Il Consiglio di amministrazione di Italtel, riunitosi il 31 dicembre 2020, ha deliberato di accettare l’offerta vincolante di PSC Partecipazioni spa a supporto di una proposta di concordato. Lo ha comunicato la controllante Exprivia, società di telecomunicazioni quotata sul MTA di Borsa Italiana (si veda qui il comunicato stampa di Exprivia e qui quello di Italtel), che alla vigilia di Natale aveva a sua volta aveva annunciato che avrebbe presentato un’offerta vincolante e irrevocabile a supporto di una proposta di concordato in continuità di Italtel (si veda altro articolo di BeBeez).
PSC Partecipazioni è un gruppo specializzato nel settore dell’impiantistica elettromeccanica e termica con sede a Roma, fondato nel 1958 da Emidio Pesce e guidato oggi dai figli Umberto e Angelo. PSC è controllata dalla famiglia Pesce, partecipato al 9,6% da Simest dal 2015 (si veda altro articolo di BeBeez) e al 10% da Fincantieri.
PSC ha messo sul piatto una cifra complessiva di 44 milioni di euro per il salvataggio e per il rilancio di Italtel, con il supporto di un pool di banche, guidato da Unicredit, che avrebbe messo a disposizione linee per 30 milioni di euro. All’operazione parteciperà anche TIM con una minoranza, si dice di circa il 20%. Per contro, si ricorda che l’offerta di Exprivia era da 33 milioni di euro complessivi e prevedeva: (i) l’impegno a sottoscrivere un aumento di capitale riservato di Italtel per 20 milioni di euro; (ii) la messa a disposizione di risorse finanziarie per circa 13 milioni di euro a titolo di crediti fiscali IVA e IRES derivanti dal consolidato fiscale di gruppo in arco piano. A cui si aggiungeva (iii) un’opzione put, da esercitarsi dopo il 2023 e pagabile a scelta di Exprivia per cassa o con azioni proprie di Exprivia già in portafoglio, concessa ai creditori strategici che consentirebbe loro di recuperare una parte del credito oggetto di stralcio (fino al 15%). All’esito dell’omologa, la partecipazione di Exprivia al capitale sociale di Italtel resterebbe pari all’88% del capitale sociale di Italtel.
Il Piano Industriale sarà ora sottoposto all’esame dello Studio Spada, professionista indipendente incaricato da Italtel e presentato al Tribunale di Milano entro il 5 febbraio, ai fini di ottenerne l’omologa. L’offerta di PSC Partecipazioni, resta comunque subordinata all’approvazione della proposta concordataria da parte dei creditori, e appunto all’omologa da parte del Tribunale di Milano.
Italtel è infatti in procedura di concordato in bianco dalla scorsa primavera e in attesa di depositare al Tribunale di Milano la domanda definitiva di concordato preventivo o la domanda di omologa di accordi di ristrutturazione dei debiti il prossimo 5 febbraio 2021, grazie all’ultima di una serie di proroghe concesse dallo stesso Tribunale (si veda qui altro articolo di BeBeez).
A questo punto Exprivia si riserva di monitorare l’esecuzione della proposta di PSC e di valutare ogni prossimo sviluppo nel proprio interesse e nell’interesse dei propri azionisti.
Exprivia, che attualmente controlla Italtel all’81%, affiancata da Cisco al 19%, prima di ritornare in pista come detto, lo scorso luglio aveva fatto un passo indietro, riservandosi di monitorare gli sviluppi della vicenda relativa alla propria controllata e di valutare tutte le opzioni coerenti con i propri interessi (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel frattempo, Italtel era entrata in trattative con PSC Partecipazioni, che aveva sin da subito cercato la collaborazione con TIM (si veda altro articolo di BeBeez). Il consiglio di amministrazione di Italtel aveva infatti già accettato nel settembre scorso l’offerta di PSC, sebbene non ci fosse stata una comunicazione ufficiale in merito (si veda altro articolo di BeBeez), ma poi Exprivia aveva sparigliato le carte presentando la sua offerta.
Dallo scorso giugno, inoltre, c’è anche un terzo attore importante nella partita: Pillarstone Italy, che appunto in giugno ha comprato buona parte del credito di Unicredit nei confronti di Italtel (si veda altro articolo di BeBeez), come parte del pacchetto di crediti corporate Utp che un gruppo di banche ha trasferito al nuovo fondo RSCT Fund con dotazione di 600 milioni di euro e gestito da Davy Global Fund Management (si veda altro articolo di BeBeez). Pillarstone controlla Sirti, società leader nel mercato delle infrastrutture tecnologiche, che potrebbe quindi essere la società deputata a integrare Italtel. considerato che potrebbe essere utilizzata da Pillarstone Italy come piattaforma di consolidamento del settore (si veda altro articolo di BeBeez).
Proprio con Pillarstone Italy Exprivia aveva stretto un accordo. Nella nota diffusa prima di Natale, infatti, la società precisava che Exprivia “è attualmente in contatto con il principale creditore finanziario di Italtel, Davy Capital Fund Management Limited, quale società di gestione del fondo d’investimento RSCT Fund, di cui Pillarstone Italy spa è l’investment advisor, il quale ha manifestato valutazione favorevole sulla proposta di concordato supportata da Exprivia“.
Italtel ha chiuso i nove mesi 2020 con ricavi per 174,9 mila euro (rispetto ai 255,2 milioni dello stesso periodo del 2019), un mol negativo di 4,8 milioni (contro i 7,7 milioni del 2019) e un debito finanziario netto in calo da 182,5 a 173,5 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).
Prima di quest’ultimo accordo di ristrutturazione del debito, il capitale di Italtel era posseduto da Clayton, Dubilier & Rice (48,77%), Telecom Italia Finance (19,37%), Cisco (18,40%), Capita Trustees Limited (10,81%) e Cordusio Fiduciaria (2,65%). Inoltre, Cisco possedeva il 32,67% degli strumenti partecipativi convertibili in azioni, emessi a valle di un precedente accordo di ristrutturazione del debito sulla base dell’art. 182-bis della Legge fallimentare omologato dal Tribunale di Milano nel febbraio 2013 (si veda altro articolo di BeBeez), mentre il resto degli strumenti partecipativi faceva capo a Telecom Italia (2,94%) e per il 64,3% alle banche finanziatrici (con Unicredit al 34,3%, Ge Capital Interbanca al 17,65%, Bpm al 9,46% e a Banco Popolare e CentroBanca e Banco di Brescia allo 0,96% ciascuno).

Quanto a PSC, è uno dei principali player attivo nel design, sviluppo, fornitura, installazione e gestione di sistemi altamente tecnologici e impianti “chiavi in mano” per grandi lavori industriali e infrastrutture. PSC ha chiuso il bilancio 2019 con 327 milioni di euro di ricavi, un ebitda di 37,4 milioni e un debito finanziario netto di circa a 124,8 milioni, con un portafoglio lavori di 910 milioni.
I numeri del 2019 sono in netto aumento rispetto a quelli del 2018, che aveva chiuso con 191,3 milioni di euro di ricavi, un ebitda di 21,2 milioni e un debito finanziario netto di 67,9 milioni, con un portafoglio lavori di 613 milioni, a seguito delle acquisizioni nel corso dell’anno delle italiane Alpitel spa (131 milioni di euro di ricavi nel 2019) e Cargo srl e della cilena Esinco sa (si veda qui il bilancio consolidato 2019 di PSC).
Le acquisizioni sono state finanziate anche grazie ai proventi dell’emissione del minibond da 25 milioni nel giugno di quell’anno, sottoscritto dai fondi di debito di Anthilia Capital Partners sgr, Amundi sgr e Riello Investimenti Partners sgr (si veda altro articolo di BeBeez).
Si era trattato della quarta emissione obbligazionaria, dopo altre tre quotate all’ExtraMot Pro. Due bond da 5 milioni di euro ciascuno erano stati emessi a dicembre 2016, uno con scadenza dicembre 2022 e cedola 5% e l’altro con scadenza 2023 e cedola 5,4% (si veda altro articolo di BeBeez). Il bond al 2022 era stato sottoscritto dai fondi Anthilia BIT e Anthilia Parallel gestiti da Anthilia Capital Partners sgr ed è dotato di garanzia da parte del Fei, mentre l’altro bond era stato sottoscritto da Banca Popolare di Sondrio.
Nell’agosto 2014 il gruppo Psc aveva invece quotato all’ExtraMot Pro un minibond da 5 milioni di euro a scadenza agosto 2019 con cedola fissa del 6%. Il bond era stato interamente sottoscritto in emissione dal fondo minibond di Finint Investments sgr (si veda altro articolo di BeBeez). A dicembre 2016, poi, contestualmente all’emissione degli altri due bond, la scadenza del primo titolo era stata allungata all’agosto 2021 (si veda qui la sezione del sito di PSC dedicata agli obbligazionisti).
Lo scorso settembre, invece, PSC si è assicurato un finanziamento da 75 milioni di euro complessivi a 6 anni garantito da Sace e messo a disposizione da un pool di banche costituito da Unicredit nel ruolo di banca agent e composto da Banco BPM, Cassa depositi e prestiti e Mps Capital Services (si veda altro articolo di BeBeez).
(Articolo modificato il 5 gennaio 2021 alle ore 9.50 – si aggiungono i dettagli del comunicato di Italtel)