Siamo giunti alla terza puntata della serie del regista Claudio Camarca nel suo viaggio nelle narcomafie italiane. Dopo l’uscita, sulla Nove-Discovery Italia, di Rione Sanità a Napoli e Cerignola tappa della mafia foggiana, la nuova serie tv – realizzata da Clipper Media in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri – arriva nella Capitale, nella Borgata San Basilio dove si vende la cocaina a prezzi stracciati. Così anche i giovani se la possono permettere. Il quartiere, nato come insediamento popolare negli Anni Trenta del Novecento, che poi ha beneficiato dei fondi per la ricostruzione dopo la Seconda Guerra Mondiale, resta un’anomalia a Roma. Da molto tempo zona degradata, evidenzia come Roma sia un microcosmo fatto di tante città. Le riprese del quartiere sono spesso dall’alto, piccole palazzine popolari e grandi casermoni dove il verde purtroppo non ha niente di bucolico ma diventa l’area preferita dello spaccio insieme agli orti di proprietà di molti residenti nel quartiere. Interessata soprattutto dalla criminalità calabrese, San Basilio è principalmente una piazza di spaccio. La malavita si dirige verso le zone di interesse e quello degli stupefacenti è un mercato che fa gola a molti. La puntata, di poco più di un’ora, ha il ritmo di un film d’azione e viviamo un’avventura avvincente di tensione a fianco dell’Arma. Il punto di partenza e di arrivo è sempre la stazione ché la conoscenza del territorio è fondamentale, come raccontano gli operatori. Questo avamposto non è solo il centro per il contrasto allo smercio di droga però, è anche un punto di riferimento del quartiere dove arrivano tutti i guai dei cittadini, i più diversi, come la denuncia di maltrattamenti da parte di una donna ad opera del suo compagno. Seguendo le operazioni di pedinamento, controllo, perquisizione fino all’arresto, scopriamo che non sempre essere arrestati è la soluzione peggiore per il delinquente. Spesso infatti in poco tempo si torna in libertà; mentre l’invocazione dell’articolo 75 può rappresentare un procedimento più invasivo di controlli continui. Come ormai ci ha abituati Camarca, le forse dell’ordine non sono solo i rappresentanti anzi i guardiani dello stato e delle divise ma delle persone che vivono sulla propria pelle la vita disperata degli altri ed è impressionante vedere un carabiniere commuoversi fino alle lacrime, comandanti che di fronte a furbetti strafottenti, per usare un eufemismo, agiscono da buoni padri di famiglia. In questo strano viaggio scopriamo una nuova lettura delle nostre città, un’organizzazione parallela, un’urbanistica con una funzionalità diversa da quella abituale, controllata da un esercito impegnato a vendere morte fatto di pusher e vedette che al grido convenuto avvisano della presenza dei Carabinieri. Ci sono gli angoli che sono punti strategici della distribuzione delle funzioni del quartiere, i cortili, la boscaglia, i palazzi abbandonati e occupati da umanità variegata come una comunità di Rom, tutti elementi di una città del degrado: due città sovrapposte, quella ufficiale e quella ufficiosa che si costeggiano, si intrecciano senza che spesso il cittadino onesto ne abbia la minima percezione. Per l’Arma l’individuazione delle piazze di spaccio è più facile della scoperta del percorso del reinvestimento denaro proveniente dalla vendita degli stupefacenti.
La puntata nella borgata romana ha un ‘lieto fine’ con l’arresto di 21 soggetti distribuiti tra San Basilio, Reggio Calabria e un soggetto a Napoli che si sentivano padroni del territorio. L’operazione dell’Arma ha inflitto un bel colpo alla lotta allo spaccio a San Basilio che da molto tempo non veniva toccato in modo così netto. I numeri nel 2019 sono stati alti ma a questo ‘successo’ immediato purtroppo spesso fa seguito la messa in libertà degli arrestati in tempi molto brevi e la giostra ricomincia. E’ impressionante sentire che la piazza dello spaccio non si ferma mai e anche dopo un’azione dei Carabinieri il fermo è solo di qualche ora. Nessuna incertezza, nessun indietreggiamento. Finché ci sarà un utente, un cliente, ci sarà lo spaccio. In questo gioco tra guardi e ladri, si vince a turno ma certamente l’Arma incide fortemente togliendo molta droga dal mercato e questa è l’unica consolazione. Con la prossima settimana vi racconteremo le ultime due tappe del viaggio nell’Italia dello spaccio e della malavita con una tappa al nord, a sud di Milano, a Rogoredo e una nel quartiere Zen di Palermo.
a cura di Ilaria Guidantoni