In Italia è il settore fintech quello in cui le valutazioni delle startup crescono più velocemente. Lo rileva lo IAG Index, termometro dell mondo delle startup, più precisamente quelle analizzate nella selezione delle opportunità di investimento da parte della rete italiana di business angel Italian Angels for Growth (IAG).
Più in dettaglio, come riporta il grafico , non solo la finanza digitale vanta le valutazioni pre-money più alte nei vari stadi di finanziamento, cioè i round pre-seed (3,5 milioni), seed (6,4 milioni) e di serie A (19,2 milioni). Il fintech è anche il comparto in cui è maggiore la differenza di valutazione, quasi 13 milioni, tra la fase seed (quella in cui viene sviluppata la business idea) e la serie A (in cui l’azienda ha una sua struttura e può espandersi, anche a livello internazionale). Sotto questo aspetto, il fintech ha strappato lo scettro detenuto finora dalle neonate aziende delle life sciences, la cui valutazione media ammontava a 13 milioni, con una differenza tra Serie A e fase seed di poco inferiore a 8 milioni, stando all’ultima edizione dell’Index pubblicata lo scorso marzo ed elaborata sui dati 2020, (si veda altro articolo di BeBeez).
Le aziende del life science mantengono invece la testa della classifica in materia di settori più gettonati: il 321,3% degli investimenti contro poco più del 10% del fintech. Nel 2020 erano il 29% contro il 9% della finanza digitale.
In ogni caso si conferma una valutazione media pre-money delle startup estere maggiore di quella ricnonosciuta a quelle italiane, 14,4 milioni contro 10,5 milioni delle italiane. Nel 2020 era 12,8 contro 10,4. Interessante notare che anche la crescita delle valutazioni è molto più veloce oltreconfine.
Per l’analisi, sono state considerate le 477 startup italiane esaminate nel periodo luglio 2020-giugno 2021 (si vedano qui il comunicato stampa e qui l’infografica completa). Carlo Tassi, presidente della rete di business angel, ha spiegato: “Lo IAG Index fotografa l’evoluzione dell’universo delle startup italiane visto con gli occhi di IAG ed evidenzia anche il richiamo di progetti esteri, di dimensioni e qualità sempre più rilevanti”.
Dall’analisi emerge anche che negli ultimi 12 mesi, è aumentata in misura sostanziale la presenza di almeno una donna nel team delle startup fintech analizzate (pari al 10,2% del totale): più di una startup su 3 rispetta questa caratteristica (35%, rispetto al 25% del 2020). Analizzando lo stadio di sviluppo delle società in cui è presente almeno una donna nel team di fondatori, nel 2020 si nota come la maggioranza di startup (1 startup su 2) rientrava nello stadio di Proof of Concept (PoC), mentre solo il 22,7% arrivava a fatturare. Questo dato cambia sensibilmente nel periodo giugno 2020-giugno 2021: sono infatti molte di più le startup con presenza femminile che hanno raggiunto il product-market fit, oltre a una presenza di ricavi già consistente (35%).
Il nuovo parametro analizzato quest’anno dallo IAG Index è il fattore ESG. Nel 37,4% dei casi le startup analizzate dal network di angel italiani si distinguono per un business responsabile, che abbia un minimo impatto ambientale e abbia le migliori conseguenze possibili per il contesto sociale. Negli ultimi anni la finanza digitale ha aumentato drasticamente l’attenzione a tali fattori: ad oggi le startup che incorporano questi criteri sono decisamente aumentate., tanto che oggi il fintech supera per distacco il settore digital (25% vs 14%). Il campione analizzato evidenzia che il settore più attento agli aspetti ESG è il life science: più di 2 startup su 3 hanno integrato i criteri di sostenibilità nella strategia per creare valore nel medio/lungo periodo. Le scienze della vita inoltre catalizzano il 40% degli investimenti dei business angel di IAG.
A proposito di round, i business angel, soprattutto quelli che investono tramite club deal, si focalizzano sulla fase seed (65,8% degli aumenti di capitale finanziati), dove il loro ruolo di mentore è talvolta più prezioso dei capitali investiti.
A livello geografico, i business angel di IAG hanno investito prevalentemente in Italia (58,5% dei round) e in particolare al nord (42,5% del totale). Le valutazioni estere si sono confermate più generose rispetto a quelle italiane nei round pre-seed e seed, con un differenziale addirittura del 40% del caso dei round di serie A.
Fondato nel 2007, IAG è il più grande network di business angel in Italia: oltre 260 protagonisti del mondo imprenditoriale, finanziario e industriale che investono tempo, competenze e capitali per la crescita delle startup innovative. Italian Angels for Growth, in più di dieci anni di attività, ha analizzato oltre 6 mila startup e i suoi soci hanno realizzato oltre 100 investimenti, per un totale di oltre 350 milioni di euro investiti dai soci IAG e suoi co-investitori. I business angel di IAG sostengono finanziariamente progetti innovativi investendo i propri capitali, ma allo stesso tempo, grazie al mix di competenze dei soci, supportano i fondatori delle startup nella definizione del business model in tutti i suoi aspetti. IAG vanta una community fintech tra i suoi soci, formata da oltre 50 top manager dei principali istituti bancari e assicurativi italiani. Nell’ultimo anno l’associazione ha rafforzato i rapporti con i corporate partner del network, dedicato diversi workshop al tema, nonché organizzato una tavola rotonda con i principali attori del settore (Banca Generali, Nexi, Mastercard) per meglio comprendere le dinamiche di collaborazione, le tendenze tecnologiche, i contesti di mercato alla base delle sinergie tra le grandi aziende del settore e le startup fintech.