E’ attesa entro un paio di settimane la data per l’asta per l’affitto del ramo d’azienda di Grotto spa, il gruppo di Chiuppano (Vicenza) produttore dei noti jeans Gas, che lo scorso 13 gennaio ha depositato una nuova proposta di concordato preventivo al Tribunale di Vicenza.
All’asta per l’affitto del ramo d’azienda seguirà poi tra qualche mese anche quella per l’acquisto dello stesso ramo d’azienda. Di norma, in questi casi viene indetta un’asta unica, ma su suggerimento del nuovo investitore che nel frattempo si è fatto vivo con una offerta vincolante, non si vuole perdere tempo e si vuole essere pronti con la produzione per la stagione estiva.
A sparigliare le carte dopo varie manifestazioni di interesse, a cui però poi non sono seguite offerte concrete (si veda altro articolo di BeBeez) e dopo un’unica altra offerta vincolante, quella di United Brands Company di Quinto Vicentino, licenziataria delle calzature a marchio Gas, arrivata un mese fa, che però non garantiva l’assorbimento di tutti i dipendenti attuali del gruppo, è stato Andrea Citterio, imprenditore trevigiano ceo e proprietario di Penta, Castaldi e Arredoluce, raggruppate in Auralis, polo italiano dell’illuminotecnica. Come riferito da Il Giornale di Vicenza nei giorni scorsi, l’imprenditore, attraverso la sua holding Duke srl, ha offerto 17,2 milioni di euro per affittare e poi acquisire il ramo d’azienda di Grotto, cifra a cui Citterio sarebbe poi disposto ad aggiungere altri capitali per il rilancio. Nei mesi scorsi BeBeez ha riferito di un ordine di grandezza di circa 6-10 milioni necessari per il rilancio del gruppo.
Citterio, assistito dall’avvocato Marco Corbetta, sinora si era mosso fuori dai radar e alla fine è risultato quello che ha saputo venire incontro alle richieste dell’azienda, dei creditori e dei sindacati, che erano, nell’ordine, totale discontinuità aziendale, risorse finanziarie fresche e salvaguardia dei posti di lavoro: Grotto ed Exagon, la società che gestisce gli outlet, contano infatti complessivamente 150 persone.
Intanto andrà avanti con i suoi tempo il concordato preventivo. Il 27 gennaio il giudice dovrebbe decidere l’ammissibilità del piano, poi potranno passare altri 45 giorni per la relazione del commissario Marcadella, che dovrà depositarla 45 giorni prima dell’adunanza dei creditori. Su questo punto non ci dovrebbero essere problemi di sorta, visto che, come già anticipato tempo fa da BeBeez, il principale creditore, Dea Capital Alternative sgr, gestore del fondo Dea CCR II, sarebbe pronto a intervenire al fianco del nuovo investitore e anche del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), che a sua volta starebbe predisponendo tutti gli strumenti utilizzabili ai fini del salvataggio, in primo luogo prevedendo l’intervento del Fondo per la Salvaguardia dei Livelli occupazionali e la Prosecuzione dell’Attività d’Impresa previsto dall’art. 43 del Decreto Rilancio.
Il fondo sarebbe infatti pronto a convertire parte dei crediti in portafoglio in equity e/o investendo nuova finanza. Una mossa che ragionevolmente potrebbe fare anche AMCO, a sua volta importante creditore. Le nuove risorse finanziarie necessaria andrebbero dai 6 ai 10 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
CCR I possiede il 51% del debito, ossia 34,5 milioni di euro. Il fondo, infatti, a fine 2017 aveva acquistato dalle banche creditrici i crediti a medio-lungo termine di Grotto, insieme ai crediti di altre otto aziende (Canepa, Snaidero, Calvi, Pieralisi, Biokimica, Trend Group, Consorzio Latte Virgilio e Zucchi, si veda altro articolo di BeBeez). Lo scorso ottobre 2021, poi, il fondo ha comprato anche i crediti a breve termine ancora in portafoglio a Unicredit (compresi nel calcolo dei 34,5 milioni).
Citterio ha quindi tolto le castagne dal fuoco a tutti quanti, gettando in sostanza il cuore oltre l’ostacolo dei numeri. Ricordiamo infatti che le perplessità dell’sgr sul piano proposto inizialmente dalla famiglia Grotto poggiavano soprattutto sul fatto che non fosse possibile ai terzi rendersi conto davvero di quale fosse la situazione attuale dell’azienda. In una lettera inviata ai dipendenti di Grotto lo scorso ottobre dalla sgr si leggeva infatti che “la proprietà e l’attuale gestione hanno rifiutato anche durante il concordato di ricercare soluzioni costruttive nell’interesse della società e dei posti di lavoro, arrivando a impedire ai creditori, nonostante un provvedimento ad hoc del tribunale, di poter analizzare i dati societari” (si veda altro articolo di BeBeez). Allo stesso modo gli altri due cavalieri bianchi potenziali avevano desistito. Sia Andrea Bonacini, patron di Gaudì, azienda di Carpi il cui business è molto simile a quello di Gas (si veda altro articolo di BeBeez), sia l’imprenditore bellunese Walter Maiocchi (si veda altro articolo di BeBeez), che nel 2018 aveva già rilevato il noto brand del cachemere Malo, a sua volta allora in profonda crisi (si veda altro articolo di BeBeez) avevano mostrato interesse per Grotto, ma avevano sottolineato che, oltre a chiedere la totale discontinuità nella guida dell’azienda volevano prima vedere chiaro sui numeri di Gas, cosa che però alla fine non è stata realmente possibile. Citterio, però, si è fatto evidentemente i suoi conti e ha deciso di prendersi il rischio, rimettendo sui binari una situazione che si stava decisamente arenando.
“Esprimo massima soddisfazione per un esito tutt’altro che scontato che, in qualche momento sembrava più volgere al peggio. Abbiamo seguito, come Regione del Veneto, la vertenza dai primi momenti delle sue difficoltà finanziarie e abbiamo accompagnato attivamente i vari passaggi. Il tavolo istituzionale ha assolto al proprio ruolo così come lo intendiamo in Veneto: difendere e accompagnare attivamente nelle trasformazioni le nostre imprese e salvaguardare il dato occupazionale e produttivo”.
L’Assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan, al termine del Tavolo istituzionale di confronto tra le parti sociali, i creditori e l’azienda, lo scorso 13 gennaio ha commentato: “Con GAS il buon risultato si deve al confronto serrato tra i soggetti finanziari, quelli del sindacato e con l’azienda. Siamo riusciti a ricostruire il dialogo tra le parti e la fiducia reciproca: elemento essenziale per risolvere questo tipo di problematica. L’apprezzamento va rivolto sia nei riguardi dei fondi finanziari, che hanno dimostrato grande senso di responsabilità, avendo a cuore la continuità nella produzione e soprattutto la tutela dei lavoratori, sia nei confronti dell’amministratore unico che ha sempre dato disponibilità nel condividere informazioni e preoccupazioni dei lavoratori. Adesso si procederà con il bando per la gara competitiva per l’affitto e poi per la cessione dell’azienda. Nel complesso aziendale, oggetto della proposta ci sono la sede di Chiuppano, tutti i dipendenti Grotto e Exagon” (si veda qui il comunicato stampa).
A sua volta, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha aggiunto: “Quello messo in atto per la vicenda Grotto-Gas è stato un ottimo lavoro di squadra. Non era facile perché c’erano coinvolti attori diversi, con interessi comprensibilmente diversi, che però, alla fine hanno saputo fare squadra dimostrando grande senso di responsabilità e arrivando a un nuovo Piano positivo” (si veda qui il comunicato stampa).