Il produttore di scatole ed espositori Gpack ha siglato con Illimity, Oxy Capital e i creditori finanziari un accordo di ristrutturazione del debito ex art. 182-bis della Legge Fallimentare relativo a un’esposizione complessiva di 60 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa). La società era stata ammessa al concordato con riserva nel luglio scorso (si veda qui il decreto del Tribunale). Il rilancio del gruppo, di proprietà della famiglia milanese Bramucci, fa perno appunto sull’intervento di Oxy Capital e illimity Bank, con quest’ultima che era già intervenuta lo scorso ottobre con l’erogazione di finanza d’urgenza. PwC Deals ha assistito Gpack in qualità di advisor finanziario con il team PwC Deals BRS e PwCDeals DDV, che hanno agito in qualità di financial advisor.
Gpack realizza scatole e astucci in cartoni per i settori lusso, farmaceutico, cosmetico, alimentare e bevande, oltre che espositori da banco e da terra, stampa e affissioni pubblicitarie. Il gruppo opera conta 6 stabilimenti produttivi e impiega circa 370 dipendenti. Il gruppo è nato a fine 2015 dalla fusione tra Cartotecnica Goldprint e GPP Industrie Grafiche, con quest’ultima che era stata ceduta dai fondatori, rientrati in gioco dopo alcuni giri con fondi di private equity (si veda qui StampaMedia). Nel 2017 il gruppo ha cambiato nome in Gpack e ha annunciato l’acquisizione della francese AllioraCoffrets da Oaktree (si veda qui il comunicato stampa di allora) e l’acquisizione delll’italiana Silton di Bottanuco (Bergamo) (si veda qui StampaMedia). Nel giugno 2018 è stata poi la volta dell’acquisizione di Interpack da un gruppo di privati (si veda qui StampaMedia).
Ma l’aggressiva campagna di m&a ha poi portato a un aumento dell’indebitamento e uno stress delle finanze aziendali, con l’emergenza sanitaria Covid-19 che ha poi fatto il resto. Già prima della pandemia, comunque, le cose non andavano bene: Gpack aveva infatti chiuso il 2019 con un fatturato in crescita a 89 milioni e un ebitda anch’esso in crescita a 1,5 milioni, ma con una perdita netta di 11 milioni che si sommavano agli oltre 5 milioni del 2018, il che ha spinto a fine 2019 il capitale netto in territorio negativo per 1,8 milioni, a fronte di debiti finanziari che sebbene in calo rispetto al 2018 (28,9 milioni) comunque si mantenevano a 26,6 milioni (si veda qui l’analisi Leanus dopo essersi resgistrati gratuitamente).
Il piano di ristrutturazione e rilancio dell’azienda, promossa e gestita da Oxy Capital (assistita da EY per la due diligence finanziaria) e illimity, prevede:
- ristrutturazione di circa 60 milioni di debiti finanziari, oltre a quelli verso i fornitori e fisco;
- immissione di nuova finanza in prededuzione, contemporaneamente al rimborso della finanza d’urgenza, al fine di supportare il rilancio aziendale, con un finanziamento di 14 milioni che sarà erogato da Illimity;
- nuove linee di factoring, sempre messe a disposizione da illimity, per circa 18 milioni;
- ulteriori 3 milioni di linee di anticipo fatture messe a disposizione da Banco BPM;
- conversione del credito finanziario esistente in strumenti di capitale (sfp), al fine di consentire a Gpack di risanare la propria struttura patrimoniale.
A seguito dell’omologa del Tribunale di Milano, attesa entro l’estate, Il Gruppo Gpack sarà quindi controllato da Oxy Partners (azionista di controllo), che ha definito un piano di crescita centrato sulla ricerca di una maggiore efficienza produttiva e lo sviluppo di prodotti ad alta sostenibilità ambientale. Pierpaolo ed Elena Bramucci manterranno una quota di minoranza nell’azienda.
Il modello di partnership con le banche prevede che gli investitori (Oxy ed illimity) mettano a disposizione dell’azienda i mezzi finanziari e le competenze manageriali necessarie all’esecuzione di un nuovo piano industriale e ne assumano la governance. I creditori finanziari che hanno giocato un ruolo rilevante nel creare le condizioni necessarie per il rilancio dell’azienda concorrono all’operazione di salvataggio consolidando il proprio debito convertendone una parte in strumenti partecipativi e condividendo il progetto di rilancio e la successiva valorizzazione dell’azienda al fine di massimizzare il recupero dei rispettivi crediti.
Ricordiamo che Oxy Capital controlla M Stretch, holding di Manupackaging Group (nuovo nome del Gruppo Manuli Stretch) dal settembre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). Oxy l’aveva salvata insieme a Credito Fondiario nel settembre 2018. Il piano di rilancio previsto da Oxy prevedeva un riequilibrio del fatturato a favore delle produzioni a più alta marginalità, in modo tale da arrivare a fine piano con ricavi in linea con quelli del 2018, ma con un ebitda a quota 13,4 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). M Stretch nel settembre 2019 ha ceduto due impianti fotovoltaici su tetto in Italia a Italia T1 Roncolo, holding controllata indirettamente dal fondo Basalt Infrastructure Partners (si veda altro articolo di BeBeez).
Oxy Capital ha anche salvato Ferroli nel 2015 insieme ad Attestor Capital (socio di Oxy), a valle di una ristrutturazione del debito (si veda altro articolo di BeBeez). Inoltre, Oxy Capital e Attestor Capital nell’ottobre 2016 avevano sottoscritto la seconda tranche di un aumento di capitale da 20 milioni di euro annunciato a gennaio di quell’anno (si veda altro articolo di BeBeez) e destinato a Olio Dante. L’operazione si inseriva nell’ambito di una ristrutturazione di 60 milioni di euro di debito complessivo del marchio storico della filiera agro-alimentare italiana, che sino a quel momento faceva capo alla famiglia Mataluni e all’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare).
Oxy Capital, fondata nel 2015 da Stefano Visalli ed Enrico Luciano, professionisti con decenni di esperienza in consulenza di direzione in McKinsey e ruoli manageriali in azienda, è una advisory company, tra i leader in Italia nelle operazioni di ristrutturazione di aziende industriali. Tra le sue ristrutturazioni rientrano anche quelle dei sottolio Montalbano, che coinvolgevano crediti bancari per circa 500 milioni e nuova finanza investita per 110 milioni, e della meno fortunata Stefanel, ceduta a OVS nel marzo scorso (si veda altro articolo di BeBeez).
Oxy Capital coinveste con Attestor Capital, fondo specializzato in special situations con oltre 4 miliardi di attivi. Nel luglio scorso Oxy Capital e Vertex Partner hanno lanciato Piattaforma di Rilancio Industriale, una piattaforma di fondi per sostenere le aziende in difficoltà e le banche loro creditrici con un focus nei settori turismo, alimentare e meccanica (si veda altro articolo di BeBeez).