Unicredit sta pensando di cedere i suoi 100 milioni di Utp nei confronti di CMC (Cooperativa Muratori e Cementisti) di Ravenna, quarto gruppo italiano nel settore delle costruzioni, ammesso al concordato preventivo dal Tribunale di Ravenna nel giugno scorso (si veda altro articolo di BeBeez). Lo riferisce il quotidiano Milano Finanza, secondo cui in ogni caso la mancata cessione degli Npl vantati da Unicredit non comprometterebbe il piano concordatario di CMC, che a fine settembre ha chiesto e ottenuto un rinvio dell’adunanza dei creditori, inizialmente prevista per il 13 novembre, all’11 marzo 2020 (si veda qui il comunicato stampa). CMC aveva presentato un’istanza di proroga per “apporre alcune modifiche migliorative alla proposta di concordato“.
La cooperativa aveva depositato al Tribunale l’8 aprile scorso il piano e la proposta di concordato (si veda altro articolo di BeBeez), approvati come atteso all’unanimità dall’assemblea dei soci il 30 marzo scorso (si veda altro articolo di BeBeez) e illustrati al Ministero dello Sviluppo Economico il 4 aprile. Il piano di rilancio presentato dalla società e redatto dagli advisor Mediobanca e Studio Trombone dottori commercialisti associati prevede la continuità aziendale della cooperativa e la soddisfazione integrale dei creditori in pre-deduzione, di quelli privilegiati e dei fornitori strategici, ma anche la soddisfazione parziale e non monetaria degli altri creditori chirografari, con l’attribuzione di strumenti finanziati partecipativi (sfp). Nel giugno scorso la società è stata ammessa al concordato preventivo e contestualmente ha comunicato di aver avviato una riorganizzazione interna per efficientare e rilanciare le attività industriali di lungo periodo, smentendo le voci di un coinvolgimento al Progetto Italia (si veda altro articolo di BeBeez).
La società è gravata da un debito totale di 900 milioni di euro, di cui 575 milioni di euro legati a due bond (uno da 325 milioni di euro e l’altro da 250 milioni), sottoscritti tra gli altri anche da Credit Agricole, Algebris, Muzinich, Ubs, Mediolanum, Vontobel, Julius Baer e Alliance Bernstein. La restante parte dell’esposizione invece riguarda una revolving credit facility di Unicredit e Bnl Bnp Paribas tra 160 e 165 milioni, che serviva da backup ai due bond. e ulteriori 100-150 milioni di euro di crediti verso le banche.
La società aveva presentato a dicembre 2018 la domanda di ammissione al concordato in bianco e all’epoca i suoi bond quotati alla Borsa del Lussemburgo erano scesi sotto gli 8 centesimi (si veda altro articolo di BeBeez). Nel dettaglio si trattava del bond da 325 milioni di euro a scadenza 15 febbraio 2023 e cedola 6%, che era stato emesso nel novembre 2017 per rimborsare in anticipo il bond da 300 milioni a cedola 7,5% in scadenza nel 2021; e del bond da 251 milioni a scadenza 1° agosto 2022 e cedola 6,875%. Le negoziazioni dei due bond sono state sospese lo scorso dicembre. Alla fine di giugno 2018 la semestrale del gruppo indicava che la posizione finanziaria netta di CMC era salita a 815 milioni di euro (825 milioni il dato rettificato, si veda qui la presentazione agli analisti), dai 659 milioni di fine 2017, a fronte di ricavi da costruzioni per i sei mesi di 488,2 milioni e di un ebitda di 64,8 milioni, mentre il 2017 si era chiuso con 1,085 miliardi di ricavi e 171,6 milioni di ebitda.
CMC di Ravenna è stata fondata a Ravenna nel 1901 da 35 muratori che costituirono la “Società anonima cooperativa fra gli operai, muratori e manuali del Comune di Ravenna”. Nel 1909 la società si fuse con quella dei Cementisti: da allora “Muratori” e “Cementisti” contrassegnano il marchio CMC. La società oggi produce all’estero oltre il 60% del suo fatturato, è attiva in 21 Paesi di cinque continenti (Europa, Nord America, Sud America, Africa e Asia) e ha, in passato, completato progetti in oltre 40 Paesi.
Ricordiamo che Unicredit intende cartolarizzare con Gacs un portafoglio di Npl da oltre 6 miliardi di euro tramite la spv Prisma srl (si veda altro articolo di BeBeez). La banca ha altre operazioni in corso sul fronte Npe: nell’agosto scorso ha inviato a un ristretto numero di investitori i teaser per la cessione di un portafoglio di crediti unlikely to pay denominato Project Dawn del valore lordo di un miliardo di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Inoltre, a inizio giugno Unicredit ha annunciato l’avvio della seconda fase del programma Sandokan con la sigla dell’accordo per affidare la gestione e le attività di special servicing relative al portafoglio di crediti unlikely to pay immobiliari battezzato Sandokan 2 a Pimco, Gwm e Arec (Aurora Recovery Capital) per un importo massimo di 2 miliardi di euro, da cedere in più tranche successive (si veda altro articolo di BeBeez). E’ sempre di Unicredit una delle maggiori operazioni attese nei prossimi mesi: la banca infatti ha deciso di mettere sul mercato parte di un portafoglio di Utp da 13,3 miliardi di euro e concedere un mandato di gestione sull’altra parte (si veda altro articolo di BeBeez), sulla falsariga dell’accordo che Intesa Sanpaolo ha stretto con Prelios sgr in relazione a un portafoglio complessivo da 10 miliardi di Utp.