Grancasa, catena di grandi magazzini di arredamento e prodotti per la casa nata nella metà degli anni Ottanta e controllata dalla famiglia Morosi, ha ottenuto da illimity Bank un prestito per complessivi 25 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa).
Il prestito beneficia della prededuzione ai sensi dell’art. 182-quinquies della legge fallimentare e si inserisce in un più ampio accordo con i principali creditori finanziari, che hanno consentito di valorizzare non solo le prospettive di rilancio e la solidità del piano industriale, ma anche l’importante patrimonio immobiliare del gruppo, il cui valore complessivo è stimato in circa 300 milioni di euro.
Grancasa è nata a metà degli anni ’80, affermandosi nel mercato della grande distribuzione grazie a una gamma assortita di prodotti suddivisi in tre categorie: arredamento, accessori per la casa ed elettronica di consumo. Oggi il gruppo gestisce 16 punti vendita. La società, in difficoltà finanziarie, è gravata di un debito verso le banche di circa 120 milioni. Ricordiamo che a fine 2018 il gruppo aveva ottenuto due nuove linee di credito per un totale di ben 100 milioni di euro per sostenerne il rilancio industriale e la crescita. I contratti di finanziamento erano stati sottoscritti con un pool di tre banche composto da Banco BPM, Intesa Sanpaolo e UBI Banca
L’ultimo bilancio disponibile di Grancasa è quello del 2017. Allora il gruppo aveva registrato ricavi per 154,5 milioni di euro, un ebitda negativo per 16,5 milioni e una perdita netta di 14,7 milioni, che si andava ad aggiungere a quella di 14,8 milioni complessiva dei tre anni precedenti dal 2014 al 2016, a fronte di un debito finanziario netto a fine 2017 di 24,5 milioni (si veda qui l’analisi Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). Debito a cui poi si sono aggiunti l’anno dopo i 100 milioni di cui sopra.
Nel luglio scorso l’azienda era alla ricerca tra i fondi specializzati in restructuring di un cavaliere bianco che la salvasse dalla crisi in cui era già caduta ben prima della pandemia (si veda altro articolo di BeBeez). Tra i nomi che circolavano rientravano quelli di Oxy Capital e di Pillarstone Italy, ma non si escludeva l’ipotesi che le banche finanziatrici potessero cedere i loro crediti a uno dei vari fondi specializzati nell’acquisto di Utp corporate. Alla fine l’ha spuntata illimity Bank.
Grancasa oggi per far fronte ai cambiamenti che hanno investito il mercato negli ultimi anni (l’esplosione dell’e-commerce, una sempre maggiore competizione nel settore e una significativa evoluzione delle esigenze dei consumatori), ha intrapreso un percorso di rilancio strategico e industriale, iniziato lo scorso anno con l’ingresso del nuovo management, a partire dal ceo Nazzario Pozzi, che è anche board director del marchio italiano di design Visionnaire e della startup americana nel settore dell’home design DesignerInc.
Pozzi ha affermato: “Nel perseguire la creazione di valore per tutti gli stakeholders, i nostri clienti e le comunità locali in cui operiamo, costruiremo una piattaforma consumer, fisica e digitale, per promuovere il sistema composto da centinaia di produttori italiani di arredamento e di accessori per la casa, la cui qualità manifatturiera e di design è unica al mondo.”
Enrico Fagioli, responsabile della divisione growth credit di illimity, ha dichiarato: “Grancasa è una società di elevato potenziale che punta a reinventarsi e adattarsi a un mercato in continua evoluzione che richiede, oggi più che mai, rapidità di azione e visione: le stesse qualità che illimity mette a servizio delle imprese”.
Andrea Clamer, Head of Distressed Credit Division di illimity, ha aggiunto: “Questa operazione, oltre a poggiare su solidi fondamentali, ha consentito a illimity di valorizzare al meglio le competenze dei vari team coinvolti, confermando ancora una volta le sinergie derivanti dal modello di business adottato dalla banca.”
Ricordiamo che in base al nuovo piano industriale al 2025 di illimity, presentato nel giugno scorso, l’istituto guidato da Corrado Passera intende raggiungere entro fine piano un portafoglio proprietario di 3 miliardi di euro (prezzo di acquisto) tra Npl e Utp: di questa cifra, circa 500 milioni dovrebbero essere di origine immobiliare, grazie alla jv insieme ad Apollo Global Management lanciata lo scorso giugno(si veda altro articolo di BeBeez).