La reputazione dei musei è quella di aprire le mostre più importanti durante l’inverno, la primavera e l’autunno; ne sono esempio—la Whitney Biennial, la Shchukin Collection alla Fondazione Louis Vuitton, la David Hockney retrospective alla Tate. L’estate, quando i donatori e i patrocinatori sono in vacanza si suppone sia un periodo per cose di costo non elevato dal punto di vista organizzativo. Ciò detto però, spesso i musei fanno uso delle loro collezioni permanenti spesso non esposte per creare mostre a volte molto creative che valgono bene la visita. Si veda Bloomberg. https://www.bloomberg.com/news/articles/2017-07-07/summer-s-best-art-museum-exhibits-london-paris-nyc-sf-la-berlin.
Appare estremamente ragionevole che la reputazione di Carlos Almaraz sia fortemente intrecciata con la città di Los Angeles. Fondò infatti una collettiva di artisti sudamericani nella città negli anni 70 oltre che dipingere nella zona est della città una serie di murales che si richiamavano alla lotta per i diritti civili appunto sudamericani. I suoi dipinti avevano proprio bisogno di una audience internazionale. Questa mostra, da considerarsi la prima retrospettiva in assoluto del suo lavoro, include 60 pezzi che vanno dal 1967 fino alla morte dell’artista sopravvenuta nel 1989 per complicazione da una affezione da AIDS. La mostra “Playing with Fire: Paintings by Carlos Almaraz” ha aperto il 6 agosto e rimarrà aperta fino al 3 dicembre.