I luoghi dell’Alta Valle Intelvi, che ha visto accorpare diversi comuni della zona – Lanzo, Pellio e Ramponio Verna – sono tornati vivaci quest’estate quando molte ville storiche hanno riaperto le finestre. L’effetto della congiuntura pandemica sta infatti portando a una nuova valorizzazione di angoli meno frequentati del nostro Paese negli ultimi decenni e qui sono arrivati i milanesi scegliendo questo luoghi per le prime gite all’inizio dell’estate. In questa valle il processo di riscoperta e valorizzazione del territorio in effetti era partito anni fa e abbiamo incontrato Marcello Grandi, Sindaco dell’Alta Valle Intelvi, con una lunga esperienza alle spalle nel suo paese, Pellio, per scoprire i progetti in corso.
Il rilancio prende avvio dalla cultura, dallo sport e dalle bellezze del territorio che offrono un ponte naturale tra due culture, l’Italia e la Svizzera. Se il lago di Como da sempre è meta di attrazione anche internazionale, da alcuni decenni è diventato un luogo particolarmente frequentato sia per il fascino che esercita sugli stranieri, personaggi del cinema e della cultura, che spesso lo scelgono per il proprio matrimonio o per una residenza d’eccezione, sia per alcuni appuntamenti importanti che richiamo personaggi di spicco e stampa, siano questi appuntamenti economici e politici o festival e rassegne culturali. Salendo da Como, si incontra la notissima Cernobbio quindi Argegno, cittadina sul lago, molto apprezzata anche dal turismo straniero, per poi attraversare una serie di paesi quali Schignano, noto per il suo Carnevale. Qui si snoda il Sentiero delle Espressioni, legato al tema delle maschere che troviamo raffigurate sulle case.
Salendo lungo una strada panoramica mozzafiato dalla quale si possono vedere la Grigna e il Resegone di manzoniana memoria, si arriva al Centro Valle Intelvi, che riunisce San Fedele, Casasco, Castiglione, con un profilo più commerciale e centro di servizi, per arrivare a Lanzo, tradizionalmente centro residenziale di villeggiatura, uno stile che quest’estate è stato riscoperto.
Al Golf abbiamo incontrato il Sindaco, Marcello Grandi, golfista, che ci ha raccontato come la politica di valorizzazione del territorio sia passata innanzi tutto attraverso l’accorpamento di più comuni “allo scopo di evitare una dispersione di risorse, garantendoci anche un importante contributo derivato dalla fusione, spalmato su dieci anni, e la possibilità di fare rete , unendo le prerogative di un’offerta unica e di una gestione più efficiente. Il progetto principale sul quale puntiamo è il recupero della Sighignola, “balcone d’Italia”, dalla quale si può ammirare il lago di Lugano con un panorama che attrae molti turisti, dove tra l’altro è stato girato il video per Sanremo 2019 dei Negrita. Purtroppo la struttura dell’albergo è rimasta 15 anni in stato di abbandono ma ora con 800mila euro di contributo a fondo perduto della Regione Lombardia, potrà diventare un luogo di eccellenza.” Tra l’altro il progetto di un ristorante potrebbe rappresentare lo stimolo per la valorizzazione della cucina della Valle che oggi non gode di una spiccata personalità ma che può contare da qualche tempo su una produzione di qualità di miele, piccoli frutti rossi e ricette e piatti da riscoprire e far conoscere.
Attorno alla località forse più nota della valle si snoda un percorso sportivo e culturale, il primo grazie al Golf, ai percorsi di bike, al campo di parapendio, vari maneggi e il Centro Tennis. Tra i luoghi di aggregazione culturale a Pellio la casa museo Villa Maria Corti, meglio nota come “il Carlasc”, buen retiro dell’intellettuale milanese d’origine e intelvese d’adozione, una delle figure di spicco della cultura italiana del Novecento: critica, filologa, teorica della letteratura e narratrice, nata 105 anni fa. Villa Corti è di proprietà del Fondo Manoscritti di Pavia, per lascito testamentario della stessa Corti che nella vita fece l’insegnante, dapprima in diversi licei e, in seguito, alla cattedra di Storia della Lingua Italiana all’Università di Pavia. Nel 1972 creò il Fondo Manoscritti di autori moderni e contemporanei, collegato alla rivista Autografo da lei fondata. Fu collaboratrice di diverse riviste, di quotidiani e prese parte a numerose iniziative editoriali, oltre che membro dell’Accademia della Crusca, di Brera e dell’Arcadia Fra le numerose opere che della Corti si ricordano L’ora di tutti, di ambientazione quattrocentesca; Il ballo dei sapienti, che invece affronta le problematiche di costume e lingua nella scuola degli anni Sessanta; Voci dal Nord Est (ambientato nel New England) e Il canto delle sirene, viaggio tra tempo, cultura e storia; Cantare nel buio, che tratta del tema del pendolarismo quotidiano.
In località Lanzo abbiamo visitato Villa Turconi, protetta da un cinta in muratura, custodisce opere importanti in ferro battuto – colombe, api, piccoli fiori di cardo – e alcuni tesori degli ormai scomparsi ‘picapreda’, artigiani scalpellini della zona. Edificata per volontà di Leonardo Turconi (1893-1942), Direttore della Banca Popolare di Milano, nonché proprietario immobiliare e appassionato d’arte e di archeologia. Rimasto vedovo a trent’anni dopo che la moglie muore di parto, incarica nel 1918 l’amico architetto Antonio Ferrero di costruire una residenza non per abitazione ma per realizzare una ricercata quadreria, sotto la guida di Guido Novi e di molti artigiani importanti. La Villa alle soglie del Duemila è stata lasciata inaspettatamente alla Fabbriceria del Duomo di Milano, acquistata qualche anno dopo dal Comune di Lanzo oggi Alta Valle Intelvi, oggetto di un importante intervento di recupero nel 2009 ad opera del Comune di Lanzo nell’ambito del Progetto Integrato d’Area Ecolarius, divenendo uno spazio di interesse culturale e di aggregazione. Quest’estate è stato utilizzato il solo giardino, riaperto il 4 luglio, con una rassegna di incontri e concerti, conclusa il 23 agosto con la chiacchierata dedicata a “Donne che vestono le donne – Coco Chanel ed Elsa Schiapparelli, rivali a Parigi” (tenuta da Ilaria Guidantoni, giornalista e scrittrice), sulla moda come racconto sociale e manifesto politico quando rappresenta una rivoluzione che cambia lo stile femminile.
Tra le altre mete artistiche il Museo d’Arte Sacra, fondato nel 1966 allo scopo di conservare testimonianze del patrimonio artistico della Parrocchia di Scaria e altri luoghi della Valle Intelvi, chiuso a lungo, è stato riaperto. Nelle sale anche affreschi staccati dalla Chiesa di Santa Maria e dalla Casa De Allio di Scaria, disegni e dipinti dei fratelli Diego Francesco e di Carlo Innocenzo Carloni, che hanno lavorato ad esempio a Praga dove sono noti, e l’apparato per la Quarantore detto “Paradisin”. Tra le Chiese ricordiamo a Scaria la Chiesa dei Santi Nazaro e Celso dell’XI secolo con un portichetto seicentesco affrescato e all’interno gli affreschi del De Magistris e dei Tarilli del XVI secolo; e la Chiesa di Santa Maria, di origine medioevale con una facciata seicentesca progettata dai Carloni, mentre all’interno campeggiano gli affreschi di Carlo Innocenzo e gli stucchi di Diego Carloni, in particolare la Madonna dell’Aiuto, copia dell’omonimo dipinto di Cranach per mano di un artista locale.
a cura di Giada Luni