Secondo quanto risulta a BeBeez, è stata depositata al Tribunale di Milano come previsto lo scorso venerdì 5 febbraio la domanda di ammissione della proposta concordataria di Italtel sulla base del piano Industriale asseverato dallo Studio Spada (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che Il Consiglio di amministrazione di Italtel, riunitosi il 31 dicembre 2020, aveva deliberato di accettare l’offerta vincolante di PSC Partecipazioni spa a supporto di una proposta di concordato. Lo aveva comunicato la controllante Exprivia, società di telecomunicazioni quotata sul MTA di Borsa Italiana, che alla vigilia di Natale aveva a sua volta aveva annunciato che avrebbe presentato un’offerta vincolante e irrevocabile a supporto di una proposta di concordato in continuità di Italtel (si veda altro articolo di BeBeez).
Il Cda di Italtel, però, composto da 7 membri, di cui 3 di emanazione di Exprivia, altri 3 emanazione del management più un consigliere indipendente (il presidente Anxx Calabi), ha deciso in maniera indipendente che l’offerta migliore era appunto quella di PSC.
Secondo quanto risulta a BeBeez, la proposta concordataria si configura come un’assunzione e quindi con PSC che assumerà tutte le attività e tutte le passività di Italtel, sulla base di precisi accordi di stralcio del debito. Per approvare questo tipo di struttura non è stato quindi necessario deliberare un aumento di capitale per Italtel e quindi la decisione non è passata al vaglio degli azionisti Exprivia (81%) e Cisco (19%), ma solo del Cda.
L’offerta di PSC Partecipazioni, resta comunque subordinata all’ammissione della proposta alla procedura di concordato in continuità diretta (per cui ci vorranno circa un paio di mesi), all’approvazione della proposta concordataria da parte dei creditori (che si immagina entro il prossimo luglio) e poi all’omologa da parte del Tribunale di Milano (ipotizzabile verso fine anno).
Ricordiamo che PSC ha messo sul piatto una cifra complessiva di 44 milioni di euro per il salvataggio e per il rilancio di Italtel, con il supporto di un pool di banche, guidato da Unicredit, che successivamente all’assunzione, metterà a disposizione linee per 30 milioni di euro. All’operazione parteciperà anche TIM con un investimento di circa 9 milioni, pari circa al 20% del capitale. I due azionisti attuali, quindi, usciranno di scena, ma Cisco resterà come fornitore privilegiato.
Sul tavolo del Cda di Italtel lo scorso dicembre erano arrivate soltanto due offerte vincolanti e cioé appunto quelle di di PSC e di Exprivia, mentre alla fine Pillarstone Italy, attraverso la controllata Sirti, che pure aveva maniefasto interesse, non ha poi depositato l’offerta binding. Pillarstone Italy resta comunque uno dei principali creditori di Italtel, visto che lo scorso giugno 2020 ha comprato buona parte del credito di Unicredit nei confronti della società (si veda altro articolo di BeBeez), come parte del pacchetto di crediti corporate Utp che un gruppo di banche ha trasferito al nuovo fondo RSCT Fund con dotazione di 600 milioni di euro e gestito da Davy Global Fund Management (si veda altro articolo di BeBeez). Proprio con Pillarstone Italy Exprivia aveva stretto un accordo. Nella nota diffusa prima di Natale, infatti, la società precisava che Exprivia “è attualmente in contatto con il principale creditore finanziario di Italtel, Davy Capital Fund Management Limited, quale società di gestione del fondo d’investimento RSCT Fund, di cui Pillarstone Italy spa è l’investment advisor, il quale ha manifestato valutazione favorevole sulla proposta di concordato supportata da Exprivia“.
PSC Partecipazioni è un gruppo specializzato nel settore dell’impiantistica elettromeccanica e termica con sede a Roma, fondato nel 1958 da Emidio Pesce e guidato oggi dai figli Umberto e Angelo. PSC è controllata dalla famiglia Pesce, partecipato al 9,6% da Simest dal 2015 (si veda altro articolo di BeBeez) e al 10% da Fincantieri.
Vista la presenza nel capitale di PSC di questi soggetti a partecipazione pubblica, l’acquisizione si può leggere come “operazione di sistema”. Obiettivo di Umberto Pesce, infatti, è quello di trasformare PSC in una piattaforma di aggregazione nel settore delle infrastrutture, un po’ come WeBuild sta facendo nel settore delle costruzioni, con il supporto di Cdp (si veda altro articolo di BeBeez).
Sui prossimi passi, se l’operazione andrà in porto, l’avvocato Marco Neri, amministratore unico di Alpitel, controllata di PSC, ed ex vicepresidente esecutivo di PSC, di recente ha detto a BeBeez: “Quella su Italtel è un’operazione importante e siamo consapevoli del fatto che l’azienda purtroppo negli ultimi anni è sempre stata in grande sofferenza, quindi bisognerà di sicuro intraprendere un percorso di riorganizzazione, ma ne vale assolutamente la pena, perché il brand Italtel è forte e la società è titolare di contratti importanti. Inoltre, a seguito dell’accordo di ristrutturazione, sarà libera dal debito. Se saremo in grado di ridisegnare l’organizzazione in maniera più snella e a integrarla con PSC e Alpitel ne nasceranno sicuramente sinergie molto interessanti, soprattutto con Alpitel potremo unire progettazione, rivendita e installazione”. E ha aggiunto: “Anzi, nella realtà le sinergie sono iniziate già ora. Open Fiber ci ha chiesto di fare quotazione chiavi in mano per portare la fibra nei comuni cosiddetti ‘bianchissimi’, cioé nei 100 comuni d’Italia dove proprio, al momento, l’accesso a internet non c’è. L’offerta l’abbiamo fatta in tandem Alpitel-Italtel proprio perché in questo modo abbiamo potuto coprire tutte le varie fasi del progetto” (si veda altro articolo di BeBeez).

PSC, è uno dei principali player attivo nel design, sviluppo, fornitura, installazione e gestione di sistemi altamente tecnologici e impianti “chiavi in mano” per grandi lavori industriali e infrastrutture. PSC ha chiuso il bilancio 2019 con 327 milioni di euro di ricavi, un ebitda di 37,4 milioni e un debito finanziario netto di circa a 124,8 milioni, con un portafoglio lavori di 910 milioni. I numeri del 2019 sono in netto aumento rispetto a quelli del 2018, che aveva chiuso con 191,3 milioni di euro di ricavi, un ebitda di 21,2 milioni e un debito finanziario netto di 67,9 milioni, con un portafoglio lavori di 613 milioni, a seguito delle acquisizioni nel corso dell’anno delle italiane Alpitel spa (131 milioni di euro di ricavi nel 2019) e Cargo srl e della cilena Esinco sa (si veda qui il bilancio consolidato 2019 di PSC).
Le acquisizioni sono state finanziate anche grazie ai proventi dell’emissione del minibond da 25 milioni nel giugno di quell’anno, sottoscritto dai fondi di debito di Anthilia Capital Partners sgr, Amundi sgr e Riello Investimenti Partners sgr (si veda altro articolo di BeBeez).
Si era trattato della quarta emissione obbligazionaria, dopo altre tre quotate all’ExtraMot Pro. Due bond da 5 milioni di euro ciascuno erano stati emessi a dicembre 2016, uno con scadenza dicembre 2022 e cedola 5% e l’altro con scadenza 2023 e cedola 5,4% (si veda altro articolo di BeBeez). Il bond al 2022 era stato sottoscritto dai fondi Anthilia BIT e Anthilia Parallel gestiti da Anthilia Capital Partners sgr ed è dotato di garanzia da parte del Fei, mentre l’altro bond era stato sottoscritto da Banca Popolare di Sondrio.
Nell’agosto 2014 il gruppo PSC aveva invece quotato all’ExtraMot Pro un minibond da 5 milioni di euro a scadenza agosto 2019 con cedola fissa del 6%. Il bond era stato interamente sottoscritto in emissione dal fondo minibond di Finint Investments sgr (si veda altro articolo di BeBeez). A dicembre 2016, poi, contestualmente all’emissione degli altri due bond, la scadenza del primo titolo era stata allungata all’agosto 2021 (si veda qui la sezione del sito di PSC dedicata agli obbligazionisti).
Lo scorso settembre, invece, PSC si è assicurato un finanziamento da 75 milioni di euro complessivi a 6 anni garantito da Sace e messo a disposizione da un pool di banche costituito da Unicredit nel ruolo di banca agent e composto da Banco BPM, Cassa depositi e prestiti e Mps Capital Services (si veda altro articolo di BeBeez).