Il concorso internazionale di progettazione per la riqualificazione dell’area di Campo di Marte nord a Firenze e dello stadio Artemio franchi, progettato negli anni trenta da Pier Luigi Nervi, è stato vinto dal team interdisciplinare guidato da Arup Italia. Lavori al via nel 2023. Si veda qui ArtTribune.
Presentazione-show, con diretta su SkyTg24 e SkySport dal Salone dei Cinquecento e ricco
parterre di ospiti (dagli idoli viola Gabriel Batistuta e Giancarlo Antognoni al presidente del Coni Giovanni Malagò; dal ct della Nazionale Roberto Mancini al presidente Figc Gabriele Gravina), per l’annuncio del progetto vincitore del concorso che traghetterà lo storico e mitico Stadio Artemio Franchi di Firenze nel futuro. Ad aggiudicarsi la competizione internazionale è il raggruppamento di cui è capofila Arup Italia, la stessa società della progettazione che proprio nel
capoluogo toscano ha sviluppato gli aspetti ingegneristici alla (ancora incompiuta) Stazione Ferroviaria dell’Alta Velocità Firenze Belfiore, su masterplan di Norman Foster+Partners. Per il nuovo stadio Franchi, l’amministrazione fiorentina (e non solo) auspica tempi decisamente ridotti e un iter senza i tanti intoppi dell’infrastruttura ferroviaria. L’obiettivo? Avviare il cantiere nell’autunno 2023, così da tagliare il traguardo dell’ultimazione entro il 2026, in linea con il timing stabilito dall’Europa. Come noto già da mesi, l’opera sarà infatti finanziata accedendo al Recovery Fund: 95 i milioni di euro annunciati (ulteriori 50 quelli già chiesti da Palazzo Vecchio).
In cordata con Mario Cucinella Architects (per il parco), Laura Gatti (per l’architettura del paesaggio), Luciano Cupelloni (per il restauro), Systematica (per la mobility engineering), il masterplan di Arup (capo progettista è l’architetto David Hirsch) concepisce il Campo di Marte “come un ‘foglio naturale’ che diviene elemento di ripristino del paesaggio ricoprendo l’intera estensione con un parco”. L’intervento prevede la suddivisione dell’area di intervento per macroaree funzionali: sul lato ovest lo stadio (rinnovato da una serie di azioni specifiche), al centro il parco attrezzato con le nuove funzioni pubbliche, a est il parco sportivo, e, nella parte nord, la riqualificazione del parco urbano esistente. Scendendo nel dettaglio, sul fronte strettamente architettonico il piano prevede la realizzazione di una nuova copertura del Franchi che proteggerà le tribune storiche nerviane. Sarà una “grande lama orizzontale, librata con leggerezza ben al di sopra delle gradinate”; il suo disegno rinuncia agli slanci scenografici e ai virtuosismi propri di alcune delle soluzioni sviluppate dai sette raggruppamenti finalisti (trentuno, nel complesso, le proposte pervenute). In questo caso, infatti, la volontà è “ridurre al minimo l’impatto visivo sullo skyline e celebrare l’eleganza e orizzontalità dell’immagine del progetto di Pier Luigi Nervi. La copertura, copre tutto il perimetro della vecchia struttura rastremando il suo spessore verso l’interno fino al bordo del campo da gioco”.
La scelta compiuta sul fronte della copertura genera riflessi sul resto del progetto architettonico. In particolare è nello spazio generato tra le due curve (quella nerviana e quella di progetto) che Arup prevede di “estendere le funzionalità” del Franchi. Non solo arena per le competizioni sportive, ma anche museo (con spazi espositivi nella Curva Ferrovia) e auditorium (nella Curva Fiesole). Nella riqualificazione dello stadio, progettato da Nervi fra il 1929 e il 1932, il raggruppamento vincitore dichiara di voler adottare i principi della riconoscibilità fra nuovi innesti ed elementi storici-identitari, della reversibilità nel tempo, della compatibilità dei materiali e delle strategie architettoniche, e della minimizzazione dei nuovi inserti. Un approccio che si pone alla base del disegno delle nuove tribute, “l’addizione più rilevante”, come riconosce Arup. “Affinché il loro necessario inserimento non comprometta sia l’immagine storica della cavea che le strutture di curve e curvini, il progetto propone una struttura del tutto indipendente, il cui distacco dalla nuova copertura non altera l’orizzonte libero del vecchio stadio”, si precisa. Previsti, infine, spazi per l’accoglienza e l’ospitalità differenziati sulla base delle categorie di pubblico; sulla Tribuna Maratona verranno installati 28 nuovi skybox sospesi; 23 skybox saranno riqualificati su due piani lato Tribuna d’onore.
Come indicato, la riqualificazione dello Stadio Artemio Franchi incide sul futuro dell’intero “quadrante” fiorentino in cui è inserito l’impianto. La visione del team vincitore per l’area di Campo di Marte “nasce dalla volontà di raccogliere e far risaltare gli elementi del paesaggio naturale e antropizzato di Firenze, ponendosi come interpretazione di una visione territoriale integrata e di forte identità”. Un proposito che si traduce in grande parco urbano attrattivo per la comunità residente e per i visitatori, con servizi e dotazioni da utilizzare ogni giorno dell’anno, indipendentemente dagli appuntamenti sportivi, da integrare al verde esistente. Un sistema urbano “vivo ed efficiente” per Firenze, dunque, nel quale emergerà il parco formato da “due grandi fogli che si sollevano ai lembi estremi, spazi ‘levitanti’ che danno vita a nuovi spazi costruiti e aperti dialoganti con le strutture disegnate da Nervi”. Inclusi, inoltre, un polo ricettivo e direzionale e il polo commerciale, entrambi con una superficie pari a 5000 mq: queste nuove volumetrie dovrebbero essere in parte “celate” dal nuovo polmone verde fiorentino, in quanto ricavate “al di sotto dei lembi estremi del parco attrezzato, in edifici coperti da tetti verdi praticabili che costituiscono parte integrante del parco”.