E’ uscito venerdì 18 ottobre 2019 per la Folderol Records il nuovo album della pianista Federica Colangelo con il suo progetto “Acquaphonica”, Endless Tail. A Roma la prima tappa del serrato tour italiano, alla Casa del Jazz, poi Castellana Grotte, Bari, Marina di Pulsano, Maglie, Padova, Milano e Novara.
La ricerca e la necessità di un suono tra il jazz e la musica contemporanea è la cifra stilistica della sua musica, dove Acquaphonica rappresenta il laboratorio immaginario di questo desiderio.
L’eco della musica tecnologica, conferisce un lato sofisticato a un jazz che resta caldo, non lo rende troppo stilizzato come spesso avviene nelle sempre più diffuse sperimentazioni. E’ interessante l’avvolgenza della sua musica, colta, ricercata, con una dosatura equilibrata tra passione e rigore, tradizione e innovazione, un dialogo sempre in divenire che si intreccia nella strofe. Non è una sintesi avvenuta e stabilita né un’alternanza. La Colangelo sembra non aver paura di scoprirsi, ci lascia entrare dietro le quinte, intravedendo un lavoro che è sempre in corso, in evoluzione. Ci aspetta che riascoltando l’album, 7 tracce, qualcosa sia cambiato, anche per la capacità di offrirsi a più interpretazioni. A volte si resta quasi disorientati, si è tentati di tirare una conclusione, di dare un nome, un’etichetta a un brano che improvvisamente vira verso altro. E’ una musica che racconta, senza bisogno di parole, che potrebbe diventare la colonna sonora di un film, basti pensare a Studio n.5, delicatamente struggente.
Dopo l’ avvio del progetto Acquaphonica, iniziato nel 2010 con musicisti basati ad Amsterdam; Private Enemy (Optomusic) nel 2012; e Chiaroscuro (Alfa Music) del 2016, questo terzo album, registrato con una formazione tutta italiana, segna un cambiamento decisivo nel linguaggio compositivo e pianistico di Federica Colangelo. In Endless Tail, infatti, convergono influenze musicali che hanno radici in ambiti diversi e che sono maturate nel corso degli ultimi anni. Si avvicina allo studio dello strumento da bambina; inizia gli studi classici e consegue diciannovenne, presso la Royal Schoolof Music of London, il diploma in pianoforte; nel2004 si trasferisce nei Paesi Bassi, dove si diploma in Pianoforte Jazz e in seguito prende il Master in Composizione Contemporanea. Cambiando rotta, affronta la musica dei compositori del ‘900 come Yves, Glass, Cage e Stravinsky. Ma la vera svolta nel percorso musicale avviene con lo studio della musica Carnatica, perfezionato anche con un periodo in India, dove la Colangelo ha iniziato a conoscerne le strutture ritmiche, l’approccio compositivo e improvvisativo.
L’incontro di queste musiche costituirà un forte ascendente sull’espressione artistica di Federica Colangelo. Dopo 13 anni vissuti all’estero, tra Olanda e India, tra studi, lavoro e due dischi, Colangelo è tornata a Roma chiamando a sé un nuovo quartetto di Acquaphonica, con cui incide Endless Tail, composto da Michele Tino al sassofono alto e tenore, Marco Zenini al contrabbasso ed Ermanno Baron alla batteria.
Nei sette brani originali che compongono Endless Tail si trovano evidenti spunti della musica Carnatica. In particolare, sia in Spazi pieni e vuoti che in Scala a chiocciola, le apparenti accelerazioni e decelerazioni delle frasi musicali, dovute alle diverse suddivisioni ritmiche, generano dei climax che tutti i musicisti compiono ogni volta all’unisono. Altro elemento è la sovra imposizione di due tempi pari e dispari, che si sommano e si ricongiungono alla fine di un ciclo: in Spigoli si tratta di un ciclo di 6 su 7/4, mentre in Aftermath di 11/8 su 3/4. Ritroviamo, invece, alcuni spunti della musica contemporanea di Pierre Boulez nei voicing invertiti del pianoforte che aprono Spigoli, dove gli accordi perdono la loro funzionalità armonica, assumendo sonorità astratte e sospese.
Endless Tail non è però un approdo, ma solo un punto da dove ripartire per continuare nella ricerca dialettica tra regole e infrazione, come suggerisce lo stesso titolo.
a cura di Ilaria Guidantoni