Dopo Genova è Brescia questa volta al centro della nostra attenzione con l’istituzione più rappresentativa della città, il Centro Teatrale Bresciano che per la stagione 2023/24 vara un programma di alto profilo tra nuove produzioni e il festival Duende. In apertura Franco Branciaroli vittima del regime nazista.
Capitale della cultura 2023 con Bergamo, è la seconda città della Lombardia, chiamata prima da Aleardo Aleardi e poi dal Carducci “La leonessa d’Italia” per il coraggio mostrato nelle 10 giornate del 1849 contrastando le truppe austriache: a Brescia è dedicato questo reportage che continua l’esplorazione delle realtà più significative del nostro panorama teatrale. Molti sono i gioielli che racchiude, dal complesso museale di Santa Giulia, patrimonio Unesco, al Tempio Capitolino, il Castello. Piazza della Loggia, cuore pulsante e politico, la Pinacoteca Tosio Martinengo, solo per citarne alcuni.
Quando si parla invece di teatro, pensiamo subito al Centro Teatrale Bresciano (CTB), nato nel 1974 su iniziativa del Comune e della Provincia, avvalendosi dagli anni settanta sino ai novanta della collaborazione di uno dei nostri più grandi e rimpianti registi, Massimo Castri (chiamato dai direttori artistici Renato Borsoni e Sandro Sequi) che ha firmato spettacoli memorabili. In anni più recenti e sino al 2010 un altro eccellente regista (anche direttore artistico dello Stabile) il cui lavoro abbiamo sempre amato e seguito è stato Cesare Lievi (senza dimenticare il mirabile talento di scenografo del fratello Daniele) che ha privilegiato la drammaturgia contemporanea italiana e straniera, facendo conoscere e apprezzare drammaturghi un tempo meno noti come Botho Strauss, Martin Crimp, Thomas Bernhard e Jon Fosse, premio Nobel per la letteratura 2023, oltre alle sue pièce in qualità di autore. Dal 2015 il timone della direzione è con ottimi risultati nelle mani di Gian Mario Bandera mentre l’attore e regista Franco Branciaroli è consulente artistico che per il CTB ha firmato e interpretato spettacoli di successo quali Medea (nei panni della protagonista, diretto da Luca Ronconi), Dipartita finale, I miserabili, Pour un uoi pour un non, di Nathalie Sarraute, accanto a Umberto Orsini. La coppia artistica si ritroverà il 30 novembre al teatro Rossini di Pesaro per il debutto di I ragazzi irresistibili di Neil Simon, diretta da Massimo Popolizio.
E’ stato proprio Franco Branciaroli a inaugurare la stagione 2023/24 che lo vede protagonista di Il caso Kaufmann, autore Giuseppe Grasso e regia di Piero Maccarinelli (al teatro Sociale sino al 22 ottobre). Tratta dall’omonimo romanzo, ispirato a una storia vera, la pièce racconta la vicenda del maturo ebreo Leo Kaufmann, giustiziato seppur innocente nel 1941 con l’incredibile accusa da parte di un tribunale nazista di aver intessuto una relazione sessuale con la giovane ariana Irene Seidel, figlia del suo miglior amico Kurt che gliel’aveva affidata in modo potesse frequentare un corso di fotografia a Norimberga. La cronaca dei fatti la racconta lo stesso Leo poche ore prima di morire al cappellano del carcere, fatto chiamare con l’espediente di volersi convertire al cattolicesimo: in realtà il suo è un disperato tentativo di convincere il prete a trasmettere un ultimo messaggio alla ragazza, a sua volta condannata a quattro anni di carcere duro per falsa testimonianza quando invece diceva il vero con l’intento di difendere l’amico.
Il loro infatti era stato un casto rapporto di amicizia: l’uomo, vedovo e senza prole, aveva infatti represso il desiderio di una relazione completa in nome dell’affetto paterno e della protezione che poteva garantirle. Come spesso accade, il male è negli occhi di chi guarda: sono infatti i vicini di casa a mettere in giro voci e falsi pettegolezzi. Irene decide allora di sposare il corteggiatore Paul ma alla partenza per il fronte di quest’ultimo le accuse riprendono forza e Leo viene denunciato. E’ presto prosciolto e rilasciato per mancanza di prove dal giudice istruttore Hans Gross, ma il giudice nazista Rothenberger, presidente del tribunale speciale di Norimberga, con un artificio riesce a farsi attribuire la competenza sul caso: trascinati in un processo farsa con giudici fanatici e testimoni inattendibili, la sorte di Leo e Irene è segnata. Questo drammatico antefatto viene raccontato al cappellano che accetta di trascorrere con il condannato le sue ultime ore di vita: si farà anche latore del messaggio per la ragazza?
“Il caso Kaufmann – afferma il regista Maccarinelli – prende in esame una singola vita e una singola morte. Ci troviamo di fronte all’orrore delle leggi razziali, ma non ancora di fronte al male assoluto della Shoah. Quello che mi affascina del testo di Grasso è proprio l’iniziale indifferenza e poi la demenziale insensatezza di indizi contro di lui da parte della sua piccola comunità di quartiere. I due processi contro Kaufmann testimoniano come le parole possano assumere valori diversi a seconda dell’uso e della contestualizzazione che ne viene fatta. Sul plot principale s’inseriscono, interagendo, anche dati personali, sentimenti che si confondono tra un’attitudine paterna e un desiderio inevitabile per la bella Irene, eppure tutto è affrontato con grande pudore e insieme con un’inesorabile denuncia della mediocrità della calunnia che porterà alla sua esecuzione.” Per l’autore “Questa vicenda è un atto d’accusa nei confronti dell’indifferenza che è persino peggio dell’odio. Oggi il fanatismo è amplificato dai social: la globalizzazione del terrore corre sul web.”
Franco Branciaroli è Leo, Viola Graziosi Irene, poi Graziano Piazza, Franca Penone, Piergiorgio Fasolo, Alessandro Albertin e Andrea Bonella; scene di Domenico Franchi, costumi di Gianluca Sbicca e musiche di Antonio Pofi. Prodotto da CTB, Teatro Stabile di Torino, Teatro Stabile di Verona e Il Parioli, Il caso Kaufmann rimane al teatro Sociale di Brescia sino al 22 ottobre, quindi sarà in tournée al teatro Parioli di Roma dal 24 al 29/10, poi al Carignano di Torino dal 31/10 al 5/11 e al Nuovo di Verona dal 7 al 12/11.
E’ sicuramente un artista poliedrico: cantautore, attore, regista e romanziere. Simone Cristicchi ha esordito nel mondo della canzone arrivando a vincere nel 2007 il festival di Sanremo con Ti regalerò una rosa. In parallelo ha sempre coltivato la passione per il teatro, optando anche in questo campo per temi di spessore talvolta scomodi (Centro di salute mentale, Li romani in Russia, Mio nonno è morto in guerra), spaziando nel musical (Magazzino 18), nella sociologia (HappyNext-Alla ricerca della felicità, tratto dal suo omonimo libro), nella favola (Manuale di volo per uomo, dove interpreta un quarantenne rimasto bambino). Adesso ha deciso di confrontarsi con una vera icona, San Francesco, in Franciscus – Il folle che parlava agli uccelli (prodotto dal CTB e da Accademia Perduta Romagna Teatri, in scena al Sociale dal 7 all’13/11), scritto da lui insieme a Simona Orlando e di cui firma la regia, che è un mix di prosa e canzoni come spesso vediamo nei suoi spettacoli. “Al centro di questo lavoro – dice Cristicchi – c’è il labile confine tra follia e santità, tema cardine della vita personale e spirituale di Francesco, ma anche la povertà, la ricerca della perfetta letizia, la spiritualità universale, l’utopia necessaria di una nuova umanità che riesca a vivere in armonia con il creato. Uno spettacolo ad alta densità emotiva che fa risuonare potenti in noi le domande più profonde e ci spinge a ricercarne le possibili risposte.”
Dopo il successo della scorsa stagione con I Macbeth, la compagnia Vetrano-Randisi, Enzo Vetrano e Stefano Randisi, uniti in sodalizio artistico di lunga data che ha sempre privilegiato un percorso fatto di coerenza e scelte mai commerciali (si veda una delle ultime creazioni, la splendida ‘A cirimonia), ritorna a collaborare con il CTB e propone un nuovo lavoro, Fantasmi, ispirato a Luigi Pirandello del quale vengono rivisitati L’uomo dal fiore in bocca, Sgombero e Colloqui con i personaggi, a cui in un gioco di contaminazioni si sovrappongono i dialoghi surreali e le citazioni tratte dai poetici personaggi di Totò e Vicé di Franco Scaldati. Attraverso l’unione dei due atti unici, introdotta da un brano tratto da Colloqui con i personaggi, si ha la percezione del senso di grande vitalità e del disprezzo del comune pensare che si respira in tutta la drammaturgia di Pirandello, della capacità di irridere e far ridere con amarezza dei vizi e paradossi della società. Il risultato è la composizione di una riflessione umoristica e struggente sull’attesa, sulla negazione e sull’accettazione della morte. Drammaturgia e regia di Enzo Vetrano e Stefano Randisi anche in scena con Margherita Smedile, scenografia di Marc’Antonio Brandolini, costumi di Mela Dell’Erba, Fantasmi, prodotto da CTB e Compagnia Vetrano-Randisi, sarà al teatro Mina Mezzadri dal 14 novembre al 3 dicembre.
Innovativo progetto varato dal CTB è Duende. Festival di arti performative, in programma dall’1 al 13 dicembre in diversi luoghi della città e che chiuderà l’anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura. La tipologia è quella di un contenitore altamente sperimentale che apre a nuove dimensioni di partecipazione dello spettacolo dal vivo con eventi di prosa, installazioni, proiezioni cinematografiche, talk e una app dedicata per provare nuove modalità d’interazione. Sarà un luogo dove tecnologie immersive, intelligenze artificiali e metaverso si integrano al corpo dei performer e degli spettatori, perfettamente in carattere col significato del vocabolo spagnolo “duende”, intraducibile in italiano, che esprime il potere misterioso di un’opera d’arte capace di far commuovere profondamente. Il festival è suddiviso in sezioni: prosa contemporanea, arte, cinema e appuntamenti speciali. Con il proposito di riparlarne in dicembre, anticipiamo i principali appuntamenti che riguardano la prosa, tutti in programma al teatro Sociale.
La compagnia Anagor presenta Mephistophiles, Eine Grand Tour, scritto e diretto da Simone Derai, ispirato al viaggio intrapreso da Goethe nel 1786 partendo da Karlsbad, munito di un passaporto falso con il nome di Philipp Moller (il 4/12). Con la carabina, testo di Pauline Peyrade è il nuovo lavoro dell’eclettica attrice Licia Lanera che qui firma la regia e dirige Danilo Giuva e Ermelinda Nasuto. Si racconta la drammatica storia di una bambina che a 11 anni è stata vittima di uno stupro da parte di un amico del fratello maggiore ma che il tribunale ha deciso esser stata consenziente: diventata donna decide di farsi giustizia da sola (5 e 6/12). Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni della compagnia lacasadargilla firmano la regia di Il ministero della solitudine, drammaturgia del testo di Fabrizio Sinisi che prende spunto da un fatto accaduto in Gran Bretagna nel 2018 quando fu nominato un ministro della solitudine con inaugurazione del relativo ministero l’anno successivo (7/2).
Il ritorno dei Motus è all’insegna dei miti greci: in Dell’usignolo invidio la sorte (ideazione e regia di Daniela Nicolò, anche drammaturga, e Enrico Casagrande con Stefania Tansini) il talento di profetessa di Cassandra viene ricondotto alla sfera animale, dell’incivile e del selvatico. Nell’Orestea il corifeo infatti paragona il suo lamento incomprensibile al canto di un usignolo (8/12). Infine un altro ensemble del teatro di ricerca, Babilonia Teatri, firma regia, adattamento del testo e scenografia di Ok boomer anch’io sono uno stronzo, scritto da Nicolò Sordo anche in scena con Filippo Quezel. L’autore, entrando e uscendo dalla narrazione della vicenda, giocherà con la sua creatura mettendone a nudo i meccanismi e sovrapponendo allo svolgersi dei fatti la sua biografia e le sue riflessioni (9/12).
www.centroteatralebresciano.it
a cura di Mario Cervio Gualersi