A dispetto di numerose classifiche in ambito di crescita economica che vedono l’Italia fanalino di coda o quasi, nel mercato dell’arte gli italiano dominano. Lo rileva Artprice, uno dei principali provider di informazioni sul mercato dell’arte al mondo, che da quest’anno coprirà anche il mercato cinese (si veda altro articolo di BeBeez).
Artprice segnala che negli ultimi 2 anni, sono stati infatti due pittori italiani a battere il record di prezzo nelle aste: Leonardo da Vinci nel 2017 e Amedeo Modigliani nel 2018. Entrambi gli artisti sono nati in Toscana e morti in Francia: questa coincidenza secondo Artprice simboleggia l’influenza dell’Italia sull’arte occidentale.
Leonardo da Vinci ha dipinto il “Salvator Mundi”, che è stato battuto all’asta da Christie’s il 15 novembre 2017 a New York per un totale di 450 milioni di dollari (tasse incluse), diventando l’opera d’arte più costosa della storia (si veda altro articolo di BeBeez). Il quadro è stato acquistato dell’Emirato di Abu Dhabi. Finora il primato apparteneva ai 300 milioni di dollari pagati per “Interchange” di Willem De Kooning, passato di mano nel settembre 2015. L’autenticità del dipinto negli anni scorsi era stata messa in dubbio da alcuni studiosi, mentre altri avevano detto che un eccesso di restauro rende difficile riconoscere la mano dell’autore. Tuttavia secondo Christie’s la maggioranza degli esperti ora ritiene che il dipinto sia davvero di Leonardo.
Modigliani è autore di “Nu couché (sur le côté gauche)“, realizzato nel 1917 e battuto all’asta da Sotheby’s a New York per 157,2 milioni di dollari (tasse incluse). L’opera dell’artista livornese è diventata la più cara mai venduta dalla casa d’aste britannica Sotheby’s. È stata aggiudicata poco al di sopra della stima record proposta di 150 milioni di dollari (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel 2018 in Italia alle aste di arte figurativa sono stati venduti 30.120 dipinti: le transazioni sono triplicate rispetto a 20 anni fa. Il quadro più costoso è stato battuto all’asta per 2,97 milioni: si tratta del secondo prezzo più alto di sempre. Lo ha spuntato “Achrome”, dipinto nel 1958 da Piero Manzoni e venduto da Christie’s a Milano l’11 aprile 2018. Il prezzo pagato è stato ben superiore alla stima di 1,8-2,5 milioni di euro. Il dipinto fu esposto alla grande mostra di Palazzo Reale del 2014 “Piero Manzoni 1933-1963” ed è stato battuto all’asta per la prima volta dopo 42 anni passati nella stessa collezione privata.
In generale, nella prima metà del 2018 il mercato delle arti figurative è andato bene. Secondo il Global Art Market Report di Artprice, i ricavi delle aste globali sono saliti del 18%, toccando quota 8,45 miliardi. Sono stati venduti 262mila lotti (+2,5% rispetto alla prima metà del 2017). Il maggiore incremento dei ricavi (+48%) è stato in Usa, dove ci sono state vendite all’asta per 3,3 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti rappresentano il 40% del turnover totale da aste nella prima metà del 2018. Il secondo mercato dell’arte a livello mondiale è la Cina (incluse Taiwan e Hong Kong), con ricavi per 2 miliardi di dollari (in calo del 7% rispetto alla prima metà del 2017), seguita dalla Gran Bretagna con 1,8 miliardi di dollari (+18%).
Londra però è in grado di competere con New York grazie alle vendite crescenti delle opere di Gerhard Richter, Andy Warhol e Jean-Michel Basquiat e Pablo Picasso. In totale, Londra e New York hanno catalizzato l’80% del mercato high-end nella prima metà del 2018.
L’Italia ha migliorato la sua posizione nel mercato dell’arte figurativa: dal settimo posto del 2017 (si veda altro articolo di BeBeez) è salita a sesta in classifica nella prima metà del 2018, con un aumento del 13% del turnover, sebbene il suo fatturato sia pari a solo all’1,4% di quello mondiale. Il nostro paese ospita a Milano le filiali di due delle maggiori case d’asta internazionali (Christie’s e Sotheby’s), oltre che una rete di case d’aste di media dimensione, concentrate prevalentemente nel Nord del paese: Farsetti a Prato, Il Ponte Casa D’Aste a Milano, Meeting Art a Vercelli.
Per quanto riguarda i ricavi delle aste, la maggior parte (80%) provengono dall’arte moderna. Tuttavia, bisogna considerare che l’arte del dopoguerra e quella contemporanea sono i due segmenti con i maggiori incrementi di prezzo nel breve, medio e lungo periodo. Inoltre, gli indici Artprice relativi a questi due segmenti nel lungo periodo (dal 2000 a oggi) hanno avuto un rendimento paragonabile a quello dell’indice azionario americano S&P 500.