All’insegna di storia, politica e trascendenza il “doppio opening” di “Puglia. Circuito del Contemporaneo”, progetto cofinanziato dalla Regione Puglia.
Il 24 aprile scorso alle ore 18.30 l’avvio è stato al Castello di Barletta con “Victory of Democracy” di Andrei Molodkin per proseguire poi la mattina del 25 aprile, alle 11.00, con Victory of Pain di Vettor Pisani nel Museo della Fondazione Santomasi a Gravina. Il progetto “Puglia. Circuito del Contemporaneo” ideato e curato dalla storica dell’arte Giusy Caroppo, è promosso dalla rete costituita dalla Fondazione Ettore Pomarici Santomasi di Gravina in Puglia, dall’Associazione Eclettica Cultura dell’Arte di Barletta, con la guida del Polo Museale della Puglia.
Nell’ambito del Circuito del Contemporaneo, la mostra di Andrei Molodkin al Castello di Barletta è il primo evento espositivo. L’inaugurazione è contemporanea all’apertura del rinnovato “Lapidarium”, con l’esposizione “Il racconto della città. Immagini di pietra nel museo civico di Barletta”, a creare uno stretto legame tra storia e contemporaneità.
Andrei Molodkin presenta “Victory of Democracy” nella grande fortezza pugliese, una storica postazione di difesa militare sul Mare Adriatico, traendo ispirazione dal contesto storico, artistico e architettonico del luogo. Tra le mura fortificate, risultato di stratificazioni delle diverse dinastie al potere, dall’XI secolo al XVIII secolo , la pietra scolpita nell’antichità riflette epoche portatrici di cultura straordinaria: il maniero conserva nel lapidarium il busto-ritratto attribuito a Federico II di Svevia in pietra calcarea, risalente al XIII secolo, e il Sarcofago degli Apostoli, altorilievo lapideo prima testimonianza del Cristianesimo in città, del periodo compreso tra il III e il IV secolo, nonché articolate collezioni civiche e quadrerie.
Come controcanto a questo racconto, suggellato dal patrimonio artistico, fatto di ricchezza e grandezza, i contenitori acrilici di Molodkin traducono la violenza della realtà contemporanea: un’era “capitalista” caratterizzata da povertà, guerra e sfruttamento. I contenitori cavi raffiguranti VITTORIA e DEMOCRAZIA si riempiono di volta in volta del sangue degli immigrati e del petrolio greggio dalle zone di conflitto. Il governo mondiale è in decadenza. La teoria di Francis Fukuyama sulla “fine della storia” risulta obsoleta e non attuata poiché il progetto socio-politico da lui prospettato si presenta fragile, “crollato” e fluttuante. La cultura contemporanea è già in rovina, sostiene Molodkin. La mostra si dipanerà tra il rivellino, nello spiazzo antistante il Castello, con la grande installazione GOVERNMENT, e i sotterranei del maniero.
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Andrei Molodkin (Boui, North Russia, 1966) è un artista concettuale russo. L’opera di Andrei Molodkin, caratterizzata costantemente da una dimensione poetica politico-ideologica, si serve con uguale intensità di materiali tra loro diversi quali petrolio, inchiostro o sangue, per articolare l’ossessione che determina l’impianto narrativo del racconto dell’artista: l’economia come entità significante della costruzione simbolica, economica e culturale occidentale. Il linguaggio e la tecnica caratteristici dell’artista – l’utilizzo del petrolio e dei sistemi idraulici che ne attuano la circolazione, dai compressori alle sculture “simulacro” vuote in resina acrilica – nelle recenti produzioni si articolano frequentemente in una serie di tele di grandi dimensioni realizzate con la penna biro e che riportano slogan o parole in cui i caratteri che li compongono occupano l’intero spazio visivo. L’evoluzione stilistica dell’artista si è spinta recentemente su di un versante sempre più concettuale, che mira comunque alla continua ricerca di un dialogo con lo spettatore attraverso l’impatto emozionale suscitato dalle proprie opere. Secondo una personale scrittura visiva scandita in termini metaforici, l’inchiostro, nei lavori su tela, diviene così il sangue che fluisce dalla penna, allo stesso modo in cui il petrolio si fa rappresentazione della linfa vitale che scorre nei vasi del sistema simbolico alla base del panorama cognitivo occidentale, in un traslato dove l’umanità oggettualizzata e silenziosa rimane al fondo della narrazione dell’artista. L’artista russo, articolando il suo linguaggio, riesce in questo modo nella rara impresa di dar vita ad una propria, personale, “tecnica” che lo differenzia profondamente dalle ricerche che vertono sul rapporto uomo-tecnologia e rendono la sua produzione tra le più singolari nel panorama internazionale.
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Il progetto Puglia. Circuito del Contemporaneo si pone l’obiettivo di costruire stabilmente sul territorio pugliese un marchio di riferimento per l’organizzazione di mostre d’arte contemporanea, prevalentemente all’interno dei siti di rilevanza storico artistica e paesaggistica, muovendo dall’idea di “museo temporaneo diffuso”, e di fornire un modello alternativo della gestione di beni culturali tradizionali e occasioni per una promozione e fruizione nuova in luoghi di cultura periferici con progetti dedicati alla creatività, all’inclusione sociale, alla riqualificazione urbana, all’accessibilità, in ciascuna delle sei aree di rilevanza turistica regionali.