A Venezia, fino al 26 novembre ai Magazzini del Sale a Punta della Dogana alla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, presieduta da Alfredo Bianchini, alle Zattere, di fronte alla Giudecca, è di scena la personale Tempo incisivo dedica all’opera grafica del maestro veneziano. La rassegna, articolata nelle due sedi al Magazzino del Sale e allo Spazio Vedova sulle Zattere, dà conto, a partire dagli anni Sessanta, della decisiva centralità di queste tecniche – dall’incisione alla serigrafia, dalla litografia al collage – nel lavoro del maestro veneziano. La mostra è stata curata con grande passione e attenzione da Fabrizio Gazzarri, collaboratore per decenni di Emilio Vedova – già Direttore Archivio e Collezione della Fondazione – improvvisamente scomparso a inizio luglio 2023. In realtà la mostra è però frutto di un grande lavoro di squadra e nella collaborazione si realizza quell’idea di pace nel mondo auspicata dal maestro che trova nell’arte non solo una rappresentazione quant’anche uno strumento di progettazione. L’idea si questa mostra risale a molti anni fa fin dai primi momenti dell’attività espositiva della Fondazione nel 2009 e quest’anno è diventato un periodo intenso con diverse mostre, anche per restituire l’unitarietà di Venezia città d’acqua e di terra mentre il prossimo 2 novembre a Seoul sarà inaugurata una rassegna delle più importanti opere di Vedova.
L’ambiente è intrigante e vale la pena anche solo per conoscere o rivedere questo recupero. L’allestimento soprattutto nello Spazio Vedova è decisamente immersivo e diventa esso stesso opera d’arte con un’utilizzazione della musica e delle voci ad hoc che restituiscono la vita dello studio artistico. La proiezione delle opere e del maestro e le opere ad un certo punto si dissolvono un unicum che ci restituisce l’atmosfera di quella camera oscura che Vedova nello Studio Bianco, sempre alle Zattere, si è fatto costruire per stampare direttamente.
La grafica ha sempre affascinato Vedova nei vari momenti salienti del suo percorso come testimoniato al Magazzino del Sale e allo Spazio Vedova dove si può ammirare un’ampia selezione delle opere del Maestro con molti lavori inediti, a partire dalle litografie degli anni Sessanta fino alle ultime incisioni e serigrafie degli anni Novanta e Duemila, accompagnate dai lavori su tre dimensioni, le cosiddette “litoplurime” e “seriplurime” degli anni Settanta; dove la scelta della stampa bifacciale si collega idealmente alla complessità dei Plurimi del decennio precedente.
Rispetto alle tele pittoriche la grafica e l’incisione svelano l’anima più cupa ma anche quella più impegnata politicamente, dove la fotografia ‘rovesciata’, quella ritenuta la più interessante per comprendere la realtà da Vedova, si legano agli avvenimenti di cronaca: guerre, rivoluzioni, proteste. I materiali utilizzati come l’acido, i metalli, la pietra, gli inchiostri, i collages di pellicole, il montaggio di immagini prese direttamente dai media, le fotografie, entrano a pieno titolo nella “tavolozza” degli interventi di Vedova, esprimendo la sua “urgenza” comunicativa: si tratta di stimoli complessivi che vengono da lontano e, fra altro, dall’esperienza berlinese e in Mostra 7 fotocollages del 1968 si legano decisamente a quella fase. D’altronde per il maestro l’arte non ha mai rappresentato una pura evasione, un’attività di intrattenimento o un gioco legato a motivazioni economiche e le tecniche di incisione, calcografia e affini sono state un patrimonio culturale che ha contribuito alla formazione di molti artisti. Vedova era pienamente consapevole di questo ruolo sebbene oggi il gusto corrente le abbia penalizzate. Ci sono ad esempio le scenografie per Intolleranza 1960 di Luigi Nono, rappresentata nel 1961 al Teatro La Fenice di Venezia, per le quali attinge al materiale di cronaca.
Al Magazzino del Sale si può assistere alla Machina Robotica in movimento, azionata ciclicamente, con un processo meccanico, forse un po’ lento, che porta ai visitatori i vari cicli di grafiche tra incisioni, litografie, serigrafie e vetrografie, quest’ultime realizzate nei laboratori di Harvey Littleton, nella Carolina del Nord. Sicuramente l’idea è suggestiva e lo scorrimento dell’opera, quindi la fermata nella sala, consente una visione completa. Nel cosiddetto Spazio Vedova, vicino al Magazzino del Sale, a poche decine di metri, si potrà ammirare una preziosa ambientazione video sul mondo della grafica vedoviana realizzata da Tomaso Pessina di Twin Studio in cui sono utilizzati anche filmati d’epoca.
Il catalogo, una sorta di quaderno, è stampato da Grafiche Veneziane.
a cura di Ilaria Guidantoni