Ferrarini e Vismara hanno detto no all’offerta di acquisto da parte della cordata Bonterre-OPAS-Casillo-Intesa Sanpaolo (si veda qui ReggioOnline del 5 novembre). Ma in realtà un qualche spiraglio per Vismara potrebbe ancora esserci (si veda qui ReggioOnline del 6 novembre)
La cordata aveva recapitato agli azionisti di Ferrarini spa e Vismara spa, e per conoscenza ai commissari giudiziali di entrambe le società, una proposta di acquisto volta a preservare le due aziende, assicurarne la continuità aziendale e il rilancio (si veda altro articolo di BeBeez).
Ferrarini, che contesta il piano della cordata perché non prevederebbe modalità di rimborso dei creditori, ha però rifiutato la proposta sia per se stessa sia per la controllata Vismara e per quest’ultima ha anche depositato una nuova domanda di concordato in bianco, dopo aver ritirato il vecchio piano che era basato sull’intervento di Amadori. Quest’ultimo infatti si è sfilato dalla trattativa lo scorso settembre.
Il concordato in bianco è stato richiesto da Vismara “con il fine di disporre del tempo necessario per potere sviluppare un programma di interventi con un nuovo partner industriale in grado di sostenere la prosecuzione dell’attività aziendale e il piano di ristrutturazione dei debiti della società”, ha spiegato Sido Bonfatti, ordinario dell’Università di Modena e consulente legale di Ferrarini e Vismara. Il nuovo cavaliere bianco è italiano, opera nello stesso settore agro-alimentare e ha natura industriale e non finanziaria. Chi potrebbe essere? In realtà ieri sempre Bonfatti ha riaperto le porte alla cordata, dicendo che la proposta, “nel caso fosse circoscritta soltanto all’acquisto di Vismara, sarebbe gradita”.
Quanto a Ferrarini, resta quindi sul tavolo l’opzione del gruppo Pini di Sondrio, leader della bresaola valtellinese e primo operatore italiano nel campo della macellazione dei suini, che lo scorso febbraio aveva annunciato l’accordo per rilevare la maggioranza di Ferrarini, mettendo anche sul tavolo 10 milioni di euro per ricapitalizzare le società, divenendo l’azionista di maggioranza con l’80% del capitale (si veda altro articolo di BeBeez).
Ferrarini e Vismara avevano depositato al Tribunale di Reggio Emilia nel luglio 2018 una richiesta di ammissione alla procedura di concordato in bianco (si veda altro articolo di BeBeez). Solo poche settimane prima Ferrarini aveva fatto saltare unilateralmente le trattative esclusive che aveva aperto con Italmobiliare e QuattroR. Allora si erano diffuse voci circa una trattativa parallela con un investitore industriale, che molti avevano individuato in Amadori, ma il big del pollo aveva seccamente smentito (si veda altro articolo di BeBeez). Poi Amadori lo scorso febbraio si era fatto avanti per acquisire Vismara.
Il gruppo Ferrarini era entrato in tensione finanziaria per colpa di un incremento dell’indebitamento dovuto a finanziamenti che Veneto Banca aveva erogato a Ferrarini affinché acquistasse azioni della banca stessa. Il debito in questione ammonta a circa 360 milioni di euro, dei quali 112 milioni milioni in capo alla società operativa e il resto a carico di società agricole e holding varie. Nonostante Ferrarini avesse visto i ricavi fare un vero e proprio salto nel 2017 a 335 milioni con un ebitda che era salito a 29,5 milioni, quindi, il peso del debito risultava ancora eccessivo. Il debito include 35,5 milioni di euro di minibond quotati all’ExtraMot Pro. Nel dettaglio, si tratta di un bond da 5,5 milioni a scadenza dicembre 2020 con cedola 5,625%, emesso nel dicembre 2016 e sottoscritto dal fondo di minibond di Duemme sgr (gruppo Mediobanca), e di un bond da 30 milioni a scadenza aprile 2020 e cedola 6,375%, emesso nell’aprile 2015.