 (si veda altro articolo di BeBeez) e leader nel traffico di prodotti siderurgici, e nella stessa Monfalcone (Marter Neri, acquisita nel gennaio scorso, leader nella movimentazione di cellulosa). Con l’acquisizione di CPM, FHP (post acquisizione 110 milioni di fatturato annuo, 8,6 milioni di tonnellate movimentate annue, e oltre 500 dipendenti distribuiti in otto terminali) rafforza il proprio presidio in Alto Adriatico e abilita importanti sinergie operative e commerciali.
I terminali monfalconesi di CPM e Marter Neri, fisicamente contigui, opereranno post acquisizione come un’entità unica, favorendo così il conseguimento di efficienze operative a beneficio degli operatori e del territorio di riferimento. La costituzione del lungamente atteso polo delle rinfuse nazionale consentirà al porto giuliano di ampliare la propria area di influenza a livello internazionale.
Sin dal 2018 F2i ha lanciato un piano strategico volto alla creazione, per aggregazione, di un operatore su scala nazionale degli scali portuali che gestisono merci alla rinfuss, ossia quei prodotti che per caratteristiche specifiche non possono essere trasportati in container (prodotti siderurgici, cereali, cellulosa, fertilizzanti). Il progetto si innesta in un comparto strategico per l’economia nazionale (il 70% delle importazioni e il 50% delle esportazioni italiane avvengono con vettori marittimi, per un valore annuo di 160 miliardi di euro).
Renato Ravanelli, ceo di F2i sgr, ha commentato: “La logistica delle merci rinfuse è una delle determinanti dei fattori di competitività dei distretti industriali italiani”. Il disegno industriale realizzato da F2i, che potrà ulteriormente ampliarsi nei prossimi mesi, è volto alla creazione di un operatore finanziariamente solido e capace di implementare innovazioni tecnologiche e di processo volte al miglioramento dell’efficienza delle attività di logistica portuale, integrate via terra con il trasporto ferroviario attraverso CFI, il maggior operatore nazionale indipendente di recente entrato a far parte della piattaforma industriale di F2i”.