Alle Gallerie d’Italia a Milano, al Museo di Intesa Sanpaolo fino al 26 marzo 2023, è allestista la mostra dedicata al collezionismo, a cura di Fernando Mazzocca e Sebastian Schütze con il coordinamento generale di Gianfranco Brunelli; mentre il catalogo è realizzato da Edizioni Gallerie d’Italia |Skira. Il percorso è allestito in modo facilmente fruibile, con il focus al centro come d’abitudine nelle esposizioni delle Gallerie, partendo idealmente dai Medici per tornarvici. In effetti anche se la mostra ha un respiro ampio, internazionale, l’Italia è coinvolta in prima linea perché i Medici sono stati i pionieri del collezionismo e anche coloro che hanno evidenziato come la cultura sia un patrimonio anche in termini economici, messaggio che resta oggi più che mai di attualità. Il percorso ci porta fino all’eredità più importante nell’investimento in arte, oggi custodito dalle banche, come la stessa Intesa San Paolo dimostra. Pertanto l’idea di terminare il percorso con i Rotschild è storicamente pertinente, soprattutto in questa sede dove è ospitata anche l’esperienza di Raffaele Mattioli alla guida per quarant’anni della Banca Commerciale Italiana. La mostra, realizzata in partnership con i Musei del Bargello e la Alte Nationalgalerie – Staatliche Museen zu Berlin, con la collaborazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Milano e il patrocinio del Comune di Milano, presenta oltre 120 opere di diverse epoche provenienti da prestigiosi musei internazionali come National Gallery di Londra, Musée du Louvre di Parigi, Albertina di Vienna, Staatliche Museen di Berlino e The Morgan Library & Museum di New York. In mostra autori come Verrocchio, Michelangelo, Bronzino, Caravaggio, Gherardo delle Notti (Gerrit van Honthorst),
Valentin de Boulogne Antoon Van Dyck, Angelika Kauffmann, Francesco Hayez, e un inedito di Giorgio Morandi, nella collezione Mattioli. A proposito di quest’ultimo Giovanni Bazoli, Presidente Emerito di Intesa Sanpaolo, afferma che “Intesa Sanpaolo presenta un’originale e raffinata esposizione che racconta come dal Rinascimento all’età moderna la relazione tra banchieri e artisti abbia trasformato la ricchezza finanziaria in un patrimonio artistico di inestimabile valore. La fiducia e l’appoggio accordato a grandi artisti da figure illuminate di banchieri e mecenati hanno prodotto nel corso dei secoli la nascita di tanti capolavori. Alcuni di essi possono essere ammirati in questa mostra grazie ai prestiti concessi da musei nazionali e internazionali. La storia del mecenatismo interessa in modo particolare la nostra banca, costantemente impegnata a promuovere arte e cultura, nel solco dell’esempio lasciato dal banchiere umanista Raffaelle Mattioli.”
Da Cosimo e Lorenzo de’ Medici ai Rothschild, molti dei maggiori mecenati, collezionisti e filantropi di tutti i tempi sono stati dei grandi banchieri che hanno voluto consacrare la loro ascesa sociale gareggiando con l’aristocrazia e i sovrani nel proteggere e incoraggiare gli artisti, anche acquistando le loro opere. Alcune di queste collezioni sono andate disperse, altre invece sono confluite nei musei e altre infine, giunte sino a noi, sono ancora possedute
dagli eredi di coloro che le avevano realizzate. Per i grandi banchieri, mecenatismo artistico e collezionismo appaiono strumenti strategici di rappresentazione e di affermazione sociale o meglio un esempio eloquente della sapiente trasformazione di capitale economico in capitale culturale e simbolico.
A molte di queste figure sono stati dedicati studi importanti, ma esistono casi in attesa di nuove ricerche.
Il percorso si snoda in 11 sezioni ciascuna dedicata a un banchiere, in modo circolare intorno allo spazio, quasi una cappella, riservata ai Medici e le diverse campiture di colore individuano famiglie e collezionisti.
in modo circolare intorno allo spazio, quasi una cappella, riservata ai Medici e le diverse campiture di colore individuano famiglie e collezionisti.
La mostra può essere l’occasione per originali approfondimenti e per una riconsiderazione nei secoli di questo fenomeno attraverso l’analisi di personaggi che hanno segnato in modo incisivo la storia del collezionismo e del gusto. A testimonianza del gusto e delle scelte collezionistiche di questi personaggi la mostra presenta una grande varietà di generi artistici quali dipinti, sculture, disegni, incisioni, bronzetti, medaglie e preziosi cammei.
Cosimo e Lorenzo de’ Medici compresero l’importanza di investire nell’arte, sia per ragioni di immagini diremmo oggi sia per alimentare un’economia fiorente nonché l’attrattività di un territorio. Tra le opere della
collezione La Madonna della Scala di Michelangelo Buonarroti, realizzata tra il 1490 e il 1491 circa, custodita presso la casa omonima a Firenze; il Putto con delfino del Verrocchio; e il Busto di Lorenzo il Magnifico attribuito a Pietro Torrigiano e ora collezione privata.
Vincenzo Giustiniani, genovese, è raccontato tra l’altro con il suo Ritratto realizzato da Claude Millau e il San Gerolamo Penitente di Caravaggio; mentre Everhard Jabach, cosmopolita alla Corte di Luigi XIV, rampollo di una famiglia di mercanti e banchieri è in mostra, tra l’altro, con il suo Ritratto di Antoon Van Dyck del 1636-1637. Moritz von Fries, banchiere calvinista nella Vienna imperiale e di cui mostra i fasti che incarna nel Ritratto del conte Josef Johann von Fries di Angelika Kauffmann. La famiglia Torlonia, si muove tra mecenatismo, finanza e apprezzamento dell’antico tanto che nella sezione a loro dedicata, opere antiche dialogano con statue ‘moderne’ realizzata alla maniera classica. Johann
Heinrich Wilhelm Wagener, si attivò per la realizzazione di un tempo delle arti per la nazione e fu socio onorario dell’Accademia Belle Arti di Berlino. Grande collezionista che si interessò a tutti i generi pittorici, riunendo non solo artisti tedeschi ma anche francesi, belgi, italiani e un taglio più europeo rispetto al progetto finale della Galleria nazionale. In questa sessione ammirevole La fuga di Bianca Cappello da Venezia di Francesco Hayez, artista presente con diverse opere nell’esposizione, di cui è presente anche un raffinato studio per il volto dell’opera. Enrico Mylius, milanese respira l’atmosfera mitteleuropea con opere variegate tra le quali anche il suo Ritratto e il Ritratto di Federica Cristina Mylius Schnauss. Con John Pierpont Morgan ci spostiamo in America per incontrare un collezionista e patriota di collezioni davvero universali. In questa sezione, tra le altre opere, possiamo ammirare il Busto di America di Hiram Pomers, morto a Firenze nel 1873 ma anche disegni di Giambattista Tiepolo. Nathaniel Mayer Von Rothschild, fu committente e collezionista, e nel primo Ottocento la sua famiglia fu protagonista di un’espansione a partire dalla nativa Francoforte, verso poi gli Stati Uniti, alla ricerca del Grand Siècle.Tra le opere interessante La Toilette di François Boucher del 1742, opera di piccole dimensioni che condensa la leziosità e l’eleganza dello stile settecentesco con grande dovizia di particolari.
Ambrogio Uboldo fu banchiere, filantropo e collezionista, insignito, nel 1838, del titolo di “Cavaliere, Nobile di Villareggio”. Per tutta la vita ebbe un interessamento costante alla povertà sofferente e alla promozione delle Belli arti grazie agli ingenti guadagni provenienti dalla sua attività. In mostra Veduta sulla piazza del Duomo con il coperto dei Figini di Angelo Inganni del 1838.
La sezione finale ricorda la luminosa figura del banchiere “umanista” Raffaele Mattioli, protagonista della rinascita economica e culturale nell’Italia del difficile dopoguerra. Grande ammiratore di Giacomo Manzù, Giorgio Morandi e Renato Guttuso – in mostra un ritratto del banchiere uscito dalla sua matita – le sue prestigiose acquisizioni per la Banca Commerciale e il suo impegno nella grande editoria hanno costituito uno straordinario esempio, a cui il “Progetto Cultura”, il programma pluriennale delle iniziative culturali di Intesa Sanpaolo, ha dato continuità e conferma. Dal 1933 quando salì alla guida della Banca cominciò una serie di acquisizioni importanti la prima delle quali Il ritratto di Fattori nel suo studio di Giovanni Boldini, esposta. Tra le opere anche l’inedita Natura morta di Giorgio Morandi.
Prima di chiudere la visita, torniamo ad affacciarci allo spazio riservato ai Medici dove simbolicamente troviamo di Luigi Missini, nato a Berlino nel 1813 d morto a Siena nel 1888, I parentali di Platone celebrati da Lorenzo il Magnifico a Careggi, opera del 1852 conservata a Bourg-en-Bresse nel Musée du Monastère Royal de Brou, testimonianza del mecenatismo culturale del Signore di Firenze che mise a disposizione di Marsilio Ficino la Villa di Careggi che divenne la sede dell’Accademia Platonica.
a cura di Ilaria Guidantoni