All’hotel Plaza di Viareggio, sulla storica passeggiata di fronte al noto caffè liberty Margherita, inaugura lo spazio Plaza Project Art Room con la mostra fotografica Postcards from Italy di Carolina Sandretto, a cura di Claudio Composti, in programma per l’estate (visitabile dalle 10 del mattino alle 10 della sera), dove si respira il fascino d’antan della cittadina che scoprì ‘turisticamente’ D’Annunzio e che prese il posto di Livorno.
La mostra è stata aperta in anteprima per BeBeez, dove abbiamo incontrato la fotografa Italiana che vive tra Milano e Parigi, esploratrice di temi quali il tempo, la memoria e la natura e lavora con fotocamere analogiche. Carolina ha studiato Fotografia ad ICP a New York dopo una laurea in Scienze Politiche alla Cattolica di Milano. Nel 2017 ha pubblicato con Skira, Cines de Cuba sui cinema abbandonati dell’isola e nel 2019 con Silvana Editoriale Cuba Vivir Con sulle case ed i suoi abitanti. Tra le sue mostre, Anthropological Landscapes, a White Box Gallery New York nel 2015; e Cuba Is all’Annenberg Space, Los Angeles nel 2017. Ha partecipato al Festival del Paesaggio di Capri nel 2018 e 2019. Nel 2019 si è tenuta la mostra Things left behind alla [dip] Gallery a Lugano e al River City di Bangkok nel 2020. Vince il 14esimo Julia Margaret Cameron Award for Landscape nel 2019 con il progetto Desert2Desert.
Come nasce questa mostra?
“Postcards from Italy è un progetto personale che nasce dai miei anni passati all’estero. Che fosse partendo da New York o dall’Artico, ogni estate il mio desiderio più grande era quello di tornare a casa e di poter girare l’Italia vedendone le bellezze storiche e culturali. Questa “sete di bellezza” mi ha portata a fotografare i posti incontrati durante questi viaggi diventati sempre più simili a dei “Gran Tour”. Proprio come i primi turisti all’epoca di Goethe visitavo Venezia, Roma e le altre città italiane e ne riscoprivo le meraviglie. Durante quei viaggi mi sono resa conto di come il rapporto con i luoghi sia oggi mediato dalle nuove tecnologie. Ormai scoprire una città italiana non vuole più dire viverci e studiarne le bellezze ma aggiungere una foto su proprio cellulare. Queste testimonianze di presenza diventano ormai le uniche immagini che vediamo di questi luoghi e che riteniamo necessarie perché sono quelle che postiamo sui social. Io ho pensato invece di invertire questa tendenza.”
Come lavori?
“Con una macchina fotografica analogica, ho dovuto aspettare il momento giusto per fare la fotografia dandomi il tempo di osservare e vedere la bellezza dei posti visitati.
Ho poi sovrapposto a queste immagini quelle delle cartoline d’epoca degli stessi luoghi che i viaggiatori del gran tour riportavano a casa, facendo vedere come i luoghi non siano cambiati ma lo sia la relazione che noi abbiamo con essi, oggi mediata dai cellulari e dai social.”
Ci illustri qualche opera in particolare?
“Nella fotografia che ritrae il Caffè Margherita di Viareggio ho notato come il nome del negozio accanto sia cambiato molte volte nel corso degli anni nelle cartoline, ma la terrazza davanti è sempre rimasta più o meno la stessa. Dentro la foto “Il Villino” è interessante notare come entrambi i palazzi non ci siano più ma sia rimasto invece il villino Il Guscio, che mi ha permesso di riconoscere il luogo da lontano e che è un edificio liberty tra i più conosciuti di Viareggio. Infine nella foto “la Passeggiata” si vede come il fotografo della cartolina abbia deciso di fare la fotografia nel tardo pomeriggio perché gli edifici sono all’ombra. Per rendergli omaggio ho deciso di fare lo stesso anche io.”
Qual è la tua tecnica?
“Lavoro principalmente con macchine fotografiche analogiche. Preferisco il medio formato quadrato ma ho fatto anche lavori su formati più grandi. Penso che l’analogico sia importante per il mio processo in quanto mi rallenta e mi da l’opportunità di vedere le cose da un punto di vista diverso. I tempi tecnici lunghi e l’attesa della luce migliore per fare una fotografia entrano a far parte di quello che poi sarà il lavoro finale. In un mondo che corre sempre di più, per il mio lavoro è importante la lentezza.”
Ritieni questo un punto di arrivo, comunque l’evoluzione di tuoi precedenti lavori o un percorso parallelo ad altri?
“Postcards from Italy è un lavoro a me molto caro e parallelo ad altri, e sono molto grata che Claudio Composti abbia deciso di mostrarlo in questa sede. Questa è una serie di fotografie che ho cominciato nel 2013, e che rappresenta proprio la voglia di riscoprire le mie radici e le bellezze del nostro paese. Le foto sono intrise di tutta la malinconia di chi come me è dovuto emigrare per seguire dei percorsi di lavoro, ma che rimane legato con la propria anima al proprio territorio. L’Italia come espressione della memoria, il passaggio del tempo e l’abbandono, sono infatti i temi a me più cari. In questo momento storico nel quale dobbiamo tutti rallentare sono felice di poter mostrare, grazie al Plaza Project Art Room, un lavoro sulla bellezza e l’importanza fondamentale del nostro paese nell’estate della sua grande riscoperta.”
Allargando lo sguardo, ci racconti brevemente com’è iniziata la tua attività e di cosa ti occupi al momento?
“Sono una fotografa da quando avevo 12 anni e mio nonno mi regalò la mia prima macchina fotografica. Ma ho poi avuto un percorso molto vario che mi ha portata a studiare scienze politiche e no profit management e a vivere in diversi paesi come l’Egitto la Francia e gli Stati Uniti. Questo percorso mi ha resa attenta a dei temi precisi, e ha fatto sì che la società sia uno spunto sempre presente nel mio lavoro.
A marzo di quest’anno ero in Islanda in viaggio verso il Polo Nord, quando ci sono stati i primi ordini di quarantena. Sono quindi tornata in Italia, a casa, e da lì ho pensato e fotografato sul tema del passaggio del tempo e sulle memorie della mia famiglia. Il risultato è un piccolo libro d’artista che sto producendo in questo momento e che uscirà a settembre in alcune librerie specializzate in arte e fotografia.”
Tempo non facile per fare progetti: stai lavorando a qualcosa o hai già degli appuntamenti dopo l’estate?
“Penso che questo periodo di arresto forzato abbia fatto bene ad alcuni artisti e io sono sicuramente tra questi. Fare certi progetti per me che viaggiavo molto è diventato difficile, quindi ora penso Autour de ma Chambre a progetti più personali. Personalmente ho preso questo tempo per riflettere a che temi sviluppare in futuro e molti saranno proprio in Italia.”
a cura di Ilaria Guidantoni