Il Tribunale di Trieste ha concesso a Cimolai spa il congelamento temporaneo di circa 100 milioni di euro di garanzie collaterali legate a derivati sul cambio euro-dollaro. Lo scrive Bloomberg. precisando che di questo totale, 81 milioni sono verso il broker britannico JB Drax Honore e gli altri 19,6 milioni verso altri sei soggetti.
Intanto ieri MF Milano Finanza ha riferito di voci che di un interesse del gruppo francese Vinci, quotato a Parigi Euronext, e di quello italiano WeBuild, quotato a Piazza Affari, a entrare come cavalieri bianchi nel capitale del noto gruppo di Pordenone che opera a livello internazionale nella fornitura e montaggio di strutture complesse in acciaio e che lo scorso ottobre ha chiesto al Tribunale di Trieste l’ammissione al concordato in bianco appunto a seguito di gravi perdite su derivati sottoscritti per oltre un miliardo di euro di nozionale, che ora mark-to-market varrebbero soltanto di 200 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). Il tutto nei confronti di 21 banche e broker, tra cui BNL Bnp Paribas, Banco BPM, Intesa Sanpaolo, Mediobanca e MPS, Morgan Stanley, Deutsche Bank, Natixis e NatWest.
Il ricorso ai derivati è frequente per imprese che lavorano molto all’estero e gestiscono flussi di incassi e pagamenti in divise estere. Tuttavia, la struttura costruita per Cimolai si è rivelata più speculativa che di copertura dal rischio di cambio e il fatto che l’euro abbia ora toccato i minimi da 20 anni sul dollaro, andando contro la scommessa insita nei derivati, ha appunto innescato la bomba. Sull’entità della perdita e sull’esposizione verso banche e broker in termini di margini di garanzia non pagati i numeri non sono chiari. Per questi ultimi si parla di 300 o 400 milioni di euro.
JB Drax ha intentato una causa contro Cimolai a Londra mercoledì scorso e anche altri soggetti hanno presentato azioni legali contro la società di costruzioni nella capitale britannica, tra cui, riferisce sempre Bloomberg, anche Deutsche Bank, Natixis e Morgan Stanley.
A sua volta Luigi Cimolai Holding spa, la holding del gruppo, ha presentato al Tribunale di Trieste richiesta di risarcimento contro JB Drax e il giudice, che ha fissato un’udienza per il 13 dicembre, ha appunto concesso un ordine di sospensione che impedisce a JB Drax di accedere al collaterale fino al 20 dicembre, la stessa data entro la quale il gruppo, ora ammesso alla procedura di concordato con riserva, deve presentare la proposta di piano concordatario o di ristrutturazione dei debiti.
“Le transazioni che abbiamo eseguito per Cimolai erano normali operazioni di mercato e noi eravamo solo una delle tante parti coinvolte in operazioni di copertura simili per quella società. Abbiamo agito in modo del tutto corretto. Respingiamo qualsiasi suggerimento contrario e difenderemo vigorosamente la nostra posizione in tribunale”, ha dichiarato a Bloomberg un portavoce di JB Drax.
Il tribunale di Trieste ha anche accolto la richiesta di Cimolai spa, la società operativa del gruppo, di congelare come detto anche altri 20 milioni di euro di garanzie collaterali depositate presso sei società, tra cui Ballinger e Alpha FX, entrambi broker con sede a Londra, secondo quanto riferito da una persona a conoscenza della questione.
Ricordiamo che sempre Bloomberg a inizio ottobre aveva riferito di una possibile crisi finanziaria del gruppo, legata a operazioni in contratti derivati che avrebbero messo in ginocchio i conti per un’esposizione con le banche di ben 400 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Le voci erano poi state confermate dal gruppo stesso in un comunicato stampa in cui ammetteva che esiste un problema rappresentato da “alcuni contratti derivati, emessi all’insaputa del presidente e degli organi sociali, che per effetto della repentina caduta del corso dell’euro nei confronti del dollaro presentano criticità”. Per questo, continuava la nota, “è stato dato mandato a Lazard di esaminare l’intero portafoglio degli strumenti finanziari ed eventualmente rinegoziare o impugnare tali contratti. Questo lavoro è ancora in corso e non è dunque ancora possibile quantificare l’ammontare delle reali ricadute sui conti aziendali. Per affrontare i problemi di natura finanziaria il gruppo ha in corso di definizione un aumento di capitale, il cui ammontare sarà definito solo dopo che Lazard avrà terminato il suo lavoro, al quale sono interessati anche realtà industriali estere“.
Cimolai Holding, dallo scorso agosto ribattezzata Luigi Cimolai Holding, ha chiuso il 2021 con ricavi netti per 501 milioni di euro dai 407,1 milioni del 2020, un ebitda di 26,3 milioni (da 25,8 milioni) e un debito finanziario netto di 66,3 milioni (da 60 milioni) (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).