Il governo ha deciso di dare una spinta alla privatizzazione di ITA Airways, la compagnia area di bandiera italiana nata dalle ceneri di Alitalia che potrebbe presto finire nelle mani della tedesca Lufthansa. Nel DPCM approvato martedì dal Consiglio dei Ministri, l’esecutivo ha infatti inserito una norma che, si legge, ha lo scopo “di velocizzare la cessione” delle quote detenute dal Ministero delle Finanze confermando “i soggetti che hanno partecipato alla precedente procedura”. Non si parla di quote precise, ma la manovra “elimina il vincolo per il Tesoro di cedere la maggioranza della società”, e al tempo stesso “assume importanza rilevante, ai fini della vendita, il piano industriale del candidato acquirente della compagnia aerea” (si veda qui il comunicato stampa e qui l’ANSA).
Un decreto che, si diceva, segna un passo importante verso Lufthansa la quale potrebbe presentarsi da sola al tavolo delle trattative, visto che MSC lo scorso novembre si è ritirata dalla cordata con la società di bandiera tedesca, scrivendo in un comunicato di “non essere più interessata a partecipare alla privatizzazione di ITA Airways, non ravvisandone le condizioni nell’attuale procedura” (si veda altro articolo di BeBeez). Un consorzio, quello di Lufthansa-MSC, che aveva messo sul piatto, secondo le indiscrezioni, un’offerta tra gli 850 e i 900 milioni di euro per una quota dell’80% di cui il 60% a MSC e il 20% alla compagnia tedesca
Una proposta che, in principio, era stata di fatto scartata dal precedente governo guidato dall’ex BCE Mario Draghi, che aveva assegnato invece a fine agosto un’esclusiva per la trattativa tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la cordata guidata dall’operatore di private equity Usa Certares Management e che includeva Air France-KLM e Delta Airlines (si veda altro articolo di BeBeez), perché l’offerta era stata ritenuta maggiormente rispondente agli obiettivi fissati dal DCPM (varato l’11 febbraio scorso e depositato a marzo presso la Corte dei Conti, ndr) e cioé “la stabilità dell’assetto proprietario, la dimensione industriale dell’integrazione, la valorizzazione degli hub nazionali, lo sviluppo sui mercati strategici e sul lungo raggio e le prospettive occupazionali”. Certares e soci avevano messo sul piatto una prima tranche da 600-650 milioni più un earn out, a cui corrispondeva il 41,1% in mano al fondo di private equity, il 9,9% alla società francese e il restante 4% agli americani di Delta. A fine ottobre, però, l’esclusiva è scaduta senza nulla di fatto (si veda altro articolo di BeBeez), così la cordata concorrente, formata da MSC e Lufthansa, sarebbe potuta tornare in gioco.
Ma appunto poi MSC ha fatto un passo indietro lasciando solo Lufthansa nella partita, che ora, stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, potrebbe presentarsi insieme a Ferrovie Dello Stato. In questo caso, l’idea del governo inizialmente si diceva fosse quella di vendere il 51% alla compagnia tedesca per 250 milioni di euro, il 29% a FS e il resto lasciarlo al MEF. Cifra, quest’ultima, vicina a quanto l’esecutivo sarebbe disposto ancora a mettere nelle casse di ITA, più precisamente tra i 200 e i 220 milioni, e che in ogni caso è necessaria per mettere ITA nelle migliori condizioni operative.
Certo è che, “Indipendentemente da chi sarà il nuovo socio privato di ITA Airways, una cosa è certa: la società avrà bisogno di nuova finanza per supportare l’operatività, ma soprattutto gli investimenti per il rinnovo della flotta aerea. E certo non stiamo parlando di pochi soldi. Sarà quindi necessario strutturare una proposta interessante da sottoporre a investitori specializzati, in grado di comprendere questo tipo di rischio e abituati a trattare strutture di finanziamento innovative”, ha commentato in un’intervista a BeBeez Federico Maria Alberto Caligaris, equity partner di CDI Global Italy e head of Aviation Industry di CDI Global, società di consulenza m&a presente in 39 paesi nel mondo. Secondo il manager, in merito alle valutazioni e alla nuova offerta che potrebbe arrivare da Lufthansa-FS, “a oggi ITA Airways sta certo meglio di un anno fa perché se è vero che tuttora perde (ebitda negativo per 260 milioni nel primo semestre 2022), la perdita non è più dovuta al fatto che brucia cassa con la normale operatività, ma perché sta investendo appunto nella flotta, sia per ridipingere e rimodernare gli aerei che intende mantenere in forze sia per acquistare nuovi aerei. Ricordo che in questi ultimi mesi ITA ha ordinato 28 aerei, che acquisterà direttamente e altri 56 attraverso lessor”.
Una positiva sui numeri che è emersa anche dalle parole dell’amministratore delegato di ITA, Fabio Lazzerini, il quale, a margine della presentazione del velivolo con la nuova livrea “Io sono Friuli Venezia Giulia”, ha affermato che “per la prima volta, negli ultimi venti anni nel budget della compagnia di bandiera italiana, i ricavi superano i costi”, in quanto “c’è stata molta attenzione ai costi”. Commentando il possibile ingresso della compagnia tedesca, Lazzerini ha detto: “Stiamo lavorando in maniera molto collaborativa con Lufthansa, stiamo condividendo informazioni. Quanta quota e in che modalità lo deciderà però il ministero dell’Economia e delle Finanze”.