Lo scorso 26 giugno è stata inaugurata presso il Museo Italo Americano di San Francisco, CA, Stati Uniti d’America la mostra NeoRealismo: The New Image in Italy, 1932–1960 che propone un’esplorazione del Neorealismo italiano nella fotografia documentando le condizioni sociali ed economiche nella metà del 20mo secolo e la nascita della democrazia. Benché la fotografia neorealista abbia raggiunto l’apice della sua popolarità negli anni ’50 sull’onda del successo del cinema neorealista, la documentazione della realtà iniziò a forgiare un nuovo sentiero nel linguaggio della fotografia decenni prima. I fotografi che hanno documentato la vita in Italia prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale, hanno realizzato un potente ritratto del loro paese aiutando a comprendere gli effetti del grande cambiamento sociale. Le e le pubblicazioni esposte per tema nello sviluppo della mostra celebrano il ruolo della fotografia nella rinascita della paese distrutto dalla guerra unitamente al processo di democratizzazione delle istituzioni.
La mostra è stata realizzata con la curatela di Enrica Viganò ed organizzata da Admira, Milano con la sponsorizzazione esclusiva della Fondazione E. L. Wiegand di Reno, Nevada, Stati Uniti d’America.
La mostra si apre con la presentazione del Realismo nell’Era Fascista, che esplora le radici del neorealismo. La macchina fotografica, inizialmente utilizzata per la propaganda fascista, diede ironicamente ai fotografi il mezzo per documentare lo squallore disperato che pervadeva gran parte del Paese negli anni ’30. Gran parte delle immagini di questo periodo furono sottoposte alla censura e rimasero nascoste negi archivi degli autori per molti anni.
La caduta del regime fascista segnò l’esplosione del neorealismo, sia nella celebrata forma cinematografica sia nella fotografia. Benché l’Italia fosse in rovina c’erano la speranza e l’ottimismo nella ritrovata libertà di ricostruirla. La povertà e a ricostruzione rivelano sia la lotta che il coraggio di una nazione a pezzi di rigenerarsi.
L’indagine etnografica ritrae il periodo d’oro del fotogiornalismo sociale e della fotografia di strada che ha documentato la vita come realmente vissuta. Comunica la storia di un paese frammentato, raccontato da fotografi che hanno viaggiato in ogni angolo della penisola italiana per documentare le sue numerose realtà e aiutare l’Italia a trovare una sua identità collettiva.
Per soddisfare la brama post-bellica del pubblico per informazioni non censurate, le rivendite di giornali aumentarono ed il ruolo dei fotografi diventarono sempre più importanti. Il fotogiornalismo e la stampa illustrata ritrassero l’epoca d’oro dopo la guerra e precedendo l’era della televisione, dove la narrativa fotografica veniva raccontata quasi cinematograficamente, spesso pubblicata ad episodi ed edizioni speciali. Infine, la mostra evidenzia l’attività dei club di fotografia amatoriale ed i dibattiti infuocati tra due opposte scuole di pensiero – realisti e formalisti – fondamentali per la storia della fotografia in Italia.
I cartelloni cinematografici ed i video collage illustrano il legame tra cineasti e fotografi neorealisti italiani. Il loro obiettivo comune era di aiutare l’Italia a creare una nuova immagine di sé che unisse una nazione culturalmente diversa ed economicamente disparata. Una differenza fondamentale è che mentre il cinema dipingeva il realismo, rimaneva essenziale la finzione cinematografica, mentre i fotografi, d’altra parte, hanno ritratto persone sincere, paesaggi reali e storie collettive che riverberavano, con il cuore e l’anima, l’umanità e la speranza.
(a cura di Paolo Bongianino)
Museo Italo Americano
2 Marina Boulevard
San Francisco, CA 94123
Date: 26 giugno – 15 settembre 2019
Info: info@sfmuseo.org
Dall’alto:
Mario Cattaneo, From the series “Alleys in Naples”, Naples, 1951-58, © Museo di Fotografia Contemporanea, Milano-Cinisello Balsamo
Mario De Biasi, “Sunday in August”, Milan, 1949, © Archivio Mario De Biasi
Nino Migliori, Gente dell’Emilia, Emilia-Romagna, 1959 © Fondazione Nino Migliori
Pasquale De Antonis, “Rapino, lucky fishing”, Abruzzo, 1935 © Archivio De Antonis