I venti presidenti dei club calcistici di Lega Calcio Serie A ieri riuniti in assemblea hanno dato il via libera all’unanimità al progetto di creazione di una media company in cui far confluire i diritti tv pluriennali del campionato italiano, supportato dai fondi di private equity.
Il responso al piano del presidente della Lega, Paolo Dal Pino, non era scontato, visto che si erano diffusi i timori che Claudio Lotito, presidente della Lazio, sino all’ultimo dichiaratamente ostile all’ipotesi dei private equity e più propenso a una soluzione sul fronte del debito, riuscisse a portare dalla sua parte almeno altri 5 colleghi. Il progetto, per passare, aveva bisogno infatti di almeno 14 voti favorevoli su 20. In particolare c’era da capire che cosa avrebbe votato il patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis, che nei mesi scorsi era stato fautore di un progetto alternativo per la creazione di una società di produzione che sarebbe dovuta essere detenuta al 100% dalla Lega Calcio e che avrebbe curato direttamente i diritti tv, piano in quel caso che sarebbe stato finanziato da fondi di credito (si veda altro articolo di BeBeez). Nella realtà, poi, appunto anche Lotito e De Laurentiis si sono allineati alla volontà dei più.
A questo punto si passerà all’esame delle uniche due offerte vincolanti arrivate sul tavolo. Un lavoro, questo, che si dice potrà richiedere non più di una quindicina di giorni e con una prossima assemblea che voterà l’offerta preferita. “Ora ci sono alcuni passi da fare, approfondiremo le due proposte delle cordate per la media company perché ci sono alcuni dettagli da verificare. Se non andasse in porto la trattativa, l’unica soluzione resta la media company, indipendentemente dalla presenza dei fondi, ma sarebbe solo l’ultima istanza”, ha detto il presidente Dal Pino, intervenuto in conferenza stampa al termine dell’assemblea (si veda qui l’ANSA). E ha aggiunto Dal Pino: “La Lega ha lavorato per anni con intermediari, ma è ora che il valore resti in casa. Unanimità? Non sono io che ho convinto nessuno, sono loro che si sono convinti nel cammino. Difficile che qualcuno remi contro l’interesse complessivo, non abbiamo visioni diverse sul futuro. Bando per i diritti tv? Lo faremo comunque, ci sono i tempi e incastreremo tutto”.
Negli ultimi mesi si sono avvicendati svariati nomi di potenziali interessati al ricco deal e in particolare negli ultimi giorni si è profilato il forte interesse di Fortress, con una proposta di investimento sul fronte del debito, in cordata con Apax Partners e The Three Hills Capital Partners (si veda altro articolo di BeBeez). Ma alla fine le forze rimaste in campo con una proposta ufficiale sono appunto soltanto due.
Da un alto c’è la cordata a tre Advent International-CVC Capital Partners-FSI. La proposta che prevede l’acquisto di una quota del 10% della media company che la Lega Calcio andrà a costituire per gestire i diritti tv e commerciali e che nel complesso sarebbe valutata oltre 16 miliardi di euro. I fondi, infatti, inietterebbero 1,625 miliardi di euro per la loro quota, con un minimo garantito (si veda altro articolo di BeBeez). La cordata dei tre fondi pare particolarmente forte, visto che CVC ha già una solida esperienza di investimento in campo sportivo (Formula 1, MotoGP e rugby), e Advent nel settore dei media (si veda qui l’elenco degli investimenti), mentre FSI, guidato da Maurizio Tamagnini, garantisce alla cordata un lato italiano. Inoltre, il progetto della cordata non si ferma qui, perché è tornata in auge anche l’idea di utilizzare parte dei capitali per lanciare un fondo infrastrutturale, che potrebbe fornire supporto finanziario per la creazione di nuovi stadi, per i club italiani che lo hanno in programma, oppure per la ristrutturazione degli stadi esistenti. Un’idea, questa, che è allo studio di CVC dallo scorso maggio (si veda altro articolo di BeBeez). Lo scorso giugno il fondo FSI era entrato in gioco al fianco di CVC quando ancora il fondo era in trattativa esclusiva con la Lega (si veda altro articolo di BeBeez) e si diceva che coinvolgere anche un investitore italiano di solida reputazione nell’operazione sarebbe stato un aspetto molto gradito ai presidenti dei vari club, tanto più che FSI sgr è sì controllata al 51% da Tamagnini e dagli altri manager, ma è partecipata per l’altro 49% da Cdp e Poste Vita (si veda altro articolo di BeBeez). Poi CVC aveva fatto scadere l’esclusiva senza un nulla di fatto, anche perché nel frattempo erano arrivate offerte informali molto più alte da altri soggetti, in particolare da Advent International e Bain Capital (si veda altro articolo di BeBeez) e quindi la gara si era riaperta ufficialmente, con Lazard a fare da advisor (si veda altro articolo di BeBeez). Con CVC alla finestra, FSI era rimasto comunque in partita scendendo in campo al fianco di Advent, che si diceva avesse valutato la Lega Calcio Serie A 13 miliardi di euro, rispetto alla valutazione di 10-11 miliardi sulla base della quale stava ragionando CVC quando era in esclusiva. I tre fondi hanno poi deciso di unire le forze e alzare la posta. Advisor del consorzio sono Rothschild, Credit Suisse e Barclays sul piano finanziario e lo studio Gattai Minoli Agostinelli sul piano legale. A finanziare il consorzio è pronto un pool di banche guidato da Goldman Sachs.
La cordata concorrente è invece a due ed è composta da Bain Capital e NB Renaissance Partners. Quest’ultimo è unito a Bain Capital nelle ultime settimane. L’interesse di Bain Capital era invece noto già lo scorso giugno, quando si diceva che avesse valutato la Lega Calcio 12 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Ora anche Bain Capital ha alzato la posta e valuta il deal oltre 13 miliardi. La proposta della cordata è infatti quella di iniettare 1,35 miliardi di euro per il 10% della media company, ma con l’aggiunta di componenti variabili e di un minimo garantito. Advisor finanziari del consorzio sono Nomura e Mediobanca, mentre advisor legale di Bain Capital è lo studio Greenberg Traurig Santa Maria. A finanziare la cordata sarebbero pronte Morgan Stanley, Mediobanca e Nomura, ma il pool potrebbe includere anche altre banche italiane.
Intanto sul fronte politico Fratelli d’Italia ha presentato nelle scorse ore un’interrogazione urgente al governo sull’assegnazione dei diritti televisivi pluriennali della Serie A con l’obiettivo di spingere il governo ad azionare il golden power e stoppare il progetto. E, secondo quanto riportato ieri da MF Milano Finanza, ci sarebbero altre due interrogazioni dello stesso tenore pronte a partire.
Che il tema Lega Calcio sia sotto la lente del governo è comunque scontato. Anche perché la partita sui diritti tv si intreccia con i futuri assetti delle telecomunicazioni in Italia e con i destini di altre società strategiche. Se il progetto di rete unica andrà a buon fine (si veda altro articolo di BeBeez), la competizione fra le aziende tlc si sposterà tutto sui contenuti, chiave per differenziare l’offerta e conquistare clienti. In quest’ottica il calcio sarebbe l’obiettivo che tutti vorrebbero conquistare.
Secondo l’Annual Review of Football Finance 2020 di Deloitte, i diritti tv rappresentano il 59% dei ricavi di tutte le squadre della Serie A italiana. La Serie A è la quarta lega calcistica più ricca d’Europa, alle spalle di Inghilterra, Spagna e Germania, in grado di generare nella stagione 2018-2019 circa 2,5 miliardi di euro di ricavi, su un totale europeo di 28,9 miliardi.