Il colosso francese Vinci, attraverso una controllata, sta studiando il dossier Officine Maccaferri. Lo riferisce il Corriere di Bologna, secondo cui il gruppo francese nei prossimi giorni dovrebbe decidere se presentare un’offerta per acquistare il gruppo italiano di ingegneria in concordato nel maggio scorso (si veda altro articolo di BeBeez). Lo scorso agosto Officine Maccaferri aveva reso noto di aver ricevuto una manifestazione di interesse su possibili acquisizioni da parte di un potenziale secondo investitore (si veda altro articolo di BeBeez).
Non è chiaro se quel secondo potenziale investitore sia appunto Vinci o se Vinci a questo punto sia un terzo attore. Il gruppo Vinci è uno dei maggiori operatori a livello mondiale, attivo nei settori costruzioni, concessioni (aeroporti, autostrade e stadi) ed energia. Quotato in Borsa, a fine 2019 la capitalizzazione di Borsa del gruppo era intorno ai 60 miliardi. Il gruppo ha chiuso il 2019 con 48 miliardi di euro di fatturato, un portafoglio ordini da 36 miliardi e più di 21 mila dipendenti in giro per il mondo.
Il fatto che ci siano nuovi pretendenti per Officine Maccaferri rappresenta un importante elemento di novità, visto che lo scorso maggio Officine Maccaferri aveva depositato presso il Tribunale di Bologna la richiesta di concordato preventivo con riserva, dopo aver sottoscritto un accordo quadro di ristrutturazione con gli investitori riuniti sotto la sigla Ad Hoc Group (AHG), cioé il gruppo di obbligazionisti, composto da Carlyle e dai suoi coinvestitori, che detiene il 54% del bond da 190 milioni di euro a cedola 5,75% e scadenza 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). Gli obbligazionisti avevano presentato un piano di ristrutturazione di Officine Maccaferri che prevedeva l’erogazione di nuova finanza prededucibile per 60 milioni da parte del fondo e dei e suoi coinvestitori a favore di Officine Maccaferri. Il piano però non era piaciuto al tribunale di Bologna, che aveva chiesto così delle modifiche (si veda altro articolo di BeBeez). Secondo le indiscrezioni, Officine Maccaferri avrebbe consegnato a inizio agosto un nuovo piano che prevede l’erogazione di finanza per 45 milioni a un tasso di interesse inferiore rispetto a quello contestato dal tribunale. Ad Hoc Group inoltre aveva fatto sapere che si sarebbe fatta direttamente carico dei compensi da 3 milioni per i professionisti impegnati sul dossier.
Il piano di ristrutturazione di Officine Maccaferri siglato con Ad Hoc Group porterebbe Seci a diluirsi nel capitale sociale di Officine Maccaferri dall’attuale 100% al 4%. L’offerta di AHG su Officine Maccaferri è parte di una più ampia offerta relativa all’intero Gruppo Maccaferri, che prevede un finanziamento ponte da 10 milioni per la controllante Seci e fino a 12,5 milioni per la controllata Samp (con ulteriori 12,5 milioni tramite il supporto a Seci e Samp da parte di un ulteriore partner finanziario, che è Muzinich). A valle della conclusione dell’intero processo di ristrutturazione del debito, la compagine azionaria di Samp potrà essere soggetta a un sostanziale cambiamento di controllo fino a una diluizione del 90% degli azionisti esistenti, cioé della famiglia Maccaferri).
Intanto il 24 luglio scorso i vertici di Samp e quelli della controllante Seci (che controlla anche Officine Maccaferri) hanno ricevuto una lettera dai legali di Muzinich, visionata da BeBeez, che chiede il risarcimento dei danni in relazione a una garanzia a prima richiesta fino a 40,25 milioni, rilasciata da Seci e Samp nel 2014 a favore della Bei per un finanziamento del valore di 35 milioni erogato a Seci dalla stessa Bei (si veda altro articolo di BeBeez). Garanzia di cui Muzinich non era a conoscenza quando nel 2018 aveva sottoscritto un bond di Samp da 25 miioni e che è stata poi escussa nel 2019. All’epoca Samp era già in tensione finanziaria e aveva depositato al tribunale di Bologna domanda di ammissione al concordato preventivo.