Il governo ha due importanti impegni da portare a termine al più presto per non lasciare in sospeso il lavoro fatto da un lato in tema di supporto allo sviluppo del venture capital italiano e dall’altro alla prevenzione degli stati di crisi delle imprese. Si spera quindi che le beghe di palazzo non distolgano troppo da questioni pratiche di interesse cruciale per le aziende.
Sul primo fronte, infatti, proprio pochi giorni fa il sottosegretario allo Sviluppo economico, Alessandra Todde, rispondendo in commissione Attività produttive a un’interrogazione a firma Mattia Mor (Italia Viva), ha precisato che per l’operatività del Fondo Nazionale Innovazione “si attende l’adozione dei regolamenti di funzionamento del Fondo, che saranno predisposti dalla sgr (Invitalia Venture sgr, ndr), previa approvazione ministeriale” (si veda altro articolo di BeBeez). E, come noto, il 70% di Invitalia Venture sgr a inizio agosto è stato ceduto a Cassa depositi e prestiti, quindi sempre di sfera pubblica stiamo parlando.
Sul secondo fronte, invece, nei prossimi mesi sarà pienamente operativo il nuovo Codice dalla crisi d’impresa, che introduce i cosiddetti sistemi di allerta, richiedendo alle imprese di dotarsi di sistemi di autovalutazione per monitorare il proprio rischio di default. La normativa ha affidato al Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC) l’elaborazione di indici puntuali, che fanno ragionevolmente presumere lo stato di crisi di un’azienda. Gli indici previsti sono: il rapporto tra flusso di cassa e totale dell’attivo (DSCR), il rapporto tra patrimonio netto e totale del passivo e il rapporto tra oneri finanziari e ricavi. Non viene però fornita una soglia di riferimento per ciascun indice, che deve ancora essere identificata e sarà oggetto di decreti attuativi successivi. Nel frattempo il CNDCEC il 20 ottobre scorso ha pubblicato il documento sugli indici in questione (si veda qui il comunicato stampa). Ma appunto ora è necessario che il MISE adotti questi indici inserendoli in un apposito decreto attuativo.
Va dato atto, comunque, che nel frattempo, seppure con una finestra temporale strettissima, il MISE ha predisposto un incentivo importante per aiutare le pmi a dotarsi dei sistemi di autovalutazione per monitorare il proprio rischio di default. Dal 7 novembre e sino al 27 di questo mese le piccole e medie imprese e le reti d’impresa possono compilare la domanda per richiedere il voucher per l’Innovation Manager messo a disposizione dal MISE come contributo alle spese che le imprese dovranno sostenere, se decideranno di affidarsi appunto alla consulenza di un Innovation Manager, che le accompagni nei loro progetti di trasformazione tecnologica e digitale, ma anche di ammodernamento dei processi e degli assetti gestionali e organizzativi, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali e l’utilizzo di finanza alternativa a quella classica dell’indotto bancario. In tutto questo rientrano anche gli strumenti predittivi di software per consentire a imprenditori, amministratori e organi di controllo di cogliere i segnali anticipatori della crisi al fine di affidare tempestivamente l’impresa alle cure di esperti.