La mostra La Briglia di Dio, a cura di Achille Bonito Oliva in collaborazione con Francesca Baboni e Stefano Taddei alla Casa del Mantegna è di scena a Mantova fino al 26 novembre.
Dopo l’anteprima al Palazzo del Plenipotenziario di Mantova in occasione di Festivaletteratura 2023, ha aperto mostra bi-personale dei giovani artisti Kevin Brazzi e Anna Mattiuzzo, promossa dalla Provincia di Mantova con il sostegno di Bryano, il marchio di abbigliamento del designer Bryan, stilista, modellista e couturier parigino, creato nel 2005 che realizza creazioni “sur mesure” con seta e tessuti nobili, accompagnata da un catalogo che verrà presentato al pubblico nel corso del finissage, alla presenza di Achille Bonito Oliva.
Il titolo della mostra, La Briglia di Dio, è metafora del sottile legame che ci tocca tutti: da un lembo a un altro del divenire siamo guidati o assoggettati alla tensione che ci rende portatori di un messaggio attraverso un viaggio spirituale di contaminazione religiosa che tocca in particolare il mondo Vudù, i testi biblici e il primo Cristianesimo; parallelamente al tema relazionale della coppia, della cosiddetta ‘coppia degli eletti’, simbolo di vita.
Il percorso espositivo comprende circa 80 opere, tra dipinti, disegni e sculture, molti dei quali inediti, realizzati dal 2009 al 2023. Si tratta di lavori monumentali in dialogo con carte di piccole dimensioni, ma anche due abiti-scultura ed un gioiello realizzato a quattro mani ed esposto a Parigi.
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Scrive Achille Bonito Oliva: “L’arte è un sistema di allarme che tenta di risvegliare il muscolo atrofizzato della sensibilità collettiva, affermazione di complessità contro l’apologia consumistica di un passivo vivere. Ecco gli oggetti di turno che fondano il futuro sul movimento eccellente delle proprie forme indistruttibili. Ecco il calendario dell’arte di Anna Mattiuzzo e Kevin Brazzi che scandisce un tempo migliore con la rinata opulenza d’immagini che incontrano problematicamente la realtà e la spingono verso soluzioni di nuova bellezza, tesa verso la coesistenza delle differenze anche linguistiche”. Una pittura materica dove il gesto è evidente anche se non dimentica la complessità del dettaglio e la varietà dei materiali da vernici di vario genere a terre fino al caffè con una simbologia densa di rimandi all’animismo, al centro degli interessi di Kevin.
“Nella contingenza attuale – spiegano Francesca Baboni e Stefano Taddei – le sensibilità affini si parlano non soltanto attraverso la sensorialità. La visionarietà che accumuna Anna Mattiuzzo e Kevin Brazzi, pur negli stili differenti, diviene una sfida e nel contempo un intrigante gioco a due che si esplica in un binomio arte-vita magmatico e dal sapore teatrale. La complementarietà si trasforma in un efficace viatico tra l’esteriore e l’interiore, nel momento in cui si sciolgono le briglie del canale spirituale e si lasciano fluire rappresentazioni archetipiche di un luogo dell’essere dove il femminile incontra il maschile”.
Kevin Brazzi presenta in mostra una ricca selezione di tele medianiche di grandi dimensioni – lenzuoli che provengono a vecchi corredi senza cornice perché senza gabbie – che dipinge sentendosi guidato dallo spirito intelligente – presente a suo parere in tutti noi – che sorpassa l’ego. Le opere sono realizzate prevalentemente ad olio con gesti dinamici, caotici e vitali e nascono da trascorsi personali difficili che lo portano a speculare sull’evoluzione dell’essere umano. Accanto alle grandi tele, piccoli formati e costumi di scena che diventano installazioni ma possono essere indossati perché nel mondo del costume teatrale si è formato, studiando poi pittura e scultura con dei maestri sostanzialmente da autodidatta. Interessanti le terrecotte smaltate, maschere funebri e non che possono diventare anche parti di sculture, oggetti artistici e installazioni.
Anna Mattiuzzo espone opere recenti di grande formato che indagano i legami umani e il posizionamento dell’essere umano nella società contemporanea. Sono coppie che non rappresentano Adamo ed Eva, almeno non propriamente e in modo didascalico, come potrebbe sembrare a livello iconografico, ma le relazioni profonde della vita, ambientate in una cornice naturale. Dell’artista sono inoltre visibili alcuni lavori specifici, a partire dalla serie dei notturni, e varie idee teatrali, in particolare alcune opere di piccole dimensioni dove la minuziosità dell’operato è la cifra caratteristica.
L’idea è un percorso con una sala anche al Palazzo Plenipotenziario in piazza Sordello, che si sviluppi nel tempo chiudendo idealmente il cerchio di questo grande Pas à deux ma senza concludere l’esposizione che prosegue in una spirale che l’artista visualizza come un cono. Nel corso dell’esposizione, infatti, Kevin Brazzi costruirà, presso la Casa del Mantegna, un grande pozzo narrativo dedicato al romanzo Il Monaco di Antonin Artaud: un assemblaggio di diverse sculture figurative in terracotta e smalti vòlto a esemplificare la nostalgia e la verità dei preromantici. I visitatori potranno così accostarsi al processo stesso che porta alla realizzazione dell’opera che nasce, secondo i due artisti dall’intreccio della malinconia e della follia.
“Questa mostra”, concludono Kevin Brazzi e Anna Mattiuzzo, “è un elogio al lato wagneriano dell’opera, all’immortalità del messaggio, del senso votivo e pregno di emozione; la catarsi, la sofferenza e la fertilità del caos”.
La grande sala al Palazzo Plenipotenziario è come un microcosmo della mostra, una rappresentazione che concentra i diversi aspetti dell’arte del duo: al centro l’abito da sposa della mia compagna, numerose maschere in ceramica saltate per lo più funebri in parte raccolte in una vetrina come una Wunderkammer e ancora grandi tele alle pareti. Qui è esposta la riscrittura dell’Antigone da parte di Anna con una traduzione del linguaggio aulico nelle suggestioni di una favola popolare. L’eroina vittima greca è paragonata e raffigurata come un agnello sacrificale, voce dal coro che ha bisogno però di specchiarsi ed essere riconosciuta da esso. Ora il coro è costituito da polli, in batteria, allevati con opinioni omologate. Il progetto presenta anche bozzetti per la realizzazione scenica con l’idea che possa essere rappresentata anche con pochi mezzi economici.
Chi è Kevin Brazzi
Nasce nel 1994 a Carpi in provincia di Modena. Vive e lavora a Villastrada, in provincia di Mantova. È diplomato in Costume e scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Numerose le esperienze come aiuto costumista e aiuto regia. Parallelamente ha condotto una ricerca pittorica che lo ha portato ad esporre in diverse città italiane. Nel 2020 e nel 2021 è stato inserito nel catalogo del Premio Combat di Livorno. Per il laboratorio di Federica Scorsone a Venezia, ha dipinto una collezione di capi d’artista e alcune sue creazioni di gioielleria, pezzi unici, si trovano presso la gioielleria Boncompagni, sempre a Venezia. Collabora con la galleria di Daniele Scarpa a Venezia e con le gallerie parigine Herve Peron, Seigle Gallery e Bresilophilie.
Chi è Anna Mattiuzzo
Nasce a Padova nel 1995; vive e lavora a Venezia. Diplomata in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia, prende parte a diverse mostre, workshop e laboratori aperti di pittura e disegno. Con Kevin Brazzi, ha esposto i gioielli realizzati a quattro mani presso la gioielleria Isabelle Langlois di Parigi durante la settimana dell’alta moda e presso la gioielleria Boncompagni di Venezia in occasione dell’apertura della Biennale Architettura 2023.
a cura di Ilaria Guidantoni
video a cura di Giuseppe Joh Capozzolo