Nadia Baldi, l’arte è volo, narrazione non giornalismo
In vista della terza e ultima parte del Campania Teatro Festival 2021 (che vede arrivare tra le 5mila e le 10mila proposte l’anno a livello internazionale) con una prospettiva regionale – non solo Napoli – dedicata alla danza e al cinema documentario, abbiamo incontrato Nadia Baldi, Vice Direttore del Festival, presente anche come regista di Autobus 2857, dedicato all’attivista dei diritti dei neri in America, Rosa Parks.
Come nasce l’idea di rendere il Napoli Teatro Festival una manifestazione regionale?
“La scelta della direzione artistica è stata motivata dalla constatazione che l’esperienza si era estesa in tutta la Regione negli ultimi due-tre anni, anche al di fuori delle città, proprio per rendere più potente la rete culturale e a questo punto non aveva senso lasciare solo Napoli nella dicitura. Tra l’altro la Fondazione che gestisce il festival si chiama Fondazione Campania dei Festival e abbraccia già una prospettiva allargata sul territorio.”
A quale scelta risponde la divisione tematica con la danza e la sezione cinematografica nell’ultimo capitolo della manifestazione?
“In realtà non c’è un’indicazione tematica. L’articolazione in sezioni, dodici, lavora puntando sulla creatività e la libertà dell’artista. I tre appuntamenti sono stata così scansionati per esigenze pratiche legate alle chiusure dei mesi precedenti che ci hanno consentito di lavorare solo in alcuni orari e luoghi. Ad esempio al Museo di Capodimonte, cuore del festival, abbiamo montato otto palcoscenici ma non è stato possibile contenere tutto. Con questa ‘frattura’ la danza e il cinema sono stati
spostati.”
Cosa racconta questa terza parte?
“Protagonista sempre la multidisciplinarietà e l’esplorazione del nuovo, del giovane, dell’inconsueto con grande attenzione a quelli che chiamiamo invisibili. Il nostro infatti non è certo un festival del consenso. In quest’ottica anche la danza vede molte giovani compagnie e anche se il nostro fulcro è la prosa, il palcoscenico campano vuole valorizzare una dimensione che nei festival non è molto presente, al di fuori di manifestazioni dedicate. Per quanto concerne il cinema, presentiamo due documentari e nel mio caso la scelta è frutto di necessità. Il lavoro doveva essere teatrale all’origine ma per le esigenze legate ai protocolli sanitari ho adattato l’idea originaria. Un percorso per me interessante che non è stato affatto riduttivo.”
Il Documentario Autobus 2857 prende spunto dalla vicenda storica: erano esattamente sessantacinque anni fa, il primo dicembre del 1955, a Montgomery In Alabama, quando una 42enne afro‐americana di nome Rosa Parks rifiutò di alzarsi dal suo posto sull’autobus numero 2857 appunto, per cederlo a una donna bianca. Iniziò quel giorno la caduta della segregazione razziale negli Stati Uniti. La vicenda è nota ma sempre di grande attualità.
Com’è nata la scelta del soggetto?
“Di solito amo occuparmi di donne e di figure che hanno una grande consapevolezza. Non è un caso ad esempio che da due anni stiamo portando in giro uno spettacolo teatrale, Settimo senso su Moana Pozzi, che per me resta una figura affascinante. Nel caso di Autobus 2857 la professione di sarta della protagonista sottolinea ancora di più il coraggio e il salto di coscienza di Rosa Parks.”
Colpisce il fatto che il protagonista sia un uomo, Vinicio Marchioni. Qual è la ragione di questa scelta?
“Ho trovato interessante che fosse un uomo a parlare di una donna proprio perché più incisivo, più convincente. Tra l’altro l’autore, Renato Cappuccio, ha una modalità di scrittura molto sensoriale, sensuale che è ben incarnata dall’attore protagonista.”
Quali sono le altre scelte significative?
“La scelta dell’orchestra dal vivo grazie alla collaborazione con Ivo Parlati e un lavoro di ricerca sulle musiche di quel periodo storico, proprio perché si tratta di un soggetto storico e lo spettacolo fa riferimenti alla cronaca ma ho cercato di volare, di dare perfino leggerezza, perché l’arte non è mimesi della realtà o reportage giornalistico ma è una narrazione emozionale che ha una vita autonoma. In tal senso ho scelto di girare dentro il Museo di Pietrarsa a Portici, in quella che fu la prima linea ferroviaria dei Borboni dov’è tuttora in funzione un treno storico e che per me è un ambiente magico. Certamente un soggetto come quello che ho scelto denuncia un impegno sociale ma ho cercato scelte empatiche con il pubblico, non la rappresentazione di un manifesto politico.”
Chi è Rosa Louise Parks
Nata Rosa Louise McCauley; Tuskegee – 4 febbraio 1913 – Detroit, 24 ottobre 2005 – è stata un’attivista statunitense. Fu figura-simbolo del movimento per i diritti civili, divenuta famosa per l’episodio citato, dando così origine al boicottaggio dei bus a Montgomery. Nove mesi prima anche Claudette Colvin fu protagonista di un episodio analogo, che non ebbe uguale risonanza mediatica. Figlia di James e Leona McCauley, di confessione metodista, nel 1932 sposò Raymond Parks, attivo nel movimento dei diritti civili. Passò buona parte della sua vita a lavorare come sarta in un grande magazzino nella città dove risiedeva, Montgomery, in Alabama. A partire dal 1943, Rosa aderì al Movimento per i diritti civili statunitensi e divenne segretaria della sezione di Montgomery della National Association for the Advancement of Colored People (NAACP). A metà del 1955 iniziò a frequentare un centro educativo per i diritti dei lavoratori e l’uguaglianza razziale, la Highlander Folk School. In questo periodo anche Martin Luther King lottava per difendere i diritti dei neri, che venivano oppressi dai bianchi. Il 1º dicembre 1955, a Montgomery, Rosa, non trovando altri posti liberi, occupò il primo posto dietro all’area riservata ai bianchi, nel settore dei posti accessibili sia ai bianchi sia ai neri con l’obbligo per i neri di cedere il posto qualora fosse salito un bianco mentre non vi erano posti riservati ai bianchi disponibili. Dopo tre fermate, l’autista James F. Blake le chiese di alzarsi e spostarsi in fondo all’automezzo per cedere il posto ad un passeggero bianco salito dopo di lei. Ella, mantenendo un atteggiamento calmo, sommesso e dignitoso, rifiutò di muoversi e di lasciare il suo posto. Il conducente fermò il veicolo e chiamò due agenti di polizia per risolvere la questione: Rosa Parks fu arrestata e incarcerata per condotta impropria e per aver violato le norme cittadine che obbligavano le persone nere a cedere il proprio posto ai bianchi nel settore comune, quando nel settore riservato ai bianchi non vi erano posti disponibili. Da allora è conosciuta come The Mother of the Civil Rights Movement (la madre del movimento dei diritti civili). Quella notte, cinquanta leader della comunità afroamericana guidati da un pastore protestante, Martin Luther King, si riunirono per decidere le azioni da intraprendere per reagire all’accaduto, mentre già avevano avuto luogo le prime reazioni violente. Il giorno successivo incominciò il boicottaggio dei mezzi pubblici di Montgomery, protesta che durò per 381 giorni; dozzine di pullman rimasero fermi per mesi finché non venne rimossa la legge che legalizzava la segregazione. Questi eventi diedero inizio a numerose altre proteste in molte parti del paese. Lo stesso King scrisse sull’episodio descrivendolo come «l’espressione individuale di una bramosia infinita di dignità umana e libertà», aggiunse che Rosa «rimase seduta a quel posto in nome dei soprusi accumulati giorno dopo giorno e della sconfinata aspirazione delle generazioni future». Nel 1956 il caso di Rosa Parks arrivò alla Corte Suprema degli Stati Uniti, che indicò, all’unanimità, come incostituzionale la segregazione sugli autobus pubblici dell’Alabama. Da quel momento, Rosa Parks diventò un’icona del movimento per i diritti civili. Sebbene non fosse una leader del movimento per i diritti civili che si stava sviluppando nell’ultima parte degli anni cinquanta, la figura di Rosa Parks divenne un simbolo importantissimo per gli attivisti e di conseguenza, divenne malvista dagli ambienti segregazionisti bianchi contrari alla protesta nera. Ricevette numerose minacce di morte e, non riuscendo più a trovare lavoro, decise di trasferirsi a Detroit, nel Michigan, all’inizio degli anni Sessanta, dove ricominciò a lavorare come sarta. Successivamente, dal 1965 al 1988 fu assunta come segretaria per il membro del Congresso John Conyers. Nel febbraio del 1987 Parks fondò il Rosa and Raymond Parks Institute for Self Development insieme a Elaine Eason Steele in onore del marito Raymond Parks. Nel 1999 ottenne la Medaglia d’oro del Congresso. È morta per cause naturali a Detroit il 24 ottobre 2005.
Chi è Nadia Baldi
Vice direttore Campania Teatro Festival e Regista, è anche un’attrice e produttrice salernitana che, nel 1996, fonda la compagnia “Teatro segreto” di cui ne è il legale rappresentante organizzatore e regista insieme a Ruggero Cappuccio che ne è il direttore artistico fino al 2017, drammaturgo e regista; una compagnia riconosciuta dal Ministero dei Beni Culturali e dalla Regione Campania. Nel 2002 fonda la casa di produzione cinematografica Visioni Segrete e nel 2004 la casa editrice Scritture Segrete. Tra i suoi film come regista, interprete, sceneggiatore, ricordiamo in particolare Veleni (2017), Niente di straordinario e Il sorriso dell’ultima notte (2004).
A cura di Ilaria Guidantoni