Nel 1985, Quattro fotografi di grido hanno lavorato insieme per un progetto storico che non è mai stato esposto fino ad ora. Il progetto coinvolgeva ii fotografi Robert Frank, Dave Heath, Robert Heinecken, e John Wood mirando a mostrare al mondo come era l’arte della fotografia prima che questa si semplificasse fino al punto di essere il risultato della semplice pressione di un pulsante. Trentotto anni or sono, gli storici dell’arte Susan E. Cohen e William S. Johnson, moglie e marito, decisero di sviluppare un impegnativo progetto: definire lo stato dell’arte fotografica di quel momento. Per realizzare l’obbiettivo, la coppia incaricò i quattro fotografi per farli lavorare insieme al progetto che avrebbe dovuto essere presentato in una mostra. Un progetto senza precedenti dal momento che all’epoca era rara la cooperazione di più fotografi su un singolo progetto. I due storici riuscirono a convincerli, attraverso lunghe interviste e l’osservazione del loro operare in studio iniziò lo studio. Organizzarono anche incontri con tutti e quattro a Rochester, New York, città sede della Kodak e del Visual Studies Workshop, la sede scelta per la mostra. Riuscirono anche ad avere dei fondi dalla Polaroid. Tuttavia, dopo tre anni dall’inizio del progetto e pochi mesi prima dell’apertura della mostra prevista, i fondi furono ritirati e l’iniziativa sospesa. La mostra venne cancellata e i quattro artisti tornarono alle loro vite. I loro lavori ed i materiali raccolti vennero raccolti in scatole e i promotori, Cohen e Johnson, li tennero per decenni in deposito nel Massacusetts fino ad ora. Il mese scorso, il Centro Harry Ransom dell’Università di Austin in Texas ha annunciato di aver acquisito il Progetto nella sua interezza, non soltanto i lavori dei quattro fotografi ma anche tutta la documentazione raccolta e catalogata dai promotori dello stesso. Il materiale acquisito comprende 50 ore di registrazioni audio e video delle interviste, lettere, cartoline, rare monografie e bozzetti per i libri degli artisti oltre a numerosi altri reperti. I curatori che hanno visto il materiale confermano che soddisfano pienamente all’obbiettivo fissato ai tempi: documentano un momento della storia dell’arte offrendo una vista di dettaglio dei processi artistici dei quattro fotografi. “La genesi del progetto era legata al 100% con il contesto della fine degli anni ’70 ed i primi anni ‘80”, spiega Jessica McDonald, la curatrice del Centro Ransson. La McDonald ha scoperto l’archivio quando gli storici l’hanno avvicinata per la pubblicazione del catalogo. Il progetto è stato a suo tempo lanciato dopo gli anni ’60 e ’70, quando la fotografia è passata dall’essere totalmente ignorata e respinta dai canali ufficiali dell’arte, musei, pubblicazioni critiche e collezioni, università, per ritrovarsi improvvisamente in un momento in cui ciascun museo aveva di colpo aperto una sezione dedicata alla fotografia. Tuttavia, spiega la McDonald, “non era inusuale, in simposi pubblici, cha qualcuno del pubblico domandasse, “è solo una macchina fotografica, schiacci il pulsante. Come puoi essere un artista?” Questo era, in pratica, ciò cui gli artisti cercavano di realizzare partecipando al progetto: “Come possiamo dimostrare che non si tratta solamente di premere un bottone, per avere l’immagine, ed è fatto? Devi progettare l’immagine in settimane, mesi o anche anni, e poi lavorare sulla singola stampa, in camera oscura o con i diversi apparecchi dello studio”. Il fatto stesso che I due storici fossero riusciti a convincere i quattro artisti a partecipare al progetto fu un successo. Dopo tutto, la dimensione e l’obbiettivo del progetto era abbastanza libero e nonostante i quattro fossero consapevoli del lavoro degli altri, non erano propriamente amici. Non erano neppure noti per collaborare con gli altri, in particolare Frank, certamente il nome più rilevante del gruppo e, oggi, l’unico ancora vivente. Era noto per la sua riservatezza. Nonostante tutto aderirono e nel gennaio 1983 iniziarono il lavoro. “Tre dei quattro erano insegnanti, e credo che videro i benefici della partecipazione al progetto come un’opportunità di imparare dall’opportunità di sperimentare e collaborare con gli altri, conferma McDonald, inoltre ciascuno rispettava gli altri.” È allettante pensare all’aldilà dormiente di questo progetto come metaforico – il fatto che sia stato conservato in scatole per così tanto tempo, non visto da nessuno al di fuori dei suoi creatori centrali, è appropriato. Si potrebbe argomentare che è quasi come una fotografia o una capsula del tempo, un indicatore di un certo tempo. Ma McDonald è meno interessato al romanticismo di questo corpo di lavoro riscoperto che alle lezioni pratiche che può insegnarci oggi. Il Centro Ransom è ora in procinto di catalogare tutti i materiali, dopodiché saranno messi a disposizione del pubblico per la ricerca. Che cosa può dirci questo progetto, una volta quasi dimenticato, sullo stato della fotografia e su come si è evoluta da allora? “Questa è davvero la domanda chiave, la ragione per l’acquisizione del materiale”, afferma McDonald. “E spero di rispondere quando avrò la possibilità di guardarlo.”
(a cura di Paolo Bongianino, da un articolo di Taylor Dafoe apparso su artnet.com)
Didascalie immagini
- Robert Frank, Pagine 14–15, bozza delle firme degli artisti nel catalogo mai realizzato per la mostra Four Photographers: Robert Frank, David Heath, Robert Heinecken, John Wood, 1985. Courtesy of the Susan E. Cohen and William S. Johnson Creativity Project Archive, Harry Ransom Center, The University of Texas at Austin. © Robert Frank.
- Joan Lyons, Are these men collaborators?(1983). Courtesy of the Susan E. Cohen and William S. Johnson Creativity Project Archive, Harry Ransom Center, The University of Texas at Austin. © Joan Lyons.
- Sinistra: Susan E. Cohen, William at Bubba’s Restaurant, 8th St., NY(1983). © Susan E. Cohen. Destra: William S. Johnson, Susie Being Patient, Frank’s Kitchen (1983). © William S. Johnson. Courtesy of the Susan E. Cohen and William S. Johnson Creativity Project Archive, Harry Ransom Center, The University of Texas at Austin.
- William S. Johnson, [Robert Frank in the Polaroid 20 x 24 studio, Boston](1985). Courtesy of the Susan E. Cohen and William S. Johnson Creativity Project Archive, Harry Ransom Center, The University of Texas at Austin. © William S. Johnson.
- Robert Frank, S. 90, en route to Del Rio, Texas(1955). Courtesy of the Susan E. Cohen and William S. Johnson Creativity Project Archive, Harry Ransom Center, The University of Texas at Austin. © Robert Frank.