
Il valore nozionale complessivo dei contratti derivati che hanno messo a grave rischio i conti di Cimolai spa, il noto gruppo di Pordenone che opera a livello internazionale nella fornitura e montaggio di strutture complesse in acciaio (si veda altro articolo di BeBeez), sarebbe di oltre un miliardo di euro, per un valore mark-to-market che oggi sarebbe però soltanto di 200 milioni. Il tutto nei confronti di 21 banche e broke, tra cui BNL Bnp Paribas, Banco BPM, Intesa Sanpaolo, Mediobanca e MPS, Morgan Stanley e Deutsche Bank. Lo ha scritto nei giorni scorsi Il Sole 24 Ore.
Ricordiamo che una quindicina di giorni fa l’agenzia di stampa Bloomberg aveva riferito di una possibile crisi finanziaria del gruppo, legata a operazioni in contratti derivati che avrebbero messo in ginocchio i conti per un’esposizione con le banche di ben 400 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Il ricorso ai derivati è frequente per imprese che lavorano molto all’estero e gestiscono flussi di incassi e pagamenti in divise estere. Tuttavia, evidentemente la struttura costruita per Cimolai si è rivelata più speculativa che di copertura dal rischio di cambio e il fatto che l’euro abbia ora toccato i minimi da 20 anni sul dollaro, andando contro la scommessa insita nei derivati, ha appunto innescato la bomba.
Le voci erano poi state confermate dal gruppo stesso in un comunicato stampa in cui ammetteva che esiste un problema rappresentato da “alcuni contratti derivati, emessi all’insaputa del presidente e degli organi sociali, che per effetto della repentina caduta del corso dell’euro nei confronti del dollaro presentano criticità”. Per questo, continuava la nota, “è stato dato mandato a Lazard di esaminare l’intero portafoglio degli strumenti finanziari ed eventualmente rinegoziare o impugnare tali contratti. Questo lavoro è ancora in corso e non è dunque ancora possibile quantificare l’ammontare delle reali ricadute sui conti aziendali. Per affrontare i problemi di natura finanziaria il gruppo ha in corso di definizione un aumento di capitale, il cui ammontare sarà definito solo dopo che Lazard avrà terminato il suo lavoro, al quale sono interessati anche realtà industriali estere“.
Intanto il gruppo ha depositato nei giorni scorsi presso il Tribunale di Trieste la domanda di accesso agli strumenti di regolazione della crisi previsti dal Codice della crisi d’impresa. E quindi la domanda di concordato in bianco, per riservarsi il tempo di presentare poi una domanda definitiva di concordato preventivo oppure di accordo di ristrutturazione del debito, con la seconda ipotesi che pare già quella prescelta. Lo ha reso noto la stessa azienda con una nuova nota, precisando che la domanda è volta a mettere “in sicurezza l’azienda, i suoi business e l’occupazione, garantendo la continuità produttiva. Il portafoglio ordini del gruppo è di oltre 830 milioni. Nel piano di ristrutturazione che la società sta elaborando è previsto un importante rafforzamento patrimoniale al quale hanno già manifestato interesse diversi soggetti italiani ed esteri“.
Al lavoro ci sarebbero per Cimolai l’avvocato Bruno Malattia, il commercialista Ippolito Gallovich, lo studio legale Molinari Agostinelli, l’avvocato Luca Zamagni di Rimini e la società di consulenza Ifa Consulting di Verona.
Cimolai Holding, dallo scorso agosto ribattezzata Luigi Cimolai Holding, ha chiuso il 2021 con ricavi netti per 501 milioni di euro dai 407,1 milioni del 2020, un ebitda di 26,3 milioni (da 25,8 milioni) e un debito finanziario netto di 66,3 milioni (da 60 milioni) (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Tra le ultime opere progettate e realizzate c’è la scala monumentale Feature Stair, situata all’ingresso principale della West Lobby di 50 Hudson Yards, la quarta torre più alta di New York con ben 78 piani, che è stata ufficialmente inaugurata nei giorni scorsi (si veda qui il post su Linkedin). La torre copre l’intero isolato di Hudson Yards e offre spazi per uffici e negozi. La scala ha una struttura in acciaio, è rivestita da pannelli curvi di bronzo e ha un corrimano in ottone e dei parapetti curvi in vetro. Oltre alla scala, Cimolai Group ha realizzato anche le balaustre vetrate del primo livello, le quali consentono alla luce naturale di inondare gli uffici e, al piano terra, uno storefront con vetrate di dimensioni importanti e lame decorative in alluminio rivestite in bronzo.
Un’altra recente opera è il WSF (Weapons Storage Facility), un ponte ferroviario girevole sul canale dei Navicelli (Parco San Rossore, Pisa) inaugurato lo scorso 22 settembre, che consentirà ai treni di attraversare il canale e velocizzare gli spostamenti di armi da e per il Camp Darby, la più grande base militare americana di tutta l’area euro-mediterranea (si veda qui il post su Linkedin). Il complesso comprende un raccordo ferroviario a uso della base militare, il quale corre su un rilevato in terra e sovrappassa il canale transitando sia sul ponte di acciaio girevole di 500 ton sia su uno fisso di 70 ton. Completano il progetto anche una banchina fluviale per il carico/scarico, la posa di linee elettriche, di fibra ottica e antincendio con i relativi idranti e opere di compensazione ambientale.