Fino al 2 ottobre 2022 tornano finalmente a Lucca due importanti opere profondamente legate alla storia e alla cultura della città, le due tele raffiguranti Prometeo e Atalanta del lucchese Pompeo Girolamo Batoni, uno dei più famosi pittori del Settecento. Il tutto grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, che le ha recentemente acquistate proprio con lo scopo di restituirle al territorio.
I dipinti saranno esposti gratuitamente al pubblico nella mostra Prometeo e Atalanta. Pompeo Batoni torna a Lucca, nella Chiesa di San Franceschetto. Minerva infonde l’anima alla figura umana modellata in creta da Prometeo e Atalanta piange Meleagro morente sono i soggetti dei due dipinti di soggetto mitologico, concepiti fin dall’inizio in pendant e desunti dall’artista dalle Metamorfosi di Ovidio, quali metafora della vita e della morte. Essi costituiscono una testimonianza importante della passione per i temi mitologici di Pompeo Batoni (Lucca, 1708 – Roma, 1787), per lo più conosciuto come ritrattista, oltre che prove notevoli della sua prima maturità, quando era diviso tra gli studi condotti a Roma e le committenze della sua città natale, cui rimase sempre profondamente legato. La mamma morì di parto e il padre che era un orefice lo introdusse nel laboratorio ostacolandone in parte la vocazione per la pittura perché lo voleva suo assistente.
Furono soprattutto alcuni nobili locali a spingere il giovane Batoni a seguire la propria strada come il Marchese Lodovico Sardini di Lucca che gli commissionò le due tele dandogli solo le misure desiderate, ma assoluta libertà anche nella scelta del soggetto. La committenza del 1740 ricevette la consegna solo tre anni dopo perché l’artista era molto richiesto ma si dice fosse anche lento perché pignolo e scrupoloso nel seguire personalmente tutto il lavoro. Le due tele ben inserite nella cornice della chiesetta sotto un suggestivo arco di luce blu conservano ancora le cornici dorate originarie che lo stesso Batoni volle ed eseguì personalmente. Di questo lavoro resta un’ampia documentazione con i carteggi tra l’artista e il committente conservati all’Archivio di Stato di Lucca. Le tele, restaurate di recente, offrono un bell’esempio della raffinatezza pittorica di Batoni, riscoperto nel XX secolo insieme al ridestarsi dell’interesse per tutto il Settecento.
La mostra è certamente l’occasione per visitare una zona meno nota di Lucca, conferma la piazza San Francesco con il complesso omonimo formato dalla seconda chiesa francescana per dimensione in Italia, la chiesetta di San Franceschetto e il complesso con tre chiostri, l’ultimo dei quali si apre sul Giardino degli Osservati, nell’ex orto del Convento, realizzato a partire dal Trecento. Di giorno lo spazio è stato aperto a chi voglia attraversarlo e spostarvi, ma un’occasione importante per la città di vivere questi luoghi.
Decaduto fortemente, il complesso è stato acquistato e ristrutturato dalla Fondazione tra il 2009 e il 2013, con un investimento di 50 milioni di euro allo scopo principale di trasferirvi la Scuola Alti Studi di Lucca IMT, prestigiosa istituzione internazionale per master post laurea (dai beni culturali all’informatica) che prima era alloggiata a San Micheletto. Splendida la ristrutturazione rispettosa dello stile iniziale ma attenta alle dotazioni tecnologiche sia per i ragazzi che vi alloggiano, i più meritevoli hanno una borsa di studio che copre oltre l’iscrizione, vitto e alloggio, sia per convegni, sia per spettacoli musicali, nella Chiesa, e per esposizioni come ci ha raccontato la responsabile degli eventi culturali Elena Aiello per la Fondazione.
Quest’ultima ha concesso in comodato d’uso il 90 per cento degli spazi alla Scuola, riservando a sé una piccola parte come lo spazio Canova. Importante il restauro della chiesa di San Francesco con interni seicenteschi e settecenteschi dove si nota un omaggio al compositore lucchese Giacomo Puccini e dove sono custodite le spoglie del compositore settecentesco Luigi Boccherini. L’intervento ha riportato alla luce gli altari trecenteschi dei quali uno è messo in risalto e in dialogo con quello successivo. Notevole anche il rifacimento integrale della copertura con lo smontaggio di tutte le capriate e l’intelaiatura con filo d’acciaio in funzione antisismica.
a cura di Ilaria Guidantoni
video a cura di Giuseppe Joh Capozzolo