Al centro di Conversano, borgo gioiello del barese, proprio di fronte al Castello e quasi accanto alla Cattedrale, c’è un nuovo luogo di ritrovo, Verso, nome singolare che indica la direzione, Verso Piazza Castello e allude allo scrivere poetico, ben oltre un ristorante e una gelateria perché è un racconto di pietra e di storia locale, di saperi e sapori. Abbiamo avuto l’occasione di visitarlo e assaggiarne i piatti con uno dei due soci, Giampiero Depalma che insieme a Pietro Didio (ex beverage manager dell’Hotel Bulgari di Tokio) ha realizzato un nuovo concept per la zona, dato che da anni collabora con il Festival Lector in fabula.
Come nasce il nome? “E’ stata un’idea notturna ispirata all’attività che propone una ristorazione, un’offerta più in generale in tutte le direzioni. C’è sicuramente anche l’idea di andare verso Piazza Castello, l’affaccio sul salotto della città; di andare incontro al giorno nella sua interezza perché dal mattino alla notte il locale è sempre aperto, dalle colazioni al dopocena ed anche un movimento nello spazio e nel tempo, perché abbiamo recuperato la cantina con pietra a vista e il primo piano di un palazzo storico. Era un sogno nel cassetto che coltivavo da tempo ma non riuscivo a trovare il posto giusto fin quando, due anni e mezzo fa, dopo la chiusura della vecchia gestione, ho ricevuto la proposta del nuovo proprietario per aprire un nuovo locale. Sull’angolo del Palazzo c’è il fregio simbolo della città e la statua di San Michele, patrono di Puglia che prima erano sulla Porta antica che fu poi abbattuta prima della Prima Guerra mondiale, dalla quale le decorazioni per fortuna vennero asportate senza essere distrutte. Per quanto riguarda la ristrutturazione, abbiamo riportato la pietra a vista, condividendo un muro con la vicina Chiesa di San Giuseppe e ritrovando uno spazio per la conservazione del vino ma anche per degustazioni che, da alcuni documenti, abbiamo scoperto che fino agli anni Cinquanta del Novecento era la cantina per l’approvvigionamento del paese, dove veniva venduto del vino sfuso. Il Palazzo è pertanto un luogo simbolo.”
Il progetto è ancora in divenire?
“L’idea è di completare la ristrutturazione del piano superiore realizzando due suite e di mettere a punto la terrazza panoramica per le colazioni o gli eventi. C’è anche l’idea di realizzare al piano superiore un’esposizione d’arte a rotazione di due mesi in due mesi con gli artisti della vicina galleria Cattedrale, della quale sposiamo la filosofia di attenzione al territorio e al contemporaneo, perché questo spazio viva come un luogo di incontro culturale a tutto tondo, non solo nel gusto.”
Per quanto riguarda gli arredi, qual è stata la scelta?
“Abbiamo lavorato in squadra con un’arredatrice Marianna Rotundo, affidandoci ad un architetto per la parte burocratica perché l’idea era di avere un locale personalizzato e non messo a punto in un’unica volta chiavi in mano ma, come una casa, realizzato nel tempo scegliendo diverse personalità, e quindi artigiani e maestranze. Per quanto riguarda i colori domina il blu elettrico, l’oro rosa e alcuni inserti di carte da parati che creano un ritmo vintage e pop insieme che spezza la sobrietà della pietra, per altro molto lineare. Nella parte bar abbiamo scelto lo stile della caffetteria antica con un lungo bancone importante che sposi ad un tempo la funzionalità.”
Per quanto riguarda la cucina, qual è lo stile?
“L’attenzione è centrata sul territorio e sulla stagionalità del prodotto fresco reperibile sul territorio come ad esempio in questo periodo la melanzana viola o il fiore della zucchina”.
Se fosse un libro che genere sarebbe?
“Un libro da tenere sul comodino e consultare, leggendolo e rileggendolo”.
Quale genere musicale potrebbe interpretarne l’atmosfera? “Rock al mattino, musica classica alla sera.”
E se fosse un’opera d’arte, visto che ne accoglierà?
“Un quadro fatto di paesaggio con molti colori, con un rigore antico, giottesco…visto il territorio, direi olio su tavola.”
a cura di Ilaria Guidantoni