Il gruppo Pini si è aggiudicato in asta al Tribunale di Reggio Emilia lo scorso lunedì 14 dicembre, Villa Corbelli di Rivaltella, la sede principale del gruppo Ferrarini spa, il noto produttore italiano di salum (si veda altro articolo di BeBeez).
Il gruppo Pini di Sondrio è già azionista di Ferrarini all’80% dal febbraio 2019, quando aveva messo sul tavolo 10 milioni di euro per ricapitalizzare la società (si veda altro articolo di BeBeez)
Ricordiamo che il Tribunale di Reggio Emilia ha ammesso la società alla procedura di concordato in continuità lo scorso ottobre (si veda altro articolo di BeBeez). Mentre a luglio lo stesso Tribunale aveva emesso un’ordinanza con la quale appunto aveva fissato la data dell’asta per Villa Corbelli, con base d’asta di circa 3,7 milioni di euro e offerta minima fissata a 2,7 milioni, denaro che sarà utilizzato per rimborsare Intesa Sanpaolo, che vanta un credito di 18 milioni di euro nei confronti di Lina Botti, vedova di Lauro Ferrarini e proprietaria di villa Corbelli. L’immobile era stato posto a suo tempo a garanzia di finanziamenti che sono stati rimborsati solo in parte (si veda qui Reggionline).
Nel dettaglio, Pini è stato l’unico offerente per ciascuno dei due lotti all’asta. Da un lato appunto, quello costituito dal quartier generale del gruppo Ferrarini, dallo stabilimento per la produzione dei prosciutti e da un edificio a uso residenziale di 500 metri quadrati, per il quale il gruppo Pini ha messo sul piatto 2 milioni e 760mila euro, pari all’offerta minima fissata dal Tribunale. E dall’altro lato sempre Pini si è anche aggiudicato il secondo lotto in asta, rappresentato da più di 380mila metri quadrati di terreni agricoli, sempre a Rivaltella per i quali ’offerta minima era di 825mila euro e per i quali Società Agricola Pini ha messo sul tavolo circa un milione di euro (si veda qui Reggionline).
La prospettiva, quantomeno a medio termine, è però quella di una cessazione dell’attività produttiva. Il perito nominato dal Tribunale per stimare il valore dell’immobile ha infatti concluso che l’utilizzo della villa di Rivaltella come stabilimento produttivo non è legittimo, tanto che la Soprintendenza ha intimato da tempo la demolizione degli ampliamenti realizzati per fini produttivi.
L’ok al concordato era arrivato a più di un anno di distanza da quando la proposta concordataria era stata presentata, l’11 agosto 2020, al foro reggiano dalla cordata formata dalla famiglia Ferrarini, dal gruppo Pini e AMCO (si veda altro articolo di BeBeez), prima che partisse una battaglia legale sulla competenza del foro reggiano, innescata dalla cordata concorrente.
Quest’ultima è composta come noto da Opas (Organizzazione Produzione Allevatori Suini), il più importante network italiano nella filiera del suino, Intesa Sanpaolo, Unicredit, il Gruppo Bonterre – Grandi Salumifici Italiani (operatore di riferimento del mercato italiano ed europeo dei salumi di qualità, formaggio Parmigiano-Reggiano, snack e di piatti pronti), e HP srl (società attiva nel sostegno e nell’innovazione dell’agrifood) (si veda altro articolo di BeBeez). La battaglia legale ha quindi allungato inevitabilmente i tempi della procedura. A questo punto l’adunanza dei creditori è fissata per il 12 maggio del 2022.
Ricordiamo che il gruppo Ferrarini era entrato in tensione finanziaria per colpa di un incremento del debito dovuto a finanziamenti che Veneto Banca aveva erogato a Ferrarini affinché acquistasse azioni della banca stessa. Il debito in questione ammonta a circa 360 milioni di euro, di cui 112 in capo alla società operativa e il resto a carico di società agricole e holding varie. Nonostante Ferrarini avesse visto i ricavi fare un vero e proprio salto nel 2017 a 335 milioni, con un ebitda che era salito a 29,5 milioni, quindi, il peso del debito risultava ancora eccessivo. Questo include 35,5 milioni di euro di minibond quotati all’ExtraMot Pro. Nel dettaglio, si tratta di un bond da 5,5 milioni a scadenza dicembre 2020 con cedola 5,625%, emesso nel dicembre 2016 e sottoscritto dal fondo di minibond di Duemme sgr (gruppo Mediobanca), e di un bond da 30 milioni a scadenza aprile 2020 e cedola 6,375%, emesso nell’aprile 2015.
“L’acquisto della Villa di Rivaltella è il segnale più chiaro del nostro interesse per la crescita di Ferrarini ed è la dimostrazione di quanto crediamo nel progetto e nella sua storia. Storia di cui la villa rappresenta uno dei simboli”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Pini Holding, Roberto Pini, che ha aggiunto: “Siamo contenti del risultato ottenuto, innanzitutto per la continuità aziendale e la tranquillità di dipendenti e maestranze. Adesso entra ancor più nel vivo il nostro progetto per la crescita in Italia dove come Pini Italia srl e Ghinzelli srl siamo i primi macellatori della filiera DOP italiana con un milione e mezzo di capi annui tanto che Pini Italia attualmente ha una quota di mercato del 20%. Con Ferrarini stiamo lavorando a percorsi integrati sulle filiere animal welfare, antiobiotic free e sulla filiera biologica utilizzando esclusivamente suini del circuito DOP nati, allevati e macellati nei nostri macelli italiani”.
E ha concluso l’imprenditore: “L’acquisto è la migliore smentita alla fakenews di delocalizzazioni di produzioni di Ferrarini, una volta ottenuta l’omologa del concordato. Come già detto non avrebbe senso acquistare una delle aziende simbolo dell’alimentare Made in Italy e la sua sede principale, per poi delocalizzare la produzione in Spagna”.