Settimana nera per la Cimolai spa, azienda di Pordenone che opera a livello internazionale nella fornitura e montaggio di strutture complesse in acciaio. Domenica scorsa la morte del fondatore Armando, a 94 anni, i cui funerali sono stati celebrati mercoledì a Fontanafredda ha preceduto di poche ore le voci, fatte circolare tramite l’agenzia di stampa Bloomberg, di una possibile crisi finanziaria, legata a operazioni in derivati che avrebbero messo in ginocchio i conti.
Cimolai spa, guidata da Luigi CImolai, sarebbe infatti soffocata dai contratti derivati e, a causa di alcune operazioni che hanno mancato l’obiettivo, avrebbe esposizioni con le banche per circa 400 milioni di euro. Un fattore che potrebbe creare ripercussioni sugli assetti aziendali. Ricordiamo che il ricorso ai derivati è frequente per imprese che lavorano molto all’estero e gestiscono flussi di incassi e pagamenti in divise estere. Tuttavia il direttore finanziario, con cui il rapporto si è appena interrotto, secondo Bloomberg avrebbe agito al’insaputa del cda e del presidente. Secondo l’agenzia internazionale l’esposizione con le banche sfiorerebbe dunque i 400 milioni, distribuiti tra Deutsche Bank, Unicredit e Intesa Sanpaolo.
Che cosa sia successo esattamente non è chiaro, ma quello che è sicuro è che l’azienda sta valutando un aumento di capitale, visto che a seguito della diffusione delle voci sulla crisi si è premurata di diffondere un comunicato per “rassicurare i propri dipendenti e il mercato circa il suo presente e il suo futuro”, ammettendo però che esiste un problema rappresentato da “alcuni contratti derivati, emessi all’insaputa del presidente e degli organi sociali, che per effetto della repentina caduta del corso dell’euro nei confronti del dollaro presentano criticità” (si veda qui il comunicato stampa).
Per questo, continua la nota, “è stato dato mandato a Lazard di esaminare l’intero portafoglio degli strumenti finanziari ed eventualmente rinegoziare o impugnare tali contratti. Questo lavoro è ancora in corso e non è dunque ancora possibile quantificare l’ammontare delle reali ricadute sui conti aziendali. Per affrontare i problemi di natura finanziaria il gruppo ha in corso di definizione un aumento di capitale, il cui ammontare sarà definito solo dopo che Lazard avrà terminato il suo lavoro, al quale sono interessati anche realtà industriali estere“. Il tutto, comunque, si legge sempre nella nota, in un quadro di conti in cui “nonostante la drammatica congiuntura, nazionale e internazionale, la gestione caratteristica è soddisfacente e in linea con le attese. Il portafoglio ordini, oltre 800 milioni di euro, è ai massimi storici e potrà beneficiare ulteriormente degli investimenti previsti nell’ambito del PNRR. L’indebitamento ordinario sarebbe del tutto fisiologico”.
Cimolai Holding, dallo scorso agosto ribattezzata Luigi Cimolai Holding, ha chiuso il 2021 con ricavi netti per 501 milioni di euro dai 407,1 milioni del 2020, un ebitda di 26,3 milioni (da 25,8 milioni) e un debito finanziario netto di 66,3 milioni (da 60 milioni) (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Ricordiamo che a maggio 2021 Cimolai si era aggiudicata la gara indetta da Milanosesto spa per la nuova stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano (si veda qui il comunicato stampa e altro articolo di BeBeez). Nello stesso mese la famiglia Cimolai si era assicurata, nella persona di Paola Cimolai, il controllo del produttore veneziano di tessuti di alta qualità Jesurum , secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore). Paola Cimolai è stata per 7 anni amministratore delegato in Cimolai spa, poi ha lasciato l’azienda di famiglia per costruirsi una carriera che l’ha portata per 5 anni a essere direttore commerciale nella trevigiana Permasteelisa Nord America e quindi, rientrata in Italia, direttore commerciale del gruppo Mobil Project, uno dei principali General Contractor nel comparto degli alberghi e negozi di lusso. Curiosamente, dopo gli anni in cui era praticamente sempre l’unica donna nelle riunioni di lavoro, oggi Paola guida una realtà al 100% femminile: ne fanno parte 15 donne.