A Firenze arriva dal 20 ottobre fino al 26 marzo 2023 la mostra record d’incassi dedicata a ESCHER. Oltre 200 opere saranno ospitate in una sede espositiva unica, negli spazi dello storico Museo degli Innocenti che, grazie alla collaborazione con Arthemisia, è diventato un punto di riferimento del capoluogo toscano come sede di grandi mostre d’arte che attualmente ospita tra l’altro Tony Cragg – la cui personale è al Museo del Novecento – nel cortile. La mostra, di grande profilo, più di 200 opere divise in 8 sezioni, ospita il magico mondo matematico del geniale artista olandese: pare un ossimoro ma l’effetto surreale, l’assurdo che l’arte di Escher costeggia, è frutto di studi matematici e geometrici accurati e questo paradosso, che attraversa la sua attività, la si ritrova anche nell’influenza che ha avuto sul mondo contemporaneo, una vera e propria “Eschermania”. Lo stile di questo artista ha avuto ricadute sull’arte popolare, la pubblicità ed è stato spesso ‘rubato’ dal mondo della musica, tanto che un suo lavoro lo si ritrova sulla copertina dell’album On the run dei Pink Floyd, ma anche dal mondo della moda, come dimostra un abito di Cacharel e una borsa di Furla in esposizione.
Allestimento giocoso e vivace che ora asseconda il bianco e nero, il gioco delle illusioni e il tema dello specchio, ora gioca contrapponendo al rigore delle linee, al tratto grafico, al bianco e nero che dominano i lavori esposti, un rosso lacca; il percorso ben illustrato anche con l’audioguida, ottimo supporto, crea a volte dei corto circuiti che disorientano il visitatore, un divertimento che immerge in questo mondo surreale. D’altronde Escher disse che solo chi ha il coraggio di spingersi nell’assurdo raggiunge l’impossibile, che forse è un modo per dire infinito.
Scoperto dal grande pubblico negli ultimi anni, Escher è diventato uno degli artisti più amati in tutto il mondo, tanto che le mostre a lui dedicate hanno battuto ogni record di visitatori. Nasce nel 1898 in Olanda e vi muore nel 1972 e riceve un’educazione artistica da Samuel Jessurun de Mesquita, artista, grafico olandese attivo negli anni precedenti la seconda guerra mondiale e insegnante presso la scuola di grafica ed arti decorativa di Harlem, frequentata da Escher. La sua formazione iniziale è nel segno dell’Art Nouveau, , un celebre movimento artistico sviluppatosi in Europa alla fine del XIX secolo caratterizzato da ornamenti e forme decorative ispirate a soggetti naturali, e nei lavori resterà il gusto per la decorazione, la raffinatezza del tratto, l’attenzione all’organizzazione dello spazio, della simmetria come si vede dai primi lavori in mostra. Tra le prime opere troviamo la serie dedicata alla Creazione che lo interessa soprattutto per il risultato e non per l’arte di creare
quindi manca il settimo giorno nel quale si dice che Dio si riposò. Curiose anche le tavole di Emblematica, libro di stampe xilografiche che raccolgono antiche massime fiamminghe. Nel 1921 visita per la prima volta l’Italia al seguito dei suoi genitori e finiti gli studi decide di stabilirsi per un certo periodo a Roma, dove poi visse per molti anni, visitandola da nord a sud e rappresentandola in molte sue opere. Nella Capitale amava passeggiare di notte per ammirarne l’architettura come si nota in alcune opere esposte e grande amore ebbe per la Toscana – dove nel 1923 tenne la sua prima personale – della quale sono in mostra I tetti di Siena e una visione di San Gimignano. Tra i tanti luoghi italiani ricordiamo uno scorcio di Castrovalva negli Abruzzi che oggi è noto come il “Curvone di Escher” per dire quanto le sue visioni siano rimaste impresse anche negli spettatori. Interessanti le sue Tassellature, Metamorfosi e Paradossi geometrici che, insieme alla Gallerie di stampe, sono forse gli ambiti più noti della sua arte. In quest’ultime troviamo paesaggi surreali che però affondano le radici in ispirazioni reali, come nel caso di Balcone, opera del 1945 che però trae origine dal decennio precedente quando Escher fece dei viaggi nel Mediterraneo a bordo di un mercantile toccando ad esempio Malta della quale ritrae una città costiera. In mostra alcuni dei suoi lavori più iconici come Mano con sfera riflettente (1935), Vincolo d’unione (1956), Metamorfosi II (1939), Giorno e notte (1938) e la serie dei già citati Emblemata. Questa personale si configura come il primo grande evento espositivo all’interno del complesso
monumentale-progettato da Filippo Brunelleschi-che ospita il ricco Museo degli Innocenti con un patrimonio culturale unico al mondo perché profondamente legato all’attività svolta in favore dei bambini che non potevano essere scresciuti dalle famiglie d’origine. Tra storia, arte e architettura, la collezione del Museo presenta opere acquisite tramite donazioni o in seguito all’accorpamento di altre istituzioni assistenziali e contiene alcuni capolavori di artisti di grande rilievo tra i quali Domenico Ghirlandaio, Luca e Andrea della Robbia, Sandro Botticelli e Piero di Cosimo, ma anche di artisti cresciuti agli Innocenti e avviati alla pittura dal priore Vincenzo Borghini come Vincenzo Ulivieri, Giovan Battista Naldini e Francesco Morandini, detto il Poppi.
Con il patrocinio del Comune di Firenze e dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la M. C. Escher Foundation, Mauritse In Your Event, ed è curata da Federico Giudice Andrea, uno dei più importanti esperti di Escher al mondo, e Mark Veldhuysen, CEO della M.C. Escher Company. La mostra vede come sponsor Generali Valore Cultura, special partner Ricola, partner Mercato Centrale, Barberino Designer Outlet e Unicoop Firenze, mobility partner Frecciarossa Treno Ufficiale, media partner QN La Nazione, radio partner Radio Monte Carlo, educational partner Labae media coverage by Sky Arte. Il catalogo è edito da Maurits
a cura di Ilaria Guidantoni