7.49 €
Autore: Alfonso Campisi
Casa editrice: VEGABOOK (éditions arabesques)
Anno di pubblicazione: 2021
Acquista su AmazonDescrizione prodotto
Il romanzo Terres Promises, in italiano “Terre Promesse”, ripercorre una pagina di storia italiana relativa all’emigrazione in Tunisia avvenuta tra il XIX e il XX secolo.
Molti furono i siciliani a lasciare alla fine dell’Ottocento la loro terra per emigrare non solo in America, in Argentina, in Europa come anche in Tunisia, diventata per molti di loro la “Terra promessa”.
Ci fu un tempo, non molto lontano quando le famiglie Borsellino, Giacalone, Campo, Strazzera, Caruso, Campisi, Gandolfo, Garsia, Bannino e molti altri si stabilirono in Tunisia. La maggior parte di loro proveniva dalla Sicilia occidentale e in particolare dal palermitano, dal trapanese e dalle isole Egadi. Gente umile, semplici manovali, muratori, imbianchini, falegnami, agricoltori che seppero costruire e dare vita ad interi quartieri chiamati Petite Sicile, Piccola Sicilia, riuscendo ad integrarsi piuttosto bene con la popolazione locale.
Dalla seconda metà dell’Ottocento fino agli anni quaranta del Novecento, l’isola di Favignana e tutta la regione di Trapani, furono particolarmente colpite dal fenomeno migratorio verso la Tunisia e le donne, dopo gli uomini, lasciarono la Sicilia con la speranza di poter un giorno fare ritorno.
Il romanzo traccia così la storia di una giovane donna dal nome Ilaria, eroina del romanzo, che spinta dalla miseria, parte insieme ad altre donne, alla ricerca di fortuna, in Tunisia, paese che le insegnerà la tolleranza e la spingerà a capire meglio “l’altro”, il “diverso”. Sarà in Tunisia che Ilaria, donna intelligente e acuta, dotata di un grande spirito critico nei confronti della religione e delle ingiustizie sociali, conoscerà in terra di Tunisia il successo professionale ma anche l’amore, Clément, incontrato sul lavoro, spingendosi fino in Sud Africa, allora sotto il regime politico dell’apartheid.
Primo romanzo di Alfonso Campisi, insignito del Premio Ennio Flaiano 2021, riesce a mescolare agilmente il lato storico-giornalistico, con un’analisi attenta e ben documentata, allo scavo psicologico, rendendoci tutti delle ‘Ilaria’. Personaggio certamente positivo, che sembra riflettere la sensibilità e il credo dell’autore, ancorché molto diverso il contesto e la vita; grande lettrice di romanzi da Gramsci a Vittorini, ma anche di letteratura russa come Guerra e Pace, Anna Karenina, restava pur sempre la figlia di una prostituta e di padre ignoto e destinata a vivere all’ombra di una società maschilista e patriarcale o a prendere la strada del convento, come spesso accadeva alle ragazze povere di Favignana. Ribellandosi alle regole imposte dalla società siciliana dell’epoca e ai diktat della religione, decide di essere la sola padrona del proprio destino, con il coraggio di lasciare la propria terra e affetti, per emigrare sulla sponda sud del Mediterraneo.
Una storia di emigrazione che potrebbe oggi essere considerata “anomala” per certuni, un’emigrazione da nord a sud.
Il romanzo ci propone il valore dell’accoglienza, del dialogo interculturale, interreligioso che dà la parola al “popolo muto”, al popolo siciliano di Tunisia, ignorato dal protettorato francese quand’anche dalla classe intellettuale italiana.
E’ importante anche per evidenziare come l’emigrazione nasca da una crisi ma possa diventare un’opportunità di emancipazione soprattutto al femminile e il libro si configura certamente come un elogio alla forza delle donne anche per quella religione laica rappresentata dalla maternità che è coraggio e fiducia in sé. Pur senza aver compiuto degli studi Ilaria è in grado di ritrovare lo spirito illuminista e volgerlo nel senso della dolcezza, non contro la chiesa e la religione ma al di là. Una sorta di ateismo pratico, di religione della battaglia e non della guerra, critico ma non distruttivo, con l’ottimismo della volontà senza cedere troppo al pessimismo della ragione.
Ultima questione interessante la lingua, miscellanea di sonorità e inserzioni linguistiche, modi di dire dialettali che creano un connubio singolare tra il francese e il siciliano, esperimento originale che accompagna il lettore con la traduzione delle diverse lingue in francese come spesso accade nel corso di una conversazione. La lingua diventa non solo strumento di comunicazione quanto il binario lungo il quale muoversi per essere autenticamente protagonisti della propria esistenza; non solo, ma esprime tutta la potenzialità del vissuto, delle emozioni, e del nostro modo di vedere la vita.
Chi è Alfonso CAMPISI
Nato a Trapani, vive alla Marsa (Tunisia) dal 1998; è Professore ordinario di Filologia italiana e romanza alla Facoltà di lettere dell’Università de la Manouba (Tunisia); Professore della prima cattedra al mondo di Lingua e Cultura Siciliana; Membro della commissione nazionale di dottorato in Tunisia; Presidente- regione Africa- dell’A.I.S.L.L.I. (Associazione Internazionale per gli Studi di Lingua e Letteratura Italiana), per la diffusione della lingua e cultura italiana nel continente africano, collabora con l’Università della Pennsylvania, Philadelphia (USA) e con l’Università Paul Valéry di Montpellier 3 (France). Ha ricevuto il Premio Internazionale Proserpina nel 2016 per gli intellettuali siciliani che si sono distinti nel mondo.
Filologo e mediterraneista, specialista della lingua e cultura siciliana, studioso della Sicilia e del Maghreb. Accademico, Presidente del Consiglio Scientifico della Accademia della Lingua Siciliana. Le sue ultime ricerche si focalizzano sull’identità, la lingua e la storia dell’emigrazione siciliana in Tunisia e negli Stati Uniti.
a cura di Mila Fiorentini