di Stefania Peveraro
direttore di BeBeez
founder di EdiBeez srl
Cari lettori,
innanzitutto ben ritrovati dopo la pausa estiva! Vi speriamo carichi per questo autunno che si preannuncia ricco di attività per il mondo del private capital italiano, perché di carne al fuoco ce n’è davvero tanta.
Sul fronte dei big deal di private equity annunciati, il prossimo appuntamento importante è senza dubbio quello del 30 settembre, quando è attesa l’offerta vincolante sulla NetCo di TIM da parte di KKR in cordata con CDP e probabilmente F2i, dopo il via libera del governo all’operazione e lo stanziamento dei relativi fondi. Sempre in tema di grandi operazioni sul mercato ci sono poi ancora i dossier Italo-NTV, Officine Maccaferri, PSC, Piaggio Aerospace e poi ovviamente l’Inter.
Intanto, sono giunte tutte a conclusione le varie opa promosse con il supporto dei fondi di private equity su aziende italiane quotate a Piazza Affari in questi ultimi mesi. Tutte meno una che è stata annunciata, ma che deve ancora essere lanciata ufficialmente, quella su Digital360, in attesa del via libera di Consob alla pubblicazione del prospetto informativo.
Sul fronte della raccolta i fondi italiani di equity e debito a caccia di capitali sono tanti, ma gli investitori istituzionali desiderosi di dare una mano non mancano. In particolare segnalo la nuova iniziativa del FEI a supporto dei veicoli di investimento con ottica di pre-ipo, ipo e PIPE (private investments in public equity), di cui parliamo in questo numero in un approfondimento a pag. 20.
Certo poi se i fondi si presentano agli investitori anche come “sostenibili” e quindi coerenti con le richieste della normativa europea sul tema (la Sustainable Finance Disclosure Regulation o SFDR), allora la strada è ancora più facile, soprattutto per i fondi che si possono fregiare dell’etichetta più virtuosa, cioè quelli che rispondono ai dettami del più severo art. 9, a cui però a oggi è ancora davvero molto difficile uniformarsi. Come spieghiamo nella nostra inchiesta di copertina.
Da ultimo segnaliamo due temi importanti sui quali è si aperto il dibattito istituzionale in questi mesi e che vanno sicuramente monitorati. Da un lato c’è il fatto che la Commissione Finanze della Camera ha ricevuto una serie di dossier prima della pausa estiva, tutti piuttosto simili, che hanno l’obiettivo di introdurre norme che possano venire in contro ai debitori di posizioni creditizie deteriorate, ma che, per come sono formulate, rischiano di creare non pochi problemi al funzionamento del mercato e allontanare gli investitori (si veda altro articolo di BeBeez). Dall’altro c’è il fatto che nel tanto celebrato Decreto Fintech converito in legge lo scorso maggio per uniformarsi alle norme UE, ci sono alcune passaggi dove il legislatore italiano è stato più severo e limitante rispetto a quello europeo. Per esempio, ha escluso dal novero degli asset tokenizzabili le quote delle srl, che sono la struttura giuridica societaria più comune in Italia. Ci sarebbe ancora spazio di manovra per correggere questa stortura nel testo definitivo del Regolamento sull’elenco dei responsabili del registro per la circolazione di asset digitali o tokenizzati che a breve dovrà pubblicare Consob, dopo la consultazione pubblica che si è chiusa lo scorso 9 agosto. Anche ti questo parliamo in un approfondimento a pag. 16 di questo numero di BeBeez Magazine.
Buona lettura!
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